Tecniche

Un piacevole ritorno, parte due di due

Di Roberto Ripamonti pubblicato il 01/01/12

Avevate letto la prima parte di questo articolo due settimane fa? No? Allora clicca qui prima di leggere questa seconda ed ultima parte.

 

Costruzione del terminale.

Considerando le condizioni di mare la scelta obbligata è quella di un long arm di circa 2 metri con 020 mm in fluorocarbon. E’ una buona opzione perché offre resistenza, un minimo di rigidità ed affidabilità quanto basta a poter controllare prede adeguate. Questo perché le canne scelte sono leggere mentre, se avessi optato per una piccola ripartizione con rotante da 15 libbre non sarebbe stato possibile scendere, a mio giudizio, sotto lo 022-024mm. Ma questa è solo una questione di scarsa sensibilità che non è possibile generalizzare. La scelta dell’Aderbeen è controversa ma è quella che si è resa necessaria in mancanza di altre alternative nel box degli accessori. Con questo tipo di amo il rischio che una orata di taglia possa schiacciarlo è molto alto e già verificato in precedenti esperienze per cui è necessario scegliere ami che abbiano un minimo di resistenza addizionale.

Il lungo finale migliora la sua stabilità e resistenza ai grovigli mediante una buona “brillatura” che regala eleganza e, evita l’impiego di altri sistemi per distanziare la lenza dal piombo. L’idea di un terminale assolutamente pulito è un obbiettivo che dobbiamo raggiungere sempre!

 Ricerca del settore

Per trovare il canalone sono ricorso ad un metodo vecchio come il surf ovvero quello di effettuare una serie di lanci con il solo piombo per sentire letteralmente la consistenza della sabbia. Dopo vari tentativi di sabbia chiaramente dura e ondulata trasmessi dalla cima con una serie di contraccolpi secchi, finalmente individuo una zona di sabbia morbida nella quale il piombo si affloscia e nel recupero, viene quasi trattenuto. La cima della canna trasmette questa situazione con una flessione progressiva durante un recupero lento che permetta al piombo di strisciare sul fondo. La memorizzazione della distanza può avvenire sporcando il filo con un pennarello oppure mettendo un piccolo pezzo di power gum modellato in modo da non creare la minima ostruzione alla distanza di lancio. Ovviamente la scelta del settore dipende anche dal controllo visivo della spiaggia osservandola per la sua lunghezza al fine di individuare i possibili canaloni e le punte seguenti.

 Orate e sorprese!

Il mare è calmo e le esche sono in acqua senza il minimo segno di vita quando finalmente accade ciò che aspettavo; la punta si flette e mi ritrovo con qualche cosa di non particolarmente grosso ma sicuramente, vivo e vegeto dall’altra parte. Dopo pochi istanti sento un paio di testate e capisco che siamo tornati all’antico e una orata è arrivata a visitare il mio bibi sul long arm. Ancora qualche testata, un pio di fughe che mi mettono in apprensione perché non sono molto abituato a pescare con il 20 di finale e quindi mi ritrovo a far scivolare una orata di circa 800 kg (forse meno) sulla battigia. Per me la sessione potrebbe essere già finita perché tanta grazia macchiata di oro è molto più di quanto mi potessi aspettare ma, l’ingordigia è molta per cui mi rituffo in pesca e dopo poco ferro una seconda orata. La mangiata è tipica e fatta di potenti flessioni in sequenza che squassano la cima e che dal primo istante fanno capire che arrivato un avversario vero. Sono le fasi in cui l’amo può andare sotto pressione eccessiva ed essere schiacciato sotto i denti faringei. Chi pratica questa pesca può aver già incontrato questa esperienza negativa e sa cosa vuol dire ritrovarsi il terminale inutilizzabile per aver scelto l’amo sbagliato. Un paio di brutte esperienze e si impara presto…..

Nel frattempo arriva il tramonto e in concomitanza, il culmine di marea unito ad un rinforzo del vento che  fa salire velocemente le onde. La situazione diventa rapidamente al limite perché salgono diverse alghe ma, so per certo che si tratta di un momento eccellente, se si è pronti a reagire. Il canalone davanti a me comincia a disegnarsi per cui, elimino un bracciolo ed accorcio i long arm fino ad arrivare ad 80 cm rimettendomi a pescare come ho sempre fatto ovvero, con due short rovesci scorrevoli che tengono la turbolenza in modo perfetto anche con diametri piccoli. Scelgo un finale dello 024mm in fluorocarbon abbastanza rigido da garantirmi una buona tenuta alla piccola turbolenza che si sta sviluppando e torno in pesca.

Sulla canna di destra, ed oramai è buio, arriva una bella “botta” che individuo perché porta via filo dalla frizione con un paio di testate decise.

Dopo la ferrata, spesso assolutamente inutile perché con 100 e passa grammi di piombo il finale è auto-ferrante, sento una difesa laterale e qualche piccola fuga.

Arriva sotto riva una seconda orata di circa 5 etti a cui fa seguito una terza ed una quarta cattura in rapida sequenza. In altri tempi sarebbe stata una sessione normale  ma, questa serata è veramente di quelle da ricordare anche per chi ha vissuto gli anni storici del surf di Badesi, Platamona e Orosei per cui, trattengo solo un pesce mentre tutti gli altri tornano in acqua come faccio sempre più spesso. Non capita tutti i giorni una pescata di questo livello per cui, è bello poterla ricordare quando, tante altre volte, si dovrà attendere invano che un pesce visiti le nostre esche.

Condizioni non ottimali ed un piccolo aiuto  dalla fortuna mi hanno regalato una sessione speciale;

il surf che amo è questo, a volte generoso, troppe volte avaro e difficile ma, sicuramente e sempre, la regina delle tecniche di pesca in mare.

 Tattica di pesca.

In queste sessioni di ricerca della preda l’uso di differenti terminali ci aiuta a coprire tante differenti esigenze. Un “long arm”  anche di 2 metri basato su 020 o 022mm in fluorocarbon è perfetto per utilizzare esche di dimensioni medio piccole come, americano o arenicola. Un piccolo bait clip ci aiuta a migliorare la performance di lancio. Sulla seconda canna, uno short doppio (una doppio paternoster) di 70 -90 cm ben distanziato usando l’opzione del floater per un innesco destinato a prede di passo come boghe, occhiate, aguglie o sugarelli. Viste le dimensioni dell’esca , l’amo superiore è un 8- 10 che permetta l’innesco di saltarello o altri anellidi. Anche in questo caso, il finale viene brillato per circa 8 cm.

 


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