Tecniche

Un fiume da proteggere

Di Emanuele Zago pubblicato il 14/10/09

UN FIUME DA PROTEGGERE/1 “Si sta distruggendo un ecosistema unico per fini di lucro”

 

La rivolta dei pescasportivi

 
ROVIGO - “Tutti in piazza prima che facciano piazza pulita”. Questo lo slogan che campeggiava su magliette e striscioni portati da oltre 200 pescatori sportivi di acque interne che ieri hanno invaso, pacificamente, le strade e la piazza di Rovigo. Provenienti, non solo dal Veneto, ma anche da Roma, dall’Abruzzo e dalla Toscana, i pescatori hanno voluto alzare la voce per denunciare, una volta per tutte, il fenomeno di “bracconaggio industriale che, insieme all’inquinamento sistematico, sta distruggendo interi ecosistemi, il tutto nell’indifferenza generale”.



In testa al corteo, partito da Piazza d’Armi e arrivato fino in piazza Vittorio, una corona di fiori, una bara di cartone portata a spalla e un pescatore in costume da prete, per celebrare il funerale della pesca. “Ucciso il fiume: morto il futuro della pesca” si leggeva sul nastro della corona di fiori. “Oggi portiamo una bara vuota come vuoti sono ormai lunghi tratti dei nostri fiumi. Non può esserci futuro in un ambiente compromesso”, questo un altro degli slogan che hanno cadenzato il passo dei manifestanti.
Al centro di piazza Vittorio, capolinea della manifestazione, campeggiava lo stand “Mostra degli orrori e degli errori”, dove, tra le altre cose, si potevano vedere alcuni degli strumenti utilizzati dai predoni del Po e foto che documentano i danni arrecati dal racket.
A guidare la protesta Gianluca Milillo, conosciuto da tutti come Basco, che è arrivato direttamente dall’Abruzzo per cercare di tutelare il Grande fiume, sottolineando come “sia un patrimonio di tutti, un’entità biologica unica che non può essere diviso in confini di province o regioni, ma che salvaguardato per il bene dell’intero Paese”.
Il funerale della pesca, poi, è proseguito con la deposizione, all’interno della bara, di una grande lisca, che sta a simboleggiare la morte della pesca, ma anche ciò che i predoni lascino delle loro catture sulle rive del Po.
“Questo bracconaggio frutta fino a quattro milioni di euro per ogni organizzazione, ciascuna delle quali conta fino a 300 affiliati, segno che la distruzione sistematica dell’intero ecosistema del Po sta avvenendo per fini di lucro” denunciano i pescatori.
“Quest’opera di bracconaggio sistematico - insistono - si fa forte di leggi mal interpretate sulla soppressione di specie alloctone (non originarie del territorio, ndr). Ma oggi praticamente il 90% delle speci presenti nei nostri corsi d’acqua sono alloctone, perché si sono adattate a vivere anche in condizioni difficili, in acque inquinate. Sterminare le uniche forme di vita capace di vivere nelle nostre acque non è certo il modo giusto per ridare dignità al Po. Non è possibile che l’unico modo per riqualificare il fiume sia uccidere tutti i pesci”.
Mentre ancora nella piazza riecheggiavano gli applausi scaturiti dopo questo ultimo passaggio, Milillo ha sottolineato come da sempre il fiume sia fonte di vita, mentre ora è solo terreno di caccia per predoni che “con scariche elettriche fino a mille volts non ammazzano solo un siluro da 50 chilogrammi, ma anche lucci, uova e alghe, il tutto nell’indifferenza più totale. Ciò ha portato a fare del bracconaggio un’autentica professione che porta la carne delle razzie sulle tavole dei consumatori senza nessun controllo igienico sanitario, che comunque difficilmente supererebbe”.
Da tempo i pescatori sportivi, che sono le prime sentinelle del fiume, denunciano questo racket, ma per farsi ascoltare hanno dovuto scendere in piazza. E la scelta di manifestare a Rovigo non è casuale. La nostra provincia “vanta il maggior numero di licenze di pesca professionale in acque dolci, elemento ed esempio di visione anacronistica e distruttiva, tra cui spicca il nuovo rilascio della licenza professionale al capo della più rilevante organizzazione ungherese di bracconieri industriali presenti sul Po”, concludono i rappresentanti di Gruppo siluro Italia, tra gli organizzatori della manifestazione.

Emanuele Zago

 

UN FIUME DA PROTEGGERE/2 “Collaborino anche i cittadini”

 

“Serve un tavolo tecnico di confronto”

 

 


ROVIGO - Obiettivo primario dei pescasportivi, una cui rappresentanza ieri ha manifestato a Rovigo, è quello di fermare il racket dei siluri che sta “uccidendo il Po”.



Le numerose denunce e i pochi fermi che ne sono conseguiti, infatti, non bastano ad arginare un traffico che frutta milioni di euro. Per questo i pescasportivi chiedono “l’istituzione di un tavolo tecnico di confronto con la Provincia per esporre la gravissima realtà di crimini ambientali rilevati, segnalati, ma non risolti e, soprattutto, una nuova gestione delle acque che ponga fine a questo stato di degrado e abbandono”.
Ma ciò non basta, i pescatori chiedono la collaborazione anche dei singoli cittadini, invitando tutti a denunciare anche singoli atti di inquinamento e di bracconaggio, questo perché “ se siamo in molti a denunciare certi fatti, se siamo tutti a dire basta, allora non sarà più solo la voce dei pescatori ma sarà la volontà comune a parlare. E in questo caso non potranno fare a meno di ascoltarci”.
“Occorre preservare questo enorme patrimonio, che è il fiume Po, e per farlo è fondamentale che sia le amministrazioni che la gente comune aprano gli occhi. Noi, dal canto nostro, faremo il possibile per portare il problema sui tavoli che contano”.
“La gente deve sapere che questi criminali - proseguono i pescasportivi - poi reimmette sul mercato la carne dei pesci depredati, con seri rischi anche per la salute di tutti. Per questo serve anche uno studio e un confronto che coinvolga, non per ultimi, gli utenti onesti del patrimonio ittico e non solo quelli che lucrano sulle nostre risorse impoverendole fino all’estinzione”.

E. Z.

 

UN FIUME DA PROTEGGERE/3 Frigato: “Serve un progetto concreto di disinquinamento”

 

“Dichiariamo guerra ai predoni”

 

 


ROVIGO - Una presa di posizione così forte da parte dei pescasportivi contro il bracconaggio non poteva certo lasciare indifferenti le istituzioni, che hanno espresso il loro appoggio e solidarietà.



L’assessore regionale alla pesca, Isi Coppola, si sta occupando in prima persona del problema del bracconaggio dichiara di essere pronta a usare ogni mezzo per fermarlo. “Ai pescatori sportivi che sono scesi in piazza va tutto il mio apprezzamento e tutta la mia solidarietà. So che stanno raccogliendo materiale che documenta le numerose razzie sul Po e ho chesto che mi venga presentato un dossier con tutta la documentazione in modo da poter intervenire a livello istituzionale contro quella che sta diventando una vera piaga per la nostra regione”. “Ciò che sta avvenendo in Veneto è già accaduto in Piemonte e Lombardia dove di fatto sono stati distrutti diversi ecosistemi e desertificati interi corsi d’acqua. Quest’opera di bracconaggio, unita all’inquinamento sta modificando il nostro ambiente anche lungo i piccoli corsi d’acqua e fossati, facendo sparire nel giro di pochi anni intere specie”. “Ritengo - precisa la Coppola - che questa situazione non sia più accettabile. Non si tratta di turismo al siluro, queste persone non hanno nulla a che fare con i pescatori sportivi, ma sono dei veri predoni, dei banditi che deturpano l’ambiente e devastano l’ecosistema”. “E’ un traffico illecito non soggetto a nessun controllo, anche a livello sanitario, e perciò va fermato. Certo è la Provincia l’ente deputato al controllo, ma probabilmente la mole di lavoro è molto grande, perciò io sono disponibilissima, in base alla normative e nel rispetto delle competenze di ogni istituzione a fare di tutto per cambiare le cose”. “Tutto ciò - conclude la Coppola - non è più tollerabile. Perciò la Regione è pronto a dichiarare guerra a questo fenomeno di bracconaggio”.
A portare il proprio sostegno ai pescatori anche Antonello Contiero, componente della terza commissione consiliare provinciale, tra le cui competenze figura la pesca. “Quello della pesca sportiva è uno sport da tutelare con regole certe, facendo di tutto per arginare la piaga del bracconaggio. Ma per fare ciò occorre la collaborazione di ogni singolo cittadino, che deve denunciare certi fatti nel momento in cui vi assiste”. “Ma per stimolare il senso civico dei cittadino occorre fare in modo che l’istituzione provincia li faccia sentire tutelati e che vigili. I cittadini e i pescatori devono essere i primi a denunciare i predoni e, in caso la Provincia non intervenga, sono disposto a prendere personalmente in carica le segnalazioni per farle arrivare sul tavolo dell’assessore competente”.
Il sindaco di Rovigo Fausto Merchiori, presente alla manifestazione, ha voluto esprimere la propria solidarietà ai pescatori: “Le motivazioni che hanno portato a questa manifestazione sono tutte condivisibili. Rovigo ha ospitato volentieri i manifestanti nella piazza principale, è necessario far cessare quanto prima questo fenomeno di inquinamento e bracconaggio che caratterizza i nostri fiumi e corsi d’acqua, creando squilibri e giusto risentimento in una categoria di pescatori che vede deprezzata la propria attività e sportività”.
Tra gli intervenuti anche il coordinatore provinciale del Pd, Gabriele Frigato, che ha definito i motivi alla base della manifestazione “un ragionamento interessante e condivisibile. Ma occorre andare oltre inserendolo in un progetto più ampio di disinquinamento, riqualificazione e utilizzo di questa grande risorsa che è il fiume Po”.

Emanuele Zago

 


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