Tecniche

Tramonto da Cavedani... a spinning

Di Roberto Granata - foto Vannucchi pubblicato il 08/05/11


Parliamo di un classico della pesca a spinning, che ha regalato, regala (un po’ meno) e continuerà a regalare (speriamo) momenti di pura soddisfazione a tantissimi lanciatori. Il furbo, lo scaltro, l’onnipresente cavedano. Così era dipinto fino a pochi anni fa ma, ora, sull’ultimo aggettivo ci sarebbe da ridire. Anche la sua presenza è in netto calo in non pochi ambienti, diventando addirittura rara in alcuni di essi. Alcuni grandi fiumi (Ticino e Po nella mia zona, il Pavese, ma anche in altri tratti) lo vedono sempre più rarefatto, per non parlare degli affluenti dei medesimi, dove la ricerca di questo ciprinide si fa in taluni casi tragica. Le cause di tutto ciò sono ormai note, ma non stiamo a sindacare in questa sede, che vuole invece occuparsi del “rovescio della medaglia”, ossia della ricerca estivo-serale del furbo ciprinide negli ambienti che ancora lo ospitano. Suddetti ambienti, ed è bene precisarlo, non sono proprio pochi, perché nei fiumi, rogge e canali non interessati, o meglio non ancora colpiti da vari problemi, il cavedano continua a regalarci un sano divertimento e grandi soddisfazioni. Entriamo quindi nel dettaglio di questo spinning estivo-serale.

    Il “COUP DE SOIR”
Così si può davvero definire il momento topico della ricerca al furbissimo cavedano e, ad aumentarne la frenesia e diminuirne un poco la scaltrezza (per nostra gioia, anche se un po’ a discapito della tecnica), concorrono diversi fattori: 1) La frenesia alimentare (e non) che manifesta in detti orari. 2) L’aggregazione in branchi maggiore rispetto agli altri momenti della giornata. 3) La sua presenza in determinati spot.

Premesso che questa ricerca negli orari attorno al tramonto diventa produttiva nei mesi caldi, all’incirca da Maggio a Settembre, raggiungendo i massimi livelli in Giugno-Luglio, occupiamoci ora delle voci appena descritte.

UN BANCHETTO SERALE
Anche se la fame, come sappiamo, non è mai l’unico motivo che spinge un pesce ad attaccare qualcosa, nel discorso in questione essa assume un ruolo principale, soprattutto parlando del cavedano. Troppi fattori che in pieno giorno non sussistevano nel giusto modo (temperatura dell’acqua, luminosità e quanto vedremo in seguito) concorrono, in questo momento topico, ad “indirizzare” il ciprinide verso copiosi attacchi alle nostre insidie. E, visto il ruolo che gioca il discorso fame, niente di meglio di un buon minnow, da scegliere di norma tra i modelli galleggianti sui 7-8 cm. Il colore, almeno in questi casi, non assume un’importanza vitale, anche se va detto che in taluni casi (elevata trasparenza dell’acqua e, più raramente, prevalenza di particolare minutaglia) il classico argento-nero, oro-nero e simili, hanno una costanza di rendimento superiore. Sì, perché il bello di questa “sagra del cavedano” sta anche nel fatto che, capitando nel punto giusto al momento giusto, si hanno attacchi a ripetizione. Il che, parlando di un avversario che in parecchie altre situazioni ci fa dannare l’anima per aver ragione di un solo esemplare, non è davvero poco Ma quando ha inizio tutto ciò? All’incirca un’ora prima del tramonto (astronomico, vero e proprio), protraendosi fino a mezz’ora circa dopo di esso, per poi scemare gradualmente, anche se abbastanza rapidamente. Negli spot dove tutto ciò succede, che ora andiamo a descrivere troveremo pesci disposti all’attacco (in misura minore) anche al di fuori degli orari suddetti ma, visto il divertimento che ci aspetta, è meglio rinunciare a qualcuno di loro nel tardo pomeriggio, non disturbando così l’ambiente più di tanto ed arrivando così nel migliore dei modi all’”appuntamento”.

ACQUE IN MOVIMENTO
I migliori spot in assoluto sono i salti d’acqua ai piedi delle briglie o delle dighe. D’altronde in estate l’acqua altrove è spesso stagnante, troppo calda e poco ossigenata; va da sé che questi spot con acque in movimento rappresentino una manna dal cielo, tra l’altro anche per la minutaglia e le potenziali prede che ivi si radunano. Per non “bruciare” parte del nostro divertimento, secondo me è più logico concentrare i primi lanci (detto terra-terra) dove finisce la schiuma e la corrente inizia a smorzare, per poi passare gradualmente verso monte,  fino ad arrivare talvolta a pescare nel bel mezzo della schiuma. Questo perché parliamo di un pesce molto furbo (nonostante in questi frangenti le sue astuzie vadano un po’ a pallino) che, per essere ingannato “a ripetizione”, non va insospettito. I pesci presenti in piena schiuma sono meno sospettosi, e meno si aspettano di essere molestati, rispetto a quelli in acque (relativamente) più calme, per cui conviene partire proprio da questi ultimi.


RIFLESSI PRONTI
Spesso l’attacco del cavedano si ha, specie ai primissimi tentativi, non appena l’artificiale tocca l’acqua.  Affinché vada a buon fine, occorrerà quindi il massimo contatto con l’esca da subito, contatto che, logicamente, andrà protratto anche successivamente. Ammesso di entrare in quest’ “ottica da cavedano”, ci potrà aiutare una canna molto rapida, un trecciato e la frizione che non si mette a lavorare nel momento meno opportuno.

Tramonto estivo da godere quindi in riva al fiume, suggestivo e divertente. Magari con qualche zanzara, ma . . . non si può avere proprio tutto dalla vita.


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