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Trote nei fiumi Bosso e Burano

Di Roberto Barbaresi pubblicato il 10/05/13

Dalla zona montuosa delle Serre di Burano, spartiacque di modesta quota altimetrica dell’Appennino Umbro-Marchigiano, originano i due fiumi da trote più interessanti della Provincia di Pesaro e Urbino. Si tratta di corsi a carattere torrentizio e regime idrologico prevalentemente pluviale che raggiungono portate massime nel periodo autunnale e invernale, mantenendole buone in primavera e ad inizio estate, per poi scendere a drammatiche minime nel periodo tardo-estivo quando alcuni tratti superiori soffrono i numerosi emungimenti e vanno pressochè in secca. Una particolarità che distingue questi sottobacini del fiume Metauro è il consistente apporto di acque, superficiali e sotterranee, che ricevono dai massicci calcarei del Catria e del Nerone, massime altitudini dell’entroterra pesarese. Proprio grazie al contributo di acque fresche provenienti dai piccoli laterali e dalle sorgenti in alveo durante il percorso, le porzioni mediane risultano le più rilevanti per la pesca in quanto ben popolate di trote Fario che condividono l’habitat con Cavedani, Barbi, Vaironi e Ghiozzi Padani. Nel reticolo di tributari e piccoli affluenti (la maggior parte vietati alla pesca) sono presenti anche residue popolazioni di Scazzone e Gambero di Fiume.

DUE FIUMI MOLTO FREQUENTATI

Il Bosso e il Burano sono i due fiumi del pesarese più rinomati per la pesca alla trota, molto simili per caratteristiche ambientali, popolazione ittica, normativa, zonazione, e attirano praticamente tutte le tipologie di pescatori. Entrambi i corsi d’acqua presentano varie morfologie lungo i loro percorsi offrendo differenti situazioni di pesca. I tratti superiori scorrono prevalentemente in alvei stretti con moderata pendenza, in certi punti molto infrascati, caratterizzati principalmente da correntine e piane poco profonde, scendendo verso valle conformazioni rocciose creano alcune cascate e grosse buche. Come già esposto in introduzione, le porzioni medie e inferiori dei fiumi conservano una portata idrica tale da rendere soddisfacente l’attività di pesca anche in estate, tuttavia il periodo migliore è da considerare quello primaverile, con Maggio e Giugno a contendersi il titolo di mese più redditizio, oltre che appagante dal punto di vista dell’ambiente circostante.

IL BOSSO

Acquisisce il toponimo di fiume Bosso nei pressi dell’abitato di Pianello dall’unione tra il torrente Certano, proveniente dalle Serre, e il torrente Giordano (purtroppo considerevolmente captato) che scende dal versante meridionale del Monte Nerone. Lungo i 15 chilometri di percorso riceve l’apporto di numerosi piccoli affluenti (Fosso Fiumicello, Fosso di Teria, Rio Pescare, Fosso del Molino, Fosso Cerbino) e della cospicua sorgente di San Niccolò. Il fiume è costeggiato dalla Strada Provinciale 29, il tratto iniziale offre tante belle correntine tra sponde boscate, spazi angusti e sempre ombreggiati, alle quali si accede rapidamente dai numerosi varchi visibili dalla strada. Superata la località Molino di Secchiano la conformazione delle sponde diventa principalmente rocciosa e offre scenari ancor più accattivanti, il fiume scorre alcune decine di metri sotto il piano stradale formando numerose buche profonde, alcune raggiungibili percorrendo brevi sentieri scoscesi e altre pressochè inaccessibili, per poi allargarsi in un ghiareto poco prima di gettarsi nel fiume Burano a Cagli.

IL BURANO

Sgorga alle pendici del Monte Cerrone, una delle cime maggiori delle Serre di Burano in territorio Umbro, e nei primi chilometri di percorso è poco rilevante per la pesca. Morfologia e habitat cambiano considerevolmente a Cantiano quando i torrenti Tenetra e Bevano insieme a numerose sorgenti vi mescolano le acque provenienti dal massiccio del Monte Catria rendendolo uno splendido fiume da trote. Percorrendo la vecchia consolare Flaminia (oggi affiancata da una strada a scorrimento veloce) vi si accede agevolmente lungo tutta la Gola del Burano, la porzione più rinomata per la pesca, in un’alternanza di correnti increspate e buche molto invitanti. Nei pressi della frazione Foci scorre incassato tra pareti di roccia, difficilmente accessibile e quindi meno frequentato, oltrepassata la cittadina di Cagli e ricevuto l’affluente Bosso, il Burano prosegue verso Acqualagna dove confluisce nel fiume Candigliano dopo un percorso totale di circa 40 chilometri.

TROTE STANZIALI E DI IMMISSIONE

La popolazione di trote dei due fiumi è principalmente stanziale ma vi vengono effettuati anche ripopolamenti con trote adulte in occasione della data di apertura o di alcune manifestazioni agonistiche (due tratti del Burano sono utilizzati come Campo Gara). La pescosità si rivela incostante e molto influenzata dalle condizioni idriche e metereologiche, oltre che dalla presenza di altre specie e dalla considerevole pressione di pesca, chi li frequenta abitualmente sa che Bosso e Burano possono dare tante soddisfazioni ma anche inattese delusioni. La taglia media delle catture non supera i 25-30 centimetri di lunghezza, con numeroso novellame presente, tuttavia non sono inconsuete catture di taglia rilevante, ovviamente più frequenti nelle Zone No-Kill ma segnalate anche nei tratti più a valle, che si materializzano inaspettatamente a chi sa cogliere i momenti migliori.

LE ZONE NO-KILL

Già a partire dagli anni ‘90 nei due fiumi sono state istituite Zone No-Kill riservate alla pesca con le esche artificiali, con limitazione delle giornate e delle autorizzazioni, dove la popolazione di trote è maggiormente strutturata e quasi esclusivamente stanziale. Da quest’anno (2013) i confini che le delimitano, il periodo di pesca e le modalità di accesso, hanno subito delle modifiche con l’intento di promuoverle maggiormente. Le autorizzazioni mezzogiornaliere di pesca (ora gratuite) possono essere prenotate e ritirate presso il Bar Angeli di Secchiano di Cagli tel.0721 781995 per il fiume Bosso e presso il Bar Antica Osteria di Pontedazzo di Cantiano tel.334 3799393 per il fiume Burano. Si pesca nelle giornate di Mercoledi, Sabato, Domenica e festività infrasettimanali esclusivamente con la tecnica dello spinning o della mosca artificiale lanciata con coda di topo. Si può utilizzare una sola esca artificiale munita di amo singolo e senza ardiglione (vietate esche gommose e siliconiche) e vige l’obbligo di immediato rilascio delle catture effettuate, da annotare sul retro dell’autorizzazione per consentire il monitoraggio a fine stagione.

NORMATIVA E INFORMAZIONI

Per pescare nelle acque di categoria “A” e “B” della Regione Marche è necessario possedere la Licenza di Pesca in corso di validità e munirsi del Tesserino Segnacatture Regionale (previo versamento in C/C postale di Euro 5,00) ritirabile presso gli uffici dell’Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino e delle Associazioni di Pescatori, disponibile anche nei due pubblici esercizi abilitati al rilascio delle autorizzazioni per le Zone No-Kill. Stagione di pesca dall’ultima Domenica di Febbraio alla prima Domenica di Ottobre, quota catture giornaliera limitata a 5 capi di misura minima 22 centimetri, divieto di utilizzo e detenzione del bigattino e del pesce esca vivo, divieto di pasturazione. Nelle acque di categoria “A” è in vigore il fermo biologico nelle giornate di Martedi e Venerdi ed è obbligatorio l’utilizzo di ami senza ardiglione. La normativa completa (Legge Regionale, Calendario Regionale, Calendario Provinciale) può essere consultata nei siti www.provincia.pu.it/ambiente/gestione-e-tutela-delle-acque-interne - www.fipsaspesaro.it - www.enalpesaro.it

NON SOLO PESCA

Bosso e Burano sono molto rilevanti anche sotto l’aspetto paesaggistico e naturalistico e quindi frequentati da altri fruitori degli ambienti fluviali. Nel periodo autunnale ed invernale quando le portate sono maggiori i fiumi vengono percorsi da intrepidi canoisti, la rete di sentieri che si snoda lungo le vallate attira trekkers, bikers, rocciatori ed escursionisti in genere durante tutto l’anno. Poi, in piena estate, le pozze più accessibili diventano delle meravigliose piscine naturali di acqua fresca e cristallina dove durante i week-end la densità dei bagnanti può essere paragonata a quella delle non lontane spiagge adriatiche, con la differenza di essere immersi in un ambiente naturale assolutamente splendido e salubre.


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