Tecniche

Un'altra estate

Di roberto granata pubblicato il 09/05/16

E ritorna un’altra estate… Così recitava una nota e romantica canzone degli anni ’70. Sono passati quarant’anni da allora; molta acqua è passata sotto i ponti ma, permettetemi e scusate, buona parte ci è passata invano, anche se paradossalmente di qualità sempre un poco migliore. Cerchiamo di capire meglio: in quegli anni vi era il boom dell’inquinamento, nonostante diversi ambienti lo avrebbero subito di riflesso qualche tempo dopo, ma l’“opinione pubblica” pensava ad altro. Nei due – tre decenni seguenti, dopo che il campanello d’allarme era già stato suonato molte volte invano dai pescatori e da coloro che vivevano il mondo delle acque, finalmente qualcuno lo udì, ed i rimedi furono (a volte) presi. La qualità di una parte delle acque cominciò a migliorare, mentre l’ “opinione pubblica” cominciava a pensare (sic) all’inquinamento. Poi arrivarono diverse specie alloctone, favorite dai radicali cambiamenti di molti habitat. Questi habitat sussistono tuttora, ma, non essendo idonei a causa del loro cambiamento in modo snaturato, hanno finito per non giovare a nessuna specie, né autoctona né alloctona.

Ed ora a che punto siamo? Abbiamo passato un bivio, che da una parte porta verso ambienti dove la natura sta compiendo il miracolo e, dall’altra, verso ambienti giunti ad un punto di non – ritorno. E stavolta cosa fa l’ “opinione pubblica”? Sta cominciando a recepire, spesso invano, quello che è successo anni fa, mentre l’acqua, scorrendo sotto i ponti, sta puntualmente facendo qualcosa d’altro in tempo reale, assieme a pochi individui che hanno capito che bisogna prevedere e non post – vedere, e che spesso il futuro è semplicissimo da prevedere; basta guardare nel passato. Questi “uomini di buona volontà” non fanno parte dell’ “opinione pubblica” che, dopo un tempo biblico (quarant’anni nel deserto) ha finito la manna e non ha ancora trovato la strada per la “terra promessa”. Perché questa introduzione, che non vuole ferire assolutamente nessuno, ma solo esporre la cronaca degli ultimi quarant’anni? Per rapportare il tutto al discorso spinning, dove arriva una stagione che porta cambiamenti. Solo se questi cambiamenti vengono da noi recepiti, o meglio ancora anticipati facendo tesoro delle estati passate (ecco come si può prevedere il futuro guardando nel passato), possono essere sfruttati al meglio. È pur vero che la stagione calda finisce per non deludere nessuno e che, alla fine, qualche pesce lo prendiamo tutti, ma non ci deve bastare! Nella stagione che sta per arrivare si può avere a che fare con un numero molto alto di strikes, anche se arrivano giornate dove una certa percentuale di questi ultimi non va a buon fine. Vediamo allora qualche piccolo consiglio per sfruttare le notevoli opportunità estive.

VERSATILITA’

Essere versatili nello spinning è importante sempre, ma particolarmente ora. Le ore di luce sono molte e ciò varia il nostro approccio perché, ad esempio, non siamo più abituati da quasi un anno a pescare alle cinque del mattino ed alle dieci di sera. Ricordiamo che, soprattutto riguardo al tramonto, abbiamo a che fare con un momento fantastico ma che non dura molto. È quindi saggio portarci in tempo utile negli spot migliori e non farci trovare impreparati al “coup de soirée” magari ad un chilometro di distanza da percorrere a piedi in un ambiente inerbato, arrivando così a quella magnifica cascata quando i pesci hanno già cessato le loro “ostilità”. Ma quali pesci? Anche qui il discorso si complica, e torna in ballo l’importanza della versatilità e del non arrivare, mentalmente e fisicamente, in ritardo. Già, perché con l’arrivo dei “nuovi” alloctoni il pescatore accorto può anche prendere due (o più) piccioni con una fava, trovandosi con la giusta luce crepuscolare nello spot perfetto per insidiare con profitto i cari “vecchi” autoctoni e, quando questi ultimi vanno “a dormire”, portarsi nell’altro spot più consono agli alloctoni che, ormai notoriamente, manifestano le stesse reazioni (parlo della sera) dei precedenti, ma a tramonto più avanzato. Questo è il “loro” coup de soirée, che però prosegue, pur sfumando poco a poco anche col “primo” buio pressoché totale. Magie d’estate.


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