Racconti

Vecchio pescatore che non hai capito niente

Di Tarcisio Cleri Urbania (PU) pubblicato il 24/10/13

VECCHIO PESCATORE CHE NON HAI CAPITO NIENTE
Anche se non sono un abitante della costa, mi piace il mare, quello limpido che puoi vedere il fondo, i pesci, una murena in giro. Noi abbiamo quello fra Fano e Pesaro, bisogna accontentarsi. Una settimana fa, prima delle ultime piogge, sono andato al mare con Anna appena dopo Pesaro, nella zona delle anse fra sabbia e scogli. Pescando da lì (io sono un vecchio pescatore d’acqua dolce e di torrente), ho preso parecchie aguglie, quelle lunghe e sottili col becco, argentate, azzurre brillanti.

Ma quello che mi ha meravigliato e affascinato, in queste prime giornate d’autunno, è stato il movimento nel mare. La fila di centinaia di cefali di passo a 80 metri da riva; vicine, molte molte aguglie a caccia di pesciolini e ogni tanto branchi di lecce-stella che sfrecciavano velocissime… A volte i cefali al largo saltavano impazziti inseguiti dal pesce-serra (un predone solo da pochi d’anni presente in Adriatico… le stesse lecce sono abbastanza recenti). Ho fatto pure un bagno freddino, nell’acqua un po’ più limpida del solito, per vedere con la maschera qualche boga, alcune mormore (rigatini.. in pesarese), triglie cicciotte, saraghetti, cefali e granchi. Insomma, questo spettacolo di vita nel mare mi ha conquistato e ho pensato a tutti i posti dove possiamo andare a cercar pesci e stare bene!

Mi son venuti pensieri sulla pesca e sulla nostra età, e il fatto di godere di queste gioie profonde dall’ambiente che amiamo, mi ha fatto riflettere restituendomi un animo grato, di serenità e soddisfazione. Dobbiamo essere contenti, molto contenti, di poter mettere i piedi nelle acque di fiumi, torrenti e nel mare, e di poterlo continuare a fare… Anche se a volte non prendiamo pesci, abbiamo già avuto tantissimo e siamo fortunati!

“ Il giorno dopo risalgo il torrente Burano sotto il paese di Cantiano… Acqua molto poca, con ancora un piccolo rivolo fresco e limpido… Le trote sembrano sparite dalla siccità e dai pescatori, incontro qualche airone bianco, una innocua bisciolina d’acqua e io che risalgo con i lunghi stivali, inutili per questi livelli. Lancio il mio minuscolo pesce finto nei raggiolini e vedo scappare i cavedani, qualche grosso barbo e basta. Non è facile, di trote ne sono rimaste poche… Dopo 2 ore finalmente ne vedo una bella, mi sporgo troppo e mi saluta subito. Un’altra viene dietro, ma quanti pescatori avrà visto?  Più sù prendo un cavedano suicida (quasi una vergogna per un trotaiolo!) e ormai mi rassegno a una giornata buca ...che avevo previsto…

Ma una giornata in acqua -tra gli alberi, le rocce e gli animali-  non è mai persa, devo sempre riflettere e ripetermelo (sempre) che sono fortunato ad essere ancora qui, a poter risalire un torrente.  Perché spesso non ho pace, sono insofferente, non mi accontento… Cosa vuoi ancora vecchio pescatore?

Sotto le case, la passerella di ferro e il tramonto quasi buio mi indicano che ormai devo uscire dal torrente.  Lancio proprio lì... So che ce n’è una bella grossa… Eccola, mi viene dietro insieme alla sorella e poi se ne va anche questa volta. E’ impossibile, l’acqua è troppo bassa e chiara...ma anche loro, poveri pesci, cosa debbono fare?  Due metri sopra, c’è uno scalino di 40 cm. dove arriva un poco di liquido, lancio e... ho preso i sassi ?!

Il filo sottile si muove, la canna si muove.. NO, E’ LEI!  Un maschione di fario, quello che veniva dietro (?) lotta con una bocca enorme irta di lunghi dentini cercando di sputare il mio pesciolino finto… E’ gialla con tanti punti neri, mezzo metro buono, 1 chilo o un poco sopra, e il più sorpreso sono io…  

La rilascio, dopo aver provato inutilmente a farle una foto col cellulare nuovo, maledetto aggeggio, vecchio pescatore che non sei nemmeno capace di far questo!  E vecchio pescatore che ancora non hai capito niente! “

 29 settembre 2013

 


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: