Tecniche

Trote di risalita

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 08/11/18

Nei miei tanti viaggi intorno al mondo in cerca di salmoni ho imparato dalle varie guide che di volta in volta mi hanno accompagnato in questa fantastica tipologia di spinning che i pesci di fresca risalita dal mare al fiume si identificano con il termine anglofono di “ running fishes “ , cioè letteralmente “ pesci che corrono “ , e mai termine più appropriato si potrebbe usare parlando dei salmonidi anadromi , siano essi della varietà Atlantica che appartenenti alle cinque specie provenienti dall’oceano Pacifico . Il richiamo di acque più fresche e magari abbondanti a causa di piogge recenti è irresistibile per questi meravigliosi pesci che potremmo definire eterni viaggiatori . Purtroppo nei pur bellissimi  fiumi del nord del nostro Paese non possiamo vantare corsi d’acqua interessati  dalla risalita di questo nobilissimo viaggiatore anadromo ; tuttavia in certi luoghi avviene tutti gli anni  una migrazione assimilabile alla risalita dei salmoni.  Mi riferisco ai  fiumi che si riversano nei nostri grandi laghi Prealpini dove , in corrispondenza dei primi giorni di settembre e a causa del graduale abbassamento della temperatura dell’acqua , si assiste ad una massiccia risalita per raggiungere gli areali di fregola da parte di grosse trote lacustri che vanno ad occupare le varie pools unendosi alle popolazioni stanziali di trote come fario e marmorate presenti stabilmente in fiume . Questa migrazione di massa è spinta , per così dire, dall’irrefrenabile istinto di trovare una femmina per dare inizio all’atto riproduttivo . La  delicata fase biologica dei salmonidi sfocerà poi nei mesi di novembre e dicembre nella deposizione di milioni di uova che daranno vita alle nuove generazioni di trota lacustre . Agli occhi attenti di noi spinners non passerà inosservato tutto ciò e non ci faremo certo perdere questa ghiotta occasione per tentare la cattura di qualche grossa lacustre , ben inteso rispettando i periodi di chiusura . Ad un periodo molto caldo ed altrettanto avaro di catture come sono i mesi di luglio e agosto , ne segue uno a dir poco entusiasmante come quello rappresentato dai primi mesi autunnali , caratterizzati da una ripresa di attività di tutti i pesci predatori sia in contesti acquei torrentizi e fluviali che nei tranquilli bacini lacustri ; il fiume dopo il periodo estivo caratterizzato da acque opache per il graduale scioglimento delle nevi in quota , ora ritorna ad avere un regime idrico ottimale con linfe limpide e grande sviluppo larvale di tutti gli insetti che vivono in acqua . Anche i piccoli pesci stanziali riprendono le loro abitudini spostandosi all’interno dell’asta fluviale da una pool all’altra , stando ben attenti a non trasformarsi nel pasto di qualche grossa trota marmorata o lacustre . Insomma tutto l’ecosistema – fiume si rivitalizza e per noi lanciatori ciò rappresenta una vera e propria festa prima della chiusura della pesca per l’imminente fase riproduttiva, chiusura  prevista nella quasi totalità dei casi per la prima domenica di ottobre . Anche in questo caldissimo 2018 sono stato costretto , specialmente nel mese di agosto , ad attaccare la canna al chiodo a causa del grande afflusso turistico che ogni anno interessa le sponde del lago Maggiore che in questo periodo presenta acque anossiche e con temperature  oltre i venti gradi , troppi per l’attività predatoria dei suoi abitanti . Ogni anno profitto di questa pausa per riordinare l’attrezzatura in vista dei mesi autunnali quando tutti i predatori di lago e fiume tornano sul piede di guerra ; anche quest’anno non ha fatto eccezione e nella prima settimana di settembre ho programmato alcuni uscite in fiume nel tratto appena superiore alla sua foce in lago . Questo tratto del grande corso d’acqua è il primo ad essere interessato dalla massiccia migrazione di trote lacustri che si ritrovano ammassate sotto la prima vera impegnativa rapida che il fiume gli prospetta ; qui le acque scorrono veloci creando di tanto in tanto invitanti ritorni di corrente dove i salmonidi riprendono fiato e tendono agguati alla minutaglia presente in fiume . La ritrovata limpidezza dell’elemento liquido ed il suo basso regime idrico permette di arrivare con i nostri artificiali nelle zone più promettenti tentando i grossi pesci con corposi cucchiai rotanti e pesanti minnows fatti lavorare a dovere nelle varie pools . Così il giorno 6 settembre decido di effettuare la prima uscita in fiume invogliato anche dalla temperatura gradevole e dal colore verde smeraldo che le acque presentano ; anche la giornata , dal punto di vista del meteo , è ottimale con il cielo che alterna momenti di sole ad altri di copertura nuvolosa , non scongiurando possibili precipitazioni temporalesche , quanto mai gradite ai predatori . In mezz’ora di auto raggiungo un ampio parcheggio sulla riva destra del fiume che tuttavia necessita di una camminata di circa venti minuti per essere raggiunto ; davanti a me si presenta una lunga spianata di circa un centinaio di metri dove la corrente principale a centro fiume genera dei ritorni d’acqua laterali dove i salmonidi solitamente stazionano . Ma è la riva opposta ad offrire le migliori possibilità , con gli spots coperti dalla folta vegetazione ripariale che complica non poco le fasi di lancio. Per questo spinning di fiume sono solito utilizzare la mia fedele Intruder , un modello Rapture in due sezioni di misura mt 2,40 alla quale abbino il sempre affidabile mulinello SX-1 anch’esso della Casa parmense caricato con un trecciato di spessore 0,15 mm al quale vado a connettere tramite un nodo Tony Pegna ben eseguito uno spezzone di circa un metro e mezzo dell’ottimo fluorocarbon XPS di Trabucco dello spessore 0,30 mm . Questa combo , nel tempo , mi ha regalato molte catture di mole garantendomi sempre alte prestazioni . Una valida alternativa è rappresentata dalla canna Impreza sempre targata Rapture da 2,70 mt con potenza di lancio 10/45 grammi . Per quello che riguarda gli artificiali qui la fanno da padroni cucchiai rotanti e minnows , con una mia netta predilezione per i modelli lipless che,  nella fattispecie , identifico con l’ottimo Dexter di Rapture , un vero e proprio asso nella manica nella ricerca di trote sia in fiume che in lago con i suoi 7,5 cm di lunghezza e i ben 28 gr di peso . Inizio la mia pescata connettendo un rotante , lo Spinner AG del numero tre di Rapture , facendolo entrare in rotazione subito non appena entra in acqua ; percepisco in canna le classiche vibrazioni prodotte dal cucchiaio e ciò è una garanzia che mi tranquillizza circa il suo corretto funzionamento . Dopo i primi lanci infruttuosi scendo a valle di una ventina di metri ed effettuo un lancio misurato proprio sotto le fronde degli alberi in riva opposta : chiudo l’archetto e dopo una frazione di secondo avverto in canna una gran botta alla quale rispondo con una pronta ferrata . Attraverso l’acqua limpida scorgo il pesce mostrare i fianchi chiari ed inizia così un combattimento breve ma intenso durante il quale il pesce cerca in tutti i modi di liberarsi dall’inganno . Gli faccio attraversare a fatica la corrente centrale e la spiaggio a distanza sul ghiaieto del fiume : non è ciò che mi aspettavo ( una lacustre) ma una marmorata dalla livrea molto chiara di circa quaranta centimetri di lunghezza . Il cucchiaio fa salda presa tra le fauci del pesce e fatico non poco per estrarlo dall’apparato boccale del nobile salmonide ; seguono alcune foto di rito con il rammarico di non poter farsi immortalare con la cattura causa l’assenza di anima viva sulle sponde del fiume . Un’abbondante ossigenazione in acqua precede il doveroso rilascio . Intanto il cielo si fa cupo e pesanti nuvole incombono all’orizzonte togliendo la fastidiosa luminosità accecante del sole ;  spira una leggera brezza e , dopo aver rinnovato il nodo che unisce l’artificiale al moschettone , ritorno a lanciare nei pressi della riva opposta facendo molta attenzione ai primi giri di manovella , quando cioè l’artificiale inizia la sua rotazione . Passa circa un’ora senza altre catture così decido di cambiare artificiale : scelgo dalla tackle box un Dexter dalla livrea dorata e adatto il mio recupero alla nuova tipologia di lure ; questo straordinario lipless va fatto “ rotolare” letteralmente tra le asperità del fondale mantenendo sempre costante il contatto con esso e alzandolo talvolta dal fondo per poi farlo nuovamente collassare ; effettuo un lunghissimo lancio a monte a cui segue un recupero sincopato a favore di corrente . Circa a metà del suo tragitto il minnow subisce un brusco arresto e non tardo a portare una poderosa ferrata : la mia Intruder si piega fino alla schiena evidenziando la sua azione parabolica sotto i colpi di un diavolo all’altro capo del filo che non vuole cedere nemmeno un metro . Allento un poco la regolazione della frizione che “ suona “ una musica per me celestiale ; il pesce prende filo fino a quando , a circa venti metri da me , compie uno spettacolare salto fuori dall’acqua mettendo a durissima prova tutta la combo . Tendo il filo e sento che c’è ancora trazione e , rincuorato , cerco sulla riva un posto sicuro dove spiaggiare il pesce . Indietreggiando ulteriormente porto la lacustre dai fianchi argentei fuori dall’acqua , appoggio la canna in terra e mi getto sul pesce che ora si mostra in tutta la sua superba bellezza ; si tratta di una femmina di circa un chilogrammo e mezzo abbondante che ha aggredito il minnow e ne è rimasta vittima dell’ancorina di pancia . Solo ora mi accorgo della presenza di un altro pescatore che ha assistito a tutte le fasi del combattimento ed ora è pronto per scattarmi qualche foto , al termine delle quali rilascio il pesce nel suo ambiente ringraziandolo per l’emozione donatami . Riprendo fiato mentre si scatena un breve ma intenso temporale non lasciandomi quasi il tempo di  indossare l’impermeabile . Sostituisco velocemente il terminale al quale connetto ancora il Dexter e risalgo di una cinquantina di metri il fiume dove , nei pressi della riva opposta , scorgo un’invitante rientranza con conseguente ritorno di corrente estremamente promettente ; dopo una decina di lanci in zona , con uno di essi riesco finalmente a raggiungere il punto esatto dove dovrebbe stazionare la trota e appena inizio il recupero , da manuale , percepisco la botta sulla quale però il pesce non rimane ferrato ; dopo un attimo di sconcerto riprendo il recupero e una seconda violenta frustata piega la mia canna . Dopo il primo attacco il predatore aveva seguito il tragitto del minnow portandone un secondo e definitivo al quale ho risposto con una corta ma pronta  ferrata ; ho ancora la canna piegata e questa volta il pesce sembra essere di tutto riguardo . Attraverso l’acqua trasparente ne avverto le fattezze e durante le fasi del combattimento mi mostra i fianchi argentei prima di compiere il classico salto , preludio alla resa . Sto vivendo una giornata memorabile e cerco di assaporarne le intense emozioni il più a lungo possibile . Sempre procedendo a ritroso porto il pesce sul bagnasciuga dove lo adagio per una serie di foto insieme all’attrezzatura . Non vi è più presenza umana in zona  forse a causa della pioggia che ora cade leggera ; mi rammarico di non poter essere immortalato  con il grosso pesce tra le mani , ma tant’è e mi affretto ad ossigenarlo con il muso orientato verso la corrente e l’acqua che fluisce dalla bocca all’apertura branchiale . Scatto ancora qualche foto allo spot e faccio ritorno al sentiero nel bosco che di li ad una ventina di minuti mi conduce all’auto ; sono consapevole di aver vissuto una giornata eccezionale per quantità e qualità di catture : questo fiume o lo si ama o lo si odia , ma comunque sia è in grado di regalare emozioni intense che rimangono impresse a fuoco nella mente . Il resto lo fa la grande passione per questa disciplina che , ancora dopo cinquanta anni di pratica , è in grado di sorprendermi .


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