Tecniche

Trote post apertura

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 07/04/20

Il rito della tanto agognata apertura alla pesca della trota in acque correnti rappresenta ormai solo un ricordo e , dopo aver fatto onore a questa sorta di festa paesana alla quale partecipo sempre di buon grado , finalmente posso dedicarmi anima e corpo ai miei cari torrenti che da ora in avanti regalano il loro aspetto più affascinante . Propendo per battere alcuni piccoli tributari dell’alto Serio dove negli anni spensierati della mia gioventù ho catturato splendide trote fario dai colori fantastici e godo  all’idea di trovarmi solo con il torrente senza la benché minima presenza umana . Qui si entra in un’altra dimensione , senza orpelli psicologici e compromessi da digerire : si è soli con il  rumore dell’acqua che scorre verso valle e tutto il resto del mondo rimane fuori . L’unico elemento di disturbo è rappresentato dal vento teso che spesso pettina queste montagne e rende il cielo di un azzurro intenso che ben si sposa con le vette innevate dei monti circostanti . L’approccio è quello del light – spinning che prevede  come artificiali piccoli cucchiai rotanti , piccoli minnows dall’assetto affondante ed una manciata di artificiali siliconici con relative cone – heads . Tutto qui . La canna è una 2,44 mt in due sezioni con range effettivo di lancio 3 / 15 gr abbinata ad un mulinello taglia 2000 caricato con un trecciatino da sei libbre al quale connettere come finale uno spezzone di ottimo fluorocarbon di spessore 0,20 mm . Così combinato decido di affrontare la parte bassa del torrente tributario dove si immette nel fiume Serio ; qui forma una sorta di canale con le rive naturali dove una buona profondità dell’acqua certifica la presenza di qualche bel salmonide ben disposto ad aggredire le mie insidie . La mossa vincente , per me che conosco a memoria questi luoghi , è quella di lanciare a monte e recuperare a favore di corrente ; l’artificiale prescelto è un cucchiaio Martin del numero 9 con pala argento che inizia il suo lavoro scendendo a favore di corrente con una velocità appena superiore a quella della stessa . E’ il quarto recupero quello vincente e subito mi ritrovo all’altro capo del filo una bella fario sui 30 cm dai colori chiari tipici del luogo luminoso e aperto ; ha aggredito con veemenza l’artificiale ed ora fa bella mostra di se tra le mie mani bagnate per la foto di rito ed il relativo rilascio . Abbandono ben presto il fondovalle per inerpicarmi sulle irte scoscese del torrente che mi regala un paesaggio da togliere il fiato : buchette , colli , correntine , salti d’acqua e rovesci mi invogliano a sondare ogni anfratto del corso d’acqua conscio del fatto che qui le trote hanno livree stupende . Cambio l’artificiale e decido di utilizzare un minnow da 5 cm dall’assetto affondante da far lavorare nei rigiri e nelle correntine di ritorno dei salti d’acqua ; in uno dei tanti lanci finalmente catturo una trota dai colori fantasmagorici che subito immortalo vicino ad una fioritura di primule precoci . Procedo con il rilascio ed improvvisamente l’acqua si intorbidisce , forse per opere idrauliche a monte , così sono costretto a cambiare corso d’acqua . Con l’auto raggiungo in discesa un altro affluente del Serio e dopo un’ascesa di circa due chilometri giungo nei pressi di un minuscolo riale montano dalle linfe cristalline e gelide . Questo posto mi ha regalato negli anni pesci meravigliosi e spero che ciò possa succedere ancora oggi . Le dimensioni ridottissime del corso d’acqua necessitano giocoforza di un approccio completamente differente dai precedenti : la conformazione degli spots estremamente angusti presuppongono l’uso di un’artificiale che entri in pesca appena tocchi l’acqua ed i piccoli shads in silicone montati su cone – heads in tungsteno assolvono egregiamente questa necessità . Sono affezionato ai piccoli shads di casa Milo e ne monto uno da 2 pollici di colore bianco su una testina da 2 grammi . Purtroppo la tormentata conformazione fisica di questo contesto acqueo mi obbliga a pescare dalla stradina che lo costeggia e spesso non c’è altra soluzione per salpare i pesci che estrarli velocemente dall’acqua facendogli fare un balzo di un paio di metri . Il primo spot interessante è un salto d’acqua dove alla base vi sono invitanti insenature nella roccia tra la schiuma e le morte laterali ; lo shad vola preciso a lato della buchetta e in una frazione di secondo viene ferocemente aggredito da un pesce di dimensioni inusuali per il posto.  Non c’è il tempo per il combattimento e così forzo il pesce fuori dal suo elemento sperando che non si slami ; tutto procede bene e ora mi ritrovo ad ammirare una trota di rara bellezza e dai colori sgargianti . Si tratta di una fario di 36 cm ( un vero mostro per acque simili !!! ) Scatto alcune foto e la rilascio nella sua buca . Proseguo a risalire finché trovo una lunga spianata che “ accarezza “ un muraglione di contenimento della sede stradale dove alla base si formano invitanti nascondigli da dove i salmonidi possono tendere agguati ai piccoli scazzoni presenti nel corso d’acqua : lancio dove ha origine la correntina ed inizio un recupero lento dello shad fino a che circa a metà vedo una sagoma scura attaccare l’esca . Ferro prontamente e porto a guadino un’altra splendida fario variopinta e con pinne che sembrano ali . Fatico un poco a liberarla dall’uncino ma , dopo un paio di foto , è pronta per ritornare nel suo ambiente viva e vegeta . Giungo dove il riale è veramente molto stretto ma continuo a pescare perché sono certo che anche qui ci sono trote ; sempre operando con lo shad di Milo lo appoggio a favore di corrente all’inizio di un piccolo tunnel dove l’acqua che scorre nasconde alcune sagome scure che riesco a intravvedere sotto il manto stradale . Lascio che l’artificiale trasportato dal flusso correntizio giunga alla fine del tunnel e poi inizio un recupero lento e sincopato che in verità dura molto poco in quanto una trota aggredisce subito il pescetto e mi obbliga ad una pronta e tempestiva ferrata ; estraggo la trota da quel luogo angusto e ne ammiro la livrea nera come il carbone inframmezzata qua e la da macchie rosse ed azzurrognole . Lo shad fa presa nella parte destra del suo apparato boccale e , dopo aver scattato qualche foto , libero anche questa trotella . Ora decido di fare ritorno all’auto mentre le lunghe ombre crepuscolari accompagnano i miei pensieri in un vortice di gioia ripensando alle catture della sessione appena conclusasi ; giungo all’auto , ripongo l’attrezzatura e mi compiaccio con me stesso per aver avuto lo spunto di abbandonare i problemi cittadini  e decidere di provare a svagarmi per qualche ora lontano dalle preoccupazioni quotidiane ; questi posti ameni hanno l’invidiabile caratteristica di “ rapire “ chi decide di avventurarcisi allontanando tutti i pensieri negativi e avvicinando gli esseri umani al fascino e ai ritmi biologici della natura . Nel mio caso poi questi luoghi mi legano indissolubilmente ad un periodo della vita spensierato e ad anni vissuti con una felicità nel cuore mai più ritrovata . Sono contento di essere tornato qui e , anzi , mi riprometto di abbandonare più spesso le acque del mio amato lago Maggiore per fare un grande salto nel tempo passato e ritrovare la felicità di emozionarsi per una trota da 30 centimetri . Abituato come sono a gioire per le catture dei  vari predatori lacustri di ben altre dimensioni rispetto agli abitanti di questi piccoli riali ,  ritrovo il sottile piacere di ammirare questi pesci , la loro perfetta bellezza e la straordinaria capacità di adattamento a contesti così difficili . E la riflessione che ne scaturisce inevitabilmente è quella di prendere coscienza che la natura è in grado di rigenerarsi in modo sorprendente se solo diamo  lei l’opportunità di farlo !


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