Tecniche

The hot spot

Di Mauro Pitorri pubblicato il 20/04/11

E già! ! ! “the hot spot” il posto caldo.
La pesca alla carpa nella sua più complessa espressione, la si può racchiudere in una sola ma fondamentale manifestazione “la ricerca del pesce”.
Le mie lunghe osservazioni e riflessioni quando mi trovo su uno specchio d’acqua popolato da carpe, mi portano a cogliere e fissare quei segnali che con sottile astuzia la natura mostra e dona al mio ricercato ruolo di attento spettatore: il pesce, la conformazione delle rive e dei fondali, la vegetazione acquatica, la vegetazione riparia delle sponde, il gioco di luci e ombre, la direzione dei venti, le stagioni e gli eventi meteo sono fattori che giocano un ruolo fondamentale, che portano il mio istinto alla lettura di un libro senza fine, una “fine” che non potrà essere mai letta per la mutabilità della natura, dove tutto può essere facile e nello stesso tempo ritornare difficile.

 

Tutte circostanze in cui un pesce come la carpa gioca perfettamente quel suo ruolo di “fantasma sfuggente”.
Il “gioco” della ricerca delle carpe, è per un pescatore come il lavoro instancabile di un ragno, si!!! Penso proprio che non ci sia paragone migliore per descrivere le strategie che un carpista attento deve adottare per alimentare la sua “fame” di catture.
Questo “animaletto”, nella sua diversità fisica da specie a specie, nel maggiore dei casi,  ha la stessa naturale strategia di caccia per sostenere la propria vita….tessere una ragnatela.
Questa complessa costruzione è pazientemente tessuta da fili resistenti e uniti tra loro, da un disegno che li porta ad essere una sola cosa, a tal punto, di ricondurre ogni singolo e sottile filo importante per la “caccia finale”.
Il lavoro che un carpista deve fare, si discosta di pochissimo da quello che il ragno fa per costruire la sua “trappola”; ogni filo di quella “tela”, ha uno stretto legame con la preparazione fisica e mentale, che ogni carpista deve acquisire nel suo percorso costruttivo di pescatore di carpe.

 

La nostra predisposizione mentale già per il fatto di aver scelto d’essere carpisti, ci aiuta in maniera prepotente, rispetto ad altre categorie di pescatori, nella tessitura di quella “tela”, che è caratterizzata in primis nella preparazione dell’attrezzatura.
Certamente, anche se “l’elemento attrezzatura“, è di predominante importanza al fine di riuscire sempre ad affrontare ogni situazione di pesca nella giusta maniera, in specifiche circostanze diventa quasi un fattore di secondo piano.
Questo accade solitamente quando tutta la nostra tecnologica attrezzatura supportata dalle migliori esche non è sostenuta dalla voglia, o meglio ancora, dalla paura di mettersi alla ricerca del “posto caldo”.
Troppe volte, un po’ per la mia posizione (considerata di esperto), ricevo domande da parte di tanti Anglers, e nella maggiore dei casi, queste  sono mirate solo a sapere quale esca ho usato o peggio ancora se ne possiedo una segreta, che canne uso, che montatura utilizzo, quale tenda preferisco, trovando in queste domande dei miei interlocutori una preparazione “commerciale” sulla conoscenza dei prodotti impressionante.

 

Con rammarico vedo questa “posizione mentale” in alcuni carpisti (pur sostenendo personalmente da sempre che una buona attrezzatura completa un cerchio importante nel panorama della pesca alla Carpa), come pescatori solo capaci di correre dietro alle novità di mercato e alle carpe raccontate da altri carpisti, privandosi così di una delle più belle sensazioni che può provare un pescatore,  saper cercare il proprio pesce e catturalo.
Pur avendo consapevolezza che ormai in quasi tutti i bacini il carpfishing sia arrivato, quello che voglio sostenere è la “personalità” che ogni pescatore deve riservare e conservare in se stesso, cercando di non permettere a nessuno di “imbrigliargli” la propria mente con consigli di pescate già fatte a “tavolino” da altri, perché con le esperienze degli altri si cresce ma, sono le proprie che ci rendono unici.
Il punto finale di questa mia riflessione, è quella di stimolare la mente ma, soprattutto di far rivedere un comportamento abbastanza consolidato nel nostro mondo, come quello di impostare la pescata con modi, luoghi e strategie appartenenti ad altri, in buona sostanza, non prendete sempre per “oro colato” strategie, consigli o peggio ancora quel punto preciso dove vi è stato suggerito di posizionare la vostra boilie da altri, che lo hanno fatto prima di voi, perché nella maggiore delle volte i luoghi cambiano e vengono modificati dagli “eventi naturali” che ho citato in apertura di quest’articolo.

Come è naturale che sia (ed è giusto farlo), io stesso quando mi accingo ad effettuare una sessione in un determinato lago cerco di raccogliere informazioni da chi ritengo che conosce quel determinato bacino meglio di me, ragguagli che sicuramente mi saranno utili per meglio interpretare la mia pescata ma, poi solo e solamente io, deciderò come completarla o meglio dove posizionare la mia  “ragnatela” finale.
In base alle sole mie esperienze personali, potrei raccontarvi una miriade di pescate in tanti luoghi( delle volte alcuni di questi conosciuti da me molto bene), dove già, nei giorni che precedevano ogni singola sessione, durante il solito “parlottare”, la pescata era già stata consigliatami e pianificata da altri, con tanto di “metti una canna qui e l’altra lì”.

Posso garantire che nella maggiore delle volte interpretando quei famosi “segnali naturali”, secondo il mio personale pensiero, sono riuscito a cambiare l’esito di quelle pescate “scontate”, che altrimenti mi avrebbero mandato a casa con un risultato completamente diverso.
Attenzione, con quello che ho espresso non voglio generalizzare e me ne guardo bene nel farlo, perché tanti sono nel nostro bel paese i bravi carpisti, ma propongo solo in base alla mia esperienza di adottare sempre un approccio personale verso ogni sessione di pesca, dove la paura di osare o meglio di interpretare non deve essere “soffocata” solo perché “altri” ci hanno consigliato il contrario o perché dopo una o due notti prive di “partenze” ci si rassegna pensando che tanto doveva andare così, perché osando e il non aver paura di tessere la personale “ragnatela” vi farà trovare il vostro “THE HOT SPOT”.


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