Tecniche

Surfcasting: primi lanci (parte due)

Di Michele Nardi pubblicato il 13/07/12

Siamo in estate, senza dubbio in un buon momento per il surf casting e le lunghe spiagge della nostra penisola, insieme alle altre sparse negli angoli più remoti del Mediterraneo, ci attendono con la promessa delle tante specie estive a tiro di canna e delle orate più grosse! Terminiamo l’articolo con un resoconto dettagliato su come utilizzare al meglio i nuovi attrezzi di cui ci siamo dotati.

Nel capitolo primo (http://www.pescareonline.it/blog/p/primi_lanci_parte_1.htm) abbiamo ripercorso le tappe dell’individuazione degli attrezzi giusti che servono per iniziare la disciplina del surf casting. Abbiamo visto com’è possibile fare delle ottime scelte riguardo alle canne anche senza dover allontanarsi dal nostro negozio preferito. Ora facciamo un’analisi completa in modo da entrare subito in sintonia con la nuova attrezzatura che deve essere preparata a dovere e messa a punto, cosa assolutamente indispensabile.

In fondo allo shock leader

A questo punto dobbiamo dotarci di filo da finali, piombi, ami e di qualche minuteria. Il filo che si usa per la costruzione dei finali deve essere tassativamente di fluorocarbon 100% non solo per l’indiscussa invisibilità ma perché risulta poco soggetto ai grovigli e permette così di stare in pesca correttamente con un bel finale disteso, che è la cosa migliore per prendere i pesci. I piombi da scegliere sono quelli dedicati alla nostra disciplina e se ne trovano per tutti i gusti: aerodinamici per il lancio lungo, con alette per un immediato sollevamento dal fondo e del tipo a piramide, utili per ottimizzare la tenuta in caso di mare molto mosso. Gli ami che occorrono fin da subito devono avere tutti l’occhiello e appartenere alle famiglie aberdeen e beak, in modo da semplificare e velocizzare gli inneschi ed aumentare non poco la tenuta al nodo (il migliore per legare questi tipi di amo è il Palomar). Come minuteria si può iniziare con delle girelle tubolari (Crossline) che fungeranno da efficace snodo già pronto. In fine, servono le girelle dotate di moschettone per l’attacco rapido del piombo.

La costruzione della lenza

Oggi non parleremo dei vari travi utilizzabili perché, come abbiamo spiegato nel primo capitolo, vogliamo dare a tutti la possibilità di provare nel modo più semplice possibile a prendere un bel pesce dalla spiaggia, anche se la cosa è tutt’altro che facile! La nostra prima lenza è di veloce costruzione e dunque non prevede il trave, e allo stesso tempo molto incisiva in pesca a patto che tutto sia fatto con la massima perizia. Prima di avventurarsi in spiaggia dovremo preparare anche una buona scorta di finali realizzati con ami e fili di vario diametro in modo da potersi adattare al meglio a qualsiasi condizione che andremo ad incontrare. Ecco i quattro punti fondamentali da rispettare rigorosamente:

1 - Inserire una girella tubolare del numero 10 nello shock leader lasciandola libera di scorrere.

2 - Applicare in fondo allo shock leader una girella con moschettone porta piombo del numero 6.

3 - Con le pinzette a becchi tondi (unico tipo utilizzabile) stringere delicatamente il tubolare in un solo punto, in modo da fermare lo snodo a 1,20 metri di distanza dalla girella porta piombo.

4 - Avvolgere nella bobina del mulinello fermando il tutto con un elastico.

Finalmente si può iniziare l’azione di pesca

Ora possiamo iniziare a pescare ma cerchiamo prima una spiaggia che rende bene in questo periodo anche a mare calmo altrimenti potrebbe subentrare subito lo sconforto (specialmente nei più giovani). Per questo il vostro negoziante di fiducia, ammesso che abbia un po’ di sale in testa, saprà sicuramente consigliarvi al meglio. Una volta arrivati sul posto prescelto restano da fare pochi passaggi per essere operativi con entrambe le canne ma è importantissimo fare quanto segue nella giusta progressione:

1 - Montare una postazione ordinata e raccolta con tutti gli oggetti utili a portata di mano. Dotarsi di una buona serbidora (piatto) sistemata su un palo che sia molto stabile (ottimi quelli con punta a trivella) e ben regolabile in modo da posizionarne l’altezza a piacimento.

2 - Montare bene la canna con tutti gli anelli in linea e dopo applicare il mulinello ben stretto controllando ancora una volta, con calma, il corretto allineamento dell’anellatura e del mulinello. Questa operazione è meglio farla mantenendo la canna con gli anelli rivolti verso il basso.

3 - Passare la lenza negli anelli e applicare un piombo aerodinamico da 100 grammi alla girella numero 6 munita di moschettone.

4 - Attaccare un finale di diametro 0,20 millimetri lungo 1,20 metri alla girella tubolare con un nodo clinch, che sul fluorocarbon scaturisce semplicemente perfetto!

5 - Innescare un verme marino intero con l’apposito ago facendolo risalire sul finale. Si deve lasciare libera di muoversi la testa e buona parte della coda, quindi s’inizia facendo entrare l’ago appena sotto la testa del verme per poi farlo uscire un po’ prima della coda.

5 - Lanciare e mettere in leggera tensione la lenza. Il cimino della canna deve restare appena piegato e mai “impiccato”. Ovviamente il mare molto mosso darà da solo più o meno tensione al cimino e in questo caso è inutile intervenire.

6 - Dopo un quarto d’ora recuperare e controllare l’innesco. Se è intatto lo possiamo utilizzare ancora per altri dieci minuti circa ma dopo va cambiato in ogni caso. Variare le distanze dove posizioniamo le esche alla ricerca continua del punto favorevole.

Quando il mare è mosso

In caso di mare mosso utilizzeremo la medesima montatura e ce la giocheremo soltanto cambiando il finale e il piombo. Man mano che le onde si alzano si deve aumentare il peso del piombo e accorciare il finale e quando quest’espediente non basta si deve anche aumentarne il diametro attuando una sorte d’adattamento continuo. Anche le esche di conseguenza aumentano di volume! Stare in pesca sempre nel modo migliore è ancora un sogno anche per chi scrive, l’importante è imparare ad adattarsi. È bene ascoltare tutti per poi seguire una nostra logica, e questa purtroppo arriverà solo con l’esperienza. Ci raccomandiamo di rispettare scrupolosamente le misure minime di legge e di non perdere mai l’occasione per ripulire la postazione e possibilmente tutto quello che c’è intorno: noi siamo veri pescatori sportivi, e molto probabilmente i più sportivi di tutti!

La rosa dei venti

Per conoscere l’esposizione delle spiagge e capire bene quali sono le condizioni atmosferiche più adatte per intraprendere una battuta di pesca non possiamo dispensarci dalla conoscenza della bussola e dell’attinente rosa dei venti. La rosa dei venti è la rappresentazione schematica dei punti cardinali: Nord, Sud, Est, Ovest e delle direzioni da questi determinate. Diffusasi dalla Repubblica di Amalfi (ai tempi delle Repubbliche Marinare) la rosa dei venti più semplice è quella a 4 punte, formata dai soli quattro punti cardinali:

•             Nord, anche detto settentrione o mezzanotte, da cui spira il vento denominato tramontana.

•             Sud, anche detto meridione, da cui spira il vento denominato mezzogiorno oppure ostro.

•             Est, anche detto oriente o levante, da cui spira il vento denominato levante.

•             Ovest, anche detto occidente o ponente, da cui spira il vento denominato ponente.

Tra i quattro punti cardinali principali si possono fissare 4 punti intermedi:

•             Nord Ovest, da cui spira il vento di maestrale.

•             Nord Est, da cui spira il vento di grecale.

•             Sud Est, da cui spira il vento di scirocco.

•             Sud Ovest, da cui spira il vento di libeccio.

Elencando in senso orario gli otto venti principali ne scaturisce la seguente tabella che indica la provenienza, il simbolo, i gradi e la denominazione del vento.

  1. Nord, N, 0°, tramontana
  2. Nord-Est, NE, 45°, grecale
  3. Est, E, 90°, levante
  4. Sud-Est, SE, 135°, scirocco
  5. Sud, S, 180°, mezzogiorno
  6. Sud-Ovest, SW, 225°, libeccio
  7. Ovest, W, 270°, ponente
  8. Nord-Ovest, NW, 315°, maestrale

I nomi delle direzioni NE, SE, SW e NW derivano dal fatto che la rosa dei venti nelle prime rappresentazioni cartografiche del Mediterraneo era raffigurata al centro del Mar Ionio o vicino all'isola di Zante. In quella posizione c'è la Grecia, da cui il nome grecale per la direzione NE-SO; a SE vi è la Siria, da cui il nome scirocco per la direzione SE-NO; a SO vi è la Libia, da cui il nome libeccio per la direzione SO-NE. Infine, per la direzione NO-SE il nome maestrale, che discende da “magister” (via maestra). Questi quattro uniti ai quattro punti cardinali formano la rosa dei venti a 8 punte. Tra gli otto punti sopra individuati è possibile indicarne altri otto, ottenendo così una rosa dei venti a 16 punte. I nuovi otto punti sono in senso orario: Nord-Nord Est, Est-Nord Est, Est-Sud Est, Sud-Sud Est, Sud-Sud Ovest, Ovest-Sud Ovest, Ovest-Nord Ovest e Nord-Nord Ovest. Nella sua estensione massima la rosa dei venti si suddivide in quattro quadranti da 90°, che porta ad una suddivisione in 4 punti. Ogni quadrante si divide in due venti di 45°, arrivando così a 8 punti. Ogni vento si divide in due mezzi venti da 22°30' arrivando così a 16 punti, di cui ogni vento si divide in due quarte da 11°15', arrivando così a 32 punti. In fine, ogni quarta si divide in quattro quartine da 2°48'45, arrivando così a ben 128 punti totali nella sua versione completa. Ovviamente si è dato per scontato che tutti i surfisti sappiano leggere la bussola.

Michele Nardi



FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: