Itinerari Estero

Tra Austria e Croazia… un avventura senza pesca…

Di Gionata Paolicchi pubblicato il 25/08/13

Eh si, quest’anno siamo andati in vacanza con la famiglia ed abbiamo deciso di lasciare canne e vermi a casa… come mai? Beh, in Austria abbiamo Alberto e Francesco Gargantini che ci passano le canne, ehm, nel senso di canne da pesca ovviamente, mentre in Croazia sapevamo che sarebbe stato difficile reperire esche come bigattini e tremoline e quindi per non riempirci l’auto di troppa attrezzatura abbiamo optato per una gita alla scoperta della Croazia, visto che per la famiglia era la prima volta che si andava. Beh io in effetti c’ero stato in Croazia e Slovenia prima della guerra, verso l’88-89 o giù di li e già allora di pesci con la maschera e le pinne ne vidi davvero pochi… purtroppo 25 anni dopo la conferma, sotto riva o dallo scoglio, qualche occhiata, qualche sarago, qualche boga, ma davvero pochi pesci, almeno nella zona dove noi eravamo. Sono invece convinto che tra i fiordi nella zona dove la Bosnia interrompe per pochi chilometri la Croazia sulla costa, in mezzo ai migliaia di allevamenti di cozze ed ostriche, di Orate ce ne siano davvero tante. Ma andiamo per ordine.

Il 26 luglio si parte per l’Aktiv Hotel Gargantini, 590 km da casa nostra e 5 ore precise di auto con due soste (sono soprannominato Furio scusate quindi se sono preciso…), evito di chiamare l’ACI per sapere quanto tempo impiegherò… anche perché vorrei evitare di sentirmi dire “ma va a cagher”… ad aspettarci come sempre la famiglia Gargantini al gran completo. Non facciamo in tempo neanche a scendere le valige dall’auto che porto Gabriele a fare la foto con lo sfondo di Sampei che si trova adiacente il casottino delle esche esterno all’hotel. Iniziamo bene!

L’Austria ormai è casa nostra, anche se per la prima volta sento davvero un caldo esagerato: in Italia Caronte porta 40 gradi di afa, qua siamo a 37-38 ed anche la notte, per tre notti, si soffoca, poi bastano poche gocce d’acqua per far scendere di 10 gradi il termostato. Troppo caldo quindi e soprattutto la Drava è molto sporca a causa di violenti acquazzoni che ci sono stati non troppo distanti da noi e quindi optiamo per fare una semplice e comoda pescatina nel laghetto dell’hotel… beh, si, fin troppo comoda direi.

 

Prendiamo qualche carpetta, un’altra più bella e poi un pesce rosso! L’unico peraltro che decidiamo di fotografare! Gabriele avrà pescato in vita sua forse un paio d’ore quindi è davvero poco pratico ed alle prime armi per fargli fare altri tipi di pesca se non quella con la canna fissa a piccoli pesci. Il povero piccolo, avendo un papà che vive di pesca da 20 anni è a rischio altissimo di rigetto, quindi evito da sempre di forzarlo nella pesca, altrimenti la possibilità che diventi un pescatore è davvero bassa. Passiamo quindi la settimana lontano da barbi e cavedani, ma anche da trote e temoli che ricchi popolano le riserve dell’Aktiv Hotel Gargantini ed andiamo ad un bell’Acqua Park sul Presseggersee vicino Hermagor a pochi passi dal confine con l’Italia, poi alle terme di Villach, sul Weissensee e via dicendo. Con noi anche i nonni che però non ci seguiranno nell’avventura Croata.

 

 

 

 

Il 2 agosto partiamo alla volta del parco di Plitvice in Croazia, è distante “solo” 350 km ma impiegheremo sei ore per arrivarci. C’è da fare un bel pezzo di strada normale, poi la lunga sosta pranzo, arriviamo che siamo già bolliti ma troviamo il tempo per farci un tour di tre ore nel parco, che in effetti, è mozzafiato. Anche li c’ero stato una vita fa e me lo ricordavo perfettamente. Per vederlo tutto ci vuole una giornata piena, anche due forse, davvero vasto. Molti i pesci presenti, per il 99% tutti Cavedani. Peccato sia vietato pescare in questi specchi d’acqua, perché temo ci siano carpe e lucci da antologia… l’indomani alle 8 e 15 si sgomma direzione Mali Ston, 50 km a nord di Dubrovnic, a sud della Croazia, altri 380 chilometri da fare ma per fortuna 280 saranno di Autostrada semideserta.

 

Impiegheremo comunque cinque ore per farli perché i 100 km di strada normale sono ad una velocità media di 50 allora quando va bene. Abbiamo scelto Mali Ston e l’hotel ristorante Vila Koruna perché una domenica di inverno, mentre su Rai 3 ci guardavamo alle Falde del Kilimangiaro con Licia Colò, vediamo un documentario sulla Croazia ed a un certo punto un mega vassoio di ostriche attrae la nostra attenzione: io e mia moglie ne andiamo pazzi ed optiamo di fare una vacanza full immersion tra le ostriche. Siamo pazzi, è vero, non fa in tempo a finire la puntata che già avevo prenotato tre notti in quel posto. Gente cordiale, simpatica, parlano inglese, ci si capisce alla perfezione e mangiamo davvero benissimo che nemmeno in Italia a prezzi la metà dei nostri.

 

 L’hotel è affacciato sul mare, alla fine di un fiordo, ha solo poche camere e prenotare è d’obbligo. Il direttore, Svetan (tradotto è “Santo”) molto simpatico, ci fa provare qualsiasi “conchiglia” anche le più sconosciute, peraltro a Ston, paese adiacente a Mali Ston, che la sera è il nostro posto di svago dove bere una birra ed ascoltare musica locale, è ancora attiva una vecchia salina ed infatti il paese campa sul sale prodotto e sui turisti che vengono a vedere sia la salina che una muraglia che sta proprio sopra il paese davvero molto bella e particolare. Da Mali Ston partiamo alla ricerca delle piccole baie e spiagge per fare ricchi bagni. Non ce ne sono molte, arriviamo infatti fino a Dubrovnic per trovarne una attrezzata con lettini ed ombrelloni. Fa davvero molto caldo in questi giorni e stare sulla spiaggia tutto il giorno è quasi impossibile.

 

 Mi metto maschera e pinne e cerco di trovare forme di vita sottomarine, ma come detto all’inizio… ce ne sono davvero poche. Non importa, da poco tempo ho scoperto che le vacanze sono belle anche senza la canna da pesca e quindi avevo piacere di pubblicare un piccolo report su questa nostra esperienza! Un saluto a tutti.


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