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VIDEO DENUNCIA!!! Non voglio fare la fine degli Indiani!!

Di PinoMaffei pubblicato il 31/05/12

La macchina scivola via silenziosa lungo le tortuose strade che costeggiano il mio amato Turano.

All’interno dell’abitacolo non si respira la classica aria di chi torna a casa al termine di una sessione di pesca, ma un alone di tristezza si espande sulle note malinconiche di una canzone trasmessa dalla radio .

Quest’oggi io e quattro ragazzi che erano con me in barca ci siamo imbattuti in uno spettacolo che ci ha fatto accapponare la pelle.

Ci siamo divertiti a pesca, ma stavo tornando a casa svuotato e deluso.

Chi conosce bene il lago del Turano lo chiama “Paradiso”. Il  lago del Turano è la più grande culla delle mie emozioni: rabbia, sgomento, incanto, soddisfazione, delusione, passione!

E quando vedo qualcuno che sfregia il mio lago, divento come un toro davanti al drappo rosso.

È da qualche anno che sto “ingoiando rospi amari” guardando inerme persone che in barba ai ferrei regolamenti che disciplinano la pesca in queste acque fanno incetta di pesce e soprattutto lo fanno senza pagare né licenza né permessi. Si impossessano delle sponde del lago durante le notti dl week end mettendole letteralmente a “ferro e fuoco”, con musica da discoteca a volume altissimo e urla disumane che stracciano il silenzio religioso che il carpista respira durante le proprie sessioni notturne.

E nessuno ostacola questi fenomeni posti in essere alla luce del giorno e sotto gli occhi di tutti. La vigilanza latita completamente, e quando c’è si accanisce sulle persone più deboli e più corrette, come i carpisti che debbono pagare permessi, autorizzazioni, licenze, tesserini per poi trovarsi accanto a un “branco” di personaggi che imbrattano le nostre sponde e distruggono tutto quello che riescono ad arraffare.

Ed il Paradiso pian piano diventa Inferno.

Ma veniamo ai fatti. Proprio oggi io e i mie compagni di pesca ci siamo imbattuti in una “banda” di personaggi dell’Est che con un piccolo canotto avevano calato delle lunghissime reti tagliando completamente il lago in due. E sull’altra sponda campeggiavano dei carpisti ignari  del fatto che le carpe sarebbero state bloccate nel loro passaggio da quella trappola mortale.

Non appena ci siamo apprestati a ritirare le reti sono iniziate urla da un paio di tizi che con fare concitato cercavano di raggiungerci a remi. Anche da riva si vedevano delle persone che ci “rimproveravano”. Ho subito provveduto ad avvisare l’unico pescatore di professione autorizzato ad operare sul posto, anche perché le maglie della rete erano proprio quelle da carpa,  per chiedergli se per caso fossero reti di sua proprietà. Prontamente smentito dal professionista la nostra rabbia è salita ai massimi livelli.

La seconda mossa è stata quella di chiamare le Guardie Forestali le quali alla mia richiesta di un pronto intervento mi hanno fatto capire che sarebbe stato molto difficile riuscire a reperire una pattuglia di domenica e soprattutto nelle vicinanze (ma dove operano a Via del Corso?).

Cito alcune  frasi che ci hanno veramente  irritato,  pronunciate dai tizi nel tentativo di impietosirci: << Capo, non fare così tanto di pesce in questo lago ce ne è per tutti >> e << I pesci mica li avete messi voi, li ha messi Dio>> senza considerare che i pesci in quel lago sono sempre meno e che sono totalmente stati immessi con i soldi delle nostre tasse!!

Ci siamo dovuti rimboccare le maniche, fare da giustizieri come ai tempi del  Far West per cercare di non fare la fine degli Indiani. Qualcuno di voi si chiederà cosa c’entrano gli indiani in tutta questa storia.

Ormai stiamo per essere relegati nelle riserve come gli Indiani d’America. E per quel che concerne la pesca sportiva le nostre riserve stanno diventando i laghi a pagamento.  Sembra impossibile, ma se soltanto qualche anno fa qualcuno ci avesse raccontato che i nostri fiumi ed i nostri laghi  sarebbero stati alla mercé di gente dell’Est, qualcuno avrebbe riso di gusto.

E la pesca è uno degli hobby preferiti dai Rumeni, Ungheresi e company, anche perché è l’unico hobby che gli consente di procurarsi del cibo gratis.

Lo scorso anno ero a cimentarmi con un articolo denuncia che vedeva protagonista un altro “Viso Pallido” che nel lago di Bracciano si dilettava a trafiggere con il fucile subacqueo decine e decine di Black Bass, quest’anno lo scempio del Turano.

Comincio ad averne abbastanza e per quel che mi riguarda sto disseppellendo l’ascia di guerra!

 


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