Racconti

The King fisher... il back stage

Di Roberto Ripamonti pubblicato il 11/10/13

Vediamo se riesco a ricostruire alcuni momenti sin dall’istante in cui l’amico regista Renato Vacatello (Fish Eye e Strike) mi comunica di aver proposto il mio nome per una fantomatica serie di pesca per National Geographic perché, a suo giudizio, incarnavo ciò che serviva per il programma, inclusa una ottima conoscenza dell’inglese. Lo ringrazio e aspetto di venir contattato da una produzione britannica e dopo qualche giorno mi ritrovo su Skype a subire una lunghissima intervista in inglese con una interlocutrice che mi parla a velocità supersonica.  Qui l’inglese lo devi capire e bene, non esistono raccomandati anche perché ti dicono chiaro e tondo che tutta la trasmissione sarà in inglese e in presa diretta…

Reggo la botta e mi accorgo di aver fatto colpo quando una prima volta mi chiede se avessi mai fatto cose in video  “… I have over 400 films, videos and dvd since 1995 and I actually work for Sky TV …..” ….rimane sorpresa….forse perplessa……e questo dov’è saltato fuori avrà pensato forse credendo che la pesca televisiva fossero solo le finzioni di River’s Monster

Poi mi chiede se sono una guida professionistica di pesca e le sparo una nuova botta “….no madame, fishing is not my job…I am an airline pilot…..”

A quel punto l’interlocutrice mi dice che gli altri 29 protagonisti sono tutti professionisti  nella pesca e io sarò certamente scelto perché non pensava che un airline piloto potesse avere un curriculum dieci volte superiore a quello di un professionista della pesca…..

Io mi domando chi possano essere li altri e solo a trasmissione finita mi accorgo di essere l’unico tra tutti ad essere realmente coinvolto nella pesca come autore e video maker.

Detto fatto, mi ritrovo nel Team senza sapere cosa avrei fatto perché tutto era coperto da segreto. L’unica concessione era stato il sapere che altri angler molto blasonati non erano risultati idonei perché l’inglese era troppo modesto. Peccato per loro e bene per me. Ma qui partono le invidie non da parte degli esclusi, quelli si complimentano e mi spigano di aver capito subito che la lingua sarebbe stato un ostacolo  troppo alto, no, le invidie nascono da chi li aveva proposti pesando di essere credibile fuori dai confini nazionali.

Dopo aver ricevuto decine di documenti da compilare comincia a dipanarsi il mistero almeno delle location e scopro che dovrò partire per le….Seychelles….momenti di pura euforia visto che non ci sono mai stato!

La seconda location è invece una località della Spagna sui Pirenei e comincio ad immaginare che pesca avremmo potuto fare a dicembre in Spagna….

Per quanto riguarda la mia destinazione, non avevo avuto molti dubbi; Orbetello e ne spiehgo le ragioni.

-         Conosco la località e la qualità del bass fishing in laguna

-         Conosco le sistemazioni logistiche e le bellezze naturali da far filmare

-         So che posso contare su tanti appoggi ed aiuti

Ma, cosa assai più importante, tutta l’area era stata colpita da una tremenda alluvione e stava rimettendosi in sesto per cui la visita di National geographic per un programma che sarebbe stato trasmesso in 220 Paesi e visto da 1 miliardo di persone sarebbe stato il mio contributo personale per aiutare quel magnifico posto a rialzare la testa e guardare avanti.

Alla fine mi renderò conto che non mi è stato quasi detto nemmeno grazie anche se non era ciò che cercavo……

 

Seychelles, poca pesca.

Parto da Roma e via Dubai arrivo a Mahe alle Seychelles dove prima di varcare l’uscita vengo fermato, rimesso a posto (18 ore di viaggio) e predisposto per una uscita trionfale davanti a flash e telecamere. I presenti forse pensavano fossi uno sportivo famoso, magari un giocatore di golf (data l’età) oppure una star del cinema e credo nessuno dei tanti passeggeri presenti si fosse minimamente reso conto che si trattava di un pescatore con la canna. Sta di fatto che firmo autografi, ci sono flash, e le telecamere mi riprendono fino a quando non arrivo su un pulmino in cui mi aspetta Luise Allen, la regista del programma che stava seguendo tutte le riprese su un monitor. Faccio conoscenza con una donna dinamica, veloce, decisa e molto determinata a fare un grande programma. Mi spiega le regole e mi porta in un posto dove dormirò in attesa di conoscere i miei rivali; un albergo sul mare. Ne approfitto e vado a pescare con la mosca dalla spiaggia catturando le mie prime prede delle Seychelles, praticamente una ogni lancio!

Il giorno dopo faccio conoscenza con Ivan Tarin lo spagnolo, molto simpatico, molto spaesato e senza alcuna esperienza di pesca che non sia la pesca a mosca. Mi confessa di non aver preso prede più grandi di 3.5 kg e di non avere nessuna idea di come si pesca in mare.

Li per li mi domando il perché ma poi, smetto e penso solo a scoprire quel posto magnifico in compagnia del mio nuovo amico spagnolo. Insieme conosciamo il terzo della banda The King Fishers” ovvero Stephan Holzhauser, residente alle Seychelles ma di origine Sud Africana . Giovane, molto giovane, al punto che mi chiedo come possa essere un “King Fishers” uno così giovane…almeno  rispetto ad una vecchia ciabatta come me che pesca dal 1967…. Ma tant’è, devo ancora capire che la pesca è solo un pretesto anche se mancano poche ore a verificarlo dopo aver saputo al briefing che avremmo cercato i GT e i DogTooth Tuna a vertical jigging.

Io lo pratico saltuariamente in Italia e all’estero, l’altro ospite non aveva nemmeno l’idea di cosa fosse e di che stessimo parlando…..aspirante “Re della pesca….”

La mattina dopo ci spariamo 2 ore di navigazione…ed arriviamo su una plateaux su cui l’eco segnala milioni di  pesci. Ci viene consegnata l’attrezzatura e verifico che a noi tocca materiale di cui dubito la capacità di resistere ad un GT di 30 kg mentre l’amico Stephan ha la sua Shimano con tanto di Stella 20000. Verifico subito che la pesca si svolge a 70 metri, che Tarin non ha idea di cosa stiamo facendo e che i pesci dopo 20 minuti non se ne vedono.

Apro le danze (??) con una cernia di 1 kg che non vale per la sfida, poi arriva un GT di 3 kg che subito viene spacciato per 7 perché viene letta la bilancia  in libbre anziché chilogrammi. Mi viene da ridere visto che anche in Italia spesso accade…ma questi sono pretendenti King Fishers per cui me ne sto zitto e penso ai veri “King Fisher nostrani”  tipo Germani, Fanelli, Grimaldi, Ursino, , che non parteciperanno mai ad una trasmissione televisiva, questi due non li farebbero nemmeno salire nella loro barca se non dopo un corso intensivo di pesca.

Dopo la prima ora di pesca abbiamo un solo pesce valido quello da 3.5 kg e mille spostamenti. Lo spagnolo non sa che fare, spesso non fa nemmeno cadere l’esca sul fondale e dopo ogni serie di 5 minuti di recuperi si deve fermare per riposare sebbene sia un ragazzone  mentre il “vecchio” (io) continua imperterrito a pompare cercando un pesce. Inutilmente visto che la corrente non ci tiene sui punti e lo skipper non riesce a tenere la barca in posizione.

Proprio in un lancio casuale ed esca a galla, arriva un pesciolone per lo spagnolo che rimane di pietra perché a differenza delle sue trotelle questo gli sfila 200 metri di treccia e lui non sa minimamente come fare. A quel punto poso la canna e mi metto ad aiutarlo spiegandoli che il pesce non si recupera ma si pompa, che non si recupera quando strappa filo ma solo quando si ferma e che bisogna avere pazienza e preservare le forze perché  servono almeno 40 minuti (in cui io non pesco e l’altro…si)  per portare questo pesce a galla.

Un Yellofin Tuna da 30 kg meraviglioso nel blu dell’Oceano Indiano….

Intanto sono passate quasi tre ore, abbiamo cambiato 40 posti e speso quasi tutto il tempo a cercare poste che non erano state memorizzate ovvero, la saga dell’improvvisazione…e io avevo fatto 18 ore di aereo e preso 15 giorni di ferie…..facendo saltare il piano riprese peri miei programmi televisivi…..mahhhhhh?????

La mia esca è stata in acqua forse per 30 minuti, forse meno…..MI girano i co…i come un frullatore…

Sale il mare e la sfida viene fermata e si torna a casa prima delle 4 ore (?????) di pesca previste; io sono incazzato nero perché semplicemente non ho pescato, ho fatto la balia ad un principiante che alla fine mi ha pure battuto per cui io arrivo ultimo in una sfida semplicemente …inesistente…

5 giorni di Seychelles, non Ostia e 1 ora di pesca reale. Sono perplesso e mi domando cosa stia facendo perché così, non ci siamo proprio e lo dico chiaramente alla produzione.

Alla fine partiamo in gruppo e volando Emirates andiamo dopo sole 24 ore di viaggio a Barcellona dove ci aspettano 3 ore di macchina e un freddo cane (-4°C contro i +35 delle Seychelles). Arriviamo nei pressi del fiume Segre, bellissimo e maestoso e capisco che tecnica di pesca dovremo fare; la pesca a mosca solo che la produzione ci proibisce di allenarci per certe regole strane. Gli faccio presente che solo il caso vuole che io sia un discreto moschista e che Stephgan sappia pescare con la coda di topo perché se fossimo stati due principianti a digiuno di Roll Cast e di Doppia Trazione probabilmente ci saremmo rifiutati di esporci ad una brutta figura davanti alle telecamere per cui, è necessario allenarci nei due giorni che precedono la sfida…….Anche se ….solo io ho una canna da mosca da mare che Albeto Salvini mi ha prestato e che uso per l’occorrenza in fiume. Segre magnifico, pulito, ricco di trote e di un rispetto per la natura che da noi non esiste. Basta fare un permesso e si pesca con regole precise e con controlli che arrivano puntuali. Poi arriva la sfida e per far questo ci spostiamo in un paesino sperduto, in una specie di stamberga che chiamano hotel dove almeno si mangia benissimo. Pescheremo a mosca con -7°C in un fiume di cui non ci viene rivelato il nome perché lo spagnolo NON vuole! Semplicemente ridicolo…

Pescheremo a mosca e scoriamo che dovremo dividere una attrezzatura in tre in turni di 10 minuti ciascuno perché “così non spaventiamo i pesci…” Troppo facile caro amico iberico, penso io, tu sai dove pescare perché ci porti i clienti, l’attrezzatura è la tua e noi siamo solo addetti a sfruttare come meglio possiamo i nostri minuti di pesca. Ho i waders umidi, un piede bagnato e non sono affatto in forma ma devo fare buon viso a cattiva sorte anche perché dopo 3 lanci lo spagnolo prende una trota da 51 cm sullo streamer, io nulla e Stephan ne perde una magnifica a 30 cm da guadino. Andiamo avanti così, fino a quando mi sposto, trovo zona che mi piace e prendo la mia trota a cui poco dopo, ne fa seguito una seconda che mi porta in testa. Si arriva su un chalk strema bellissimo e vedo molte trote bollare ma non è il mio turno, sono il terzo in questo settore e lo seychellois non lancia la secca decentemente e va in bianco. Ivan invece non perde la bollata e cattura il suo pareggio con una scena splendida di combattimento mentre io fremo perché le trote sono ancora li che bollano. Tocca a me e tiro fuori 12-13 metri di coda con un finale da 5 metri e ferro una iridea che mi riporta in testa. Lo spagnolo è sotto pressione, l’altro salvo miracoli è fuori dai giochi. E’ il momento di passare al dropper con una ninfetta e una secca come indicatore. Ivan fa una trota da 51 cm e non solo pareggia ma, viste le regole, mi supera di 1 punto. A mia volta, pareggio e….mi fermo qui perché il tempo è finito e ho solo un giro da 10 minuti per vincere la prova…La vince lo spagnolo perché ferra una iridea a pochi istanti dalla chiusura e non resta che complimentarsi con lui!

Il rammarico è il non aver avuto una attrezzatura individuale per pescare le 6 ore piene della sfida ma, alla fine, meno di 70 minuti a testa…..Ovvero dopo 10 giorni di viaggio e 40 di volo ho pescato realmente meno di 4 ore.

 

Finalmente Italia.

Un Airbus 320 Alitalia da Barcellona ci porta tutti a Roma e quindi a Orbetello con un simpatico autobus guidato dal nostro runner Gionata Paolicchi che è essenziale in queste fasi organizzative. Ho scelto la Parrina come resort perché è un posto magnifico in una tenuta spettacolare le camere sono maestose ed ho organizzato una serie di visite ai ristoranti locali per dare idea di cosa sia la Maremma e la sua gente. IL tempo è pessimo ma si pesca ugualmente e la sfida sarà sulle spigole della laguna. Per l’occasione la Colmic mi mette a disposizione tre set perfetti composti da coppia di canne e mulinelli perfetti per lo spinning,  trecce Vastar e artificiali Herackles scelti con attenzione ben sapendo cosa serve a Orbetello. Ogni angler ha una borsetta che contiene il tutto inclusi, forbici, guanti, abbigliamento (Hot Spot Design), fluorocarbon, moschettoni, siliconi, testine piombate e credo di aver fatto il massimo per rendere la sfida bella e pulita. Tutti e tre con gli stessi identici attrezzi…salvo poi scoprire che lo spagnolo alla vista delle borsette con solo 8 artificiali a testa, si lamenta dicendo di sentirsi preso in giro perché con quella roba non si pesca.

Fa finta forse di non aver sentito che anche le mie personali scatole di artificiali (valore di molte centinaia di euro) sono a loro completa disposizione? …Comincio a capire di avere davanti non un simpatico spagnolo ma un furbetto che sta facendosi i calcoli e che vuole vincere anche se di certe tecniche ne sa veramente pochino….

La laguna, il giorno della sfida si presenta perfetta e ci regala una pescata meravigliosa. Prima di tutto, finalmente peschiamo 7 ore filate poi, abbiamo i pesci che collaborano e ne prendiamo 25 battendo il record di catture di tutta la trasmissione. Lo spagnolo, quando si vede terzo, si lamenta per la posizione in barca (libera) della parrucca che fa nel mulinello (identico in tutto agli altri). Io da far mio apro la mia scatola attrezzi a offro i migliori artificiali proprio ai due ospiti e se ammetto di essere stato felice di farlo per Stephan, vero gentiluomo, mi pento per aver agevolato lo spagnolo, troppo agonista per nulla..

Con i miei artificiali vince lo seychellois ocn una preda davanti a me mentre lo spagnolo arranca e si lamenta anche se sa di aver vinto la puntata perché ha in serbo al sorpresa finale ovvero il giudizio sull’ospitalità. A lui in Spagna, felice della pesca a mosca avevo dato un bel 10 punti su 10 mentre nonostante la montagna di cose fatte in Italia in modo impeccabile da tutti, la pesca straordinaria , gli accessori offerti e il cibo clamoroso mi becco 5 ½ punti e perché secondo questo tizio non lo avevo messo in condizione di pescare alla pari con me…..infatti ha vinto il terzo tra noi e non io….

Ho le balle piene di questa situazione e sto per arrivare allo scontro quando a tavola, ospiti della Parrina e davanti ad una eleganza meravigliosa, lo spagnolo senza salutare si alza da tavola e se ne va……Rimango esterrefatto esattamente come la regista, i cameraman e l’amico Stephan delle Syechelles che invece è un signore. A quel punto avviso la produzione che si tratta di un comportamento gravemente offensivo per cui mi riservo di valutare se cacciare dalla Parrina questo buzzurro facendogli trovare taxi e bagagli per l’aeroporto.

Poi mi calmo e me ne frego, tanto ho perso una specie di farsa e per fortuna ci pensa la produzione a rendere giustizia con un montaggio che evidenzia le lacune dello spagnolo (peccato) e la signorilità giovanile del seychellois. Quanto a me, che ho perso e sono buo n terzo per un gioco di punti non legato alla pesca il regalo di essere definito Master of Fishing davanti ad un pubblico di 1 miliardi di spettatori.

Incarto e porto a casa per rituffarmi  nella cose che mi piace davvero fare e che dipendono solo da me; i miei video per Pesca e continuare a vivere questa magnifica avventura fatta di emozioni vere e pulite!

Thanks to:

Colmic e Andrea Collini  http://www.colmic.it per le splendide attrezzature

La Parrina http://parrina.it  per l’ospitalità calorosa

Gionata Paolicchi per l’enorme aiuto dato

La Cooperativa La Peschereccia e il Presidente Luigi Piro  http://www.orbetellopesca.it

Valentina Cerrone per le immagini fotografiche e il tifo!


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