Tecniche

Voglia d’argento

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 23/01/20

Anche se amo definirmi uno spinner a 360° per ciò che riguarda i predatori delle acque dolci , è indubbio che vi è un unico predatore che è in grado di trasmettermi grandi ed intense emozioni come nessun altro , e questo fantastico pesce risponde al nome di trota Lacustre . Finalmente anche quest’anno è giunto il tanto sospirato giorno di apertura alla pesca della trota di lago sul Verbano e sul Ceresio , entrambi bacini regolamentati dalla Confederazione Italo – Elvetica che fissa questa data al venti dicembre . Sul “ mio “ lago Maggiore in verità i preparativi fervevano già da un po’ di tempo con in testa chi si apprestava ad affrontare il clima gelido a bordo di un natante con la tecnica della trotiera o molagna  ; per chi come me invece predilige pescare a piede asciutto con la tecnica dello spinning , è di fondamentale importanza effettuare delle ricognizioni sui luoghi prescelti a caccia di qualche segno in superficie che possa tradire la presenza del nobile salmonide . La Lacustre infatti , pur essendo un pesce pelagico , spesso ama frequentare le stesse postazioni con l’intento di predare qualche incauto pescetto che si trovi a bazzicare nelle bassure delle spiagge digradanti a media / piccola granulometria . L’accurata conoscenza degli spots da sondare aiuta non poco ad avere successo con un pesce così avaro di attacchi alle nostre amate imitazioni ; spesso nel piccolo paese rivierasco sono considerato come una sorta di visionario a causa della mia insana passione nei confronti di una pesca , a detta della maggior parte dei pescatori a spinning , così difficile e avara di soddisfazioni come è la ricerca della trota di lago in un grande bacino prealpino . Ma a smentire puntualmente queste credenze ci sono le statistiche ed i report da me redatti che parlano di più di duecento catture effettuate negli ultimi trent’anni . Lo riconosco , non sono molte , ma per chi come me ama follemente questo pesce diventa una questione di qualità a scapito della quantità . Non importa se in una sessione di pesca si effettuano migliaia di lanci a vuoto perché è sufficiente un unico pesce per ripagare di tutta la fatica profusa ; per la quantità esistono altri pesci che possono saziare la fame di catture durante tutto l’arco della bella stagione . Il singolare modo di concepire questa particolare tipologia di spinning ha allontanato nel tempo la maggior parte dei miei compagni di pesca che , dopo i primi “ cappotti ”  conseguiti mi hanno irrimediabilmente abbandonato al mio destino preferendo di gran lunga le accoglienti rive di qualche laghetto a pagamento o , peggio ancora ,  di qualche riserva invernale  farcita di trote Puccini pronta-pesca disponibili a farsi catturare senza troppe pretese . Ben inteso , tutte le scelte sono degne del massimo rispetto , ci mancherebbe … ma io preferisco dieci “ cappotti “ in libera che copiose catture di materiale immesso , considerando il fatto che , abituato alla pesca in ambienti naturali  , probabilmente in simili contesti artificiali non riuscirei a catturare nulla . Vorrei passare ora a considerare qualche nota sull’attrezzatura da adottare per la ricerca della trota Lacustre nella stagione fredda ; l’esigenza primaria rimane quella di coprire con i nostri lanci la maggiore area possibile , e da ciò deriva la scelta di un attrezzo scattante in grado di proiettare i nostri artificiali a distanze considerevoli . Da molti anni utilizzo una canna classica in due sezioni da mt 2,40 / 2,70 con azione H ( hard ) e bilancio la rigidità con l’adozione di un monofilo al posto del trecciato così da ammortizzare sia in fase di ferrata che in fase di combattimento con grossi pesci . L’intervallo di  potenza effettiva di lancio di gr 20 / 50 mi consente di lanciare artificiali di gr 30 senza nessuno sforzo e con una buona precisione . A tale attrezzo abbino un mulinello taglia 4000 / 5000 dotato di almeno 10 cuscinetti a sfera ed uno a rulli ( line – roller ) che mi garantiscono un’ottima scorrevolezza ed una fluidità d’insieme necessaria per non stressare troppo il monofilo di spessore mm 0,25 , che andrò a sostituire ogni 6 / 8 sessioni in quanto risulta essere l’elemento più debole e deteriorabile dell’intera combo . La bobina a gola larga e con bordo svasato contribuirà non poco a far fuoriuscire fluidamente le spire senza fastidiose parrucche che andrebbero a turbare lo svolgimento dell’intera sessione , rendendo necessaria la sostituzione del monofilo stesso . Per la connessione dell’artificiale mi affido all’utilizzo di minuteria di raccordo in acciaio inox , nella fattispecie girella e moschettone che faciliteranno e sveltiranno di molto la sostituzione del minnow o dello spoon . Il minnow lipless e lo spoon dalla forma allungata e dal buon spessore saranno infatti gli artificiali d’elezione per praticare questa affascinante ricerca in quanto entrambi dotati di buona penetrazione nell’aria e capaci dunque di raggiungere distanze ragguardevoli in fase di lancio . Per ciò che riguarda i minnows,  sono solito usare  modelli che mi costruiscono appositamente per le mie esigenze alcuni abili artigiani ed ho individuato nella lunghezza di 9 cm e nel peso di 25 / 28 gr le caratteristiche ottimali per il mio modello di canna ; comunque anche nella produzione in serie si riesce a reperire qualcosa di buono come ad esempio il  Blue Code di Yamashita ed il Dexter di Rapture che assolvono egregiamente il loro compito . Parlando di cucchiai ondulanti , tre sono i modelli che mi danno le maggiori garanzie di successo : il mitico Toby da 20 gr di Abu , il Moresilda da 22 gr di Blue Fox e l’ormai  introvabile Landa da 20 gr prodotto nel Regno Unito e tra gli spoons più utilizzati per la pesca del salmone atlantico e della trota di mare nel Vecchio Continente . Per completezza di trattazione va detto che , specialmente per gli spoons e per i lipless commerciali , è buona norma sostituire la minuteria di raccordo ( split-rings e ancore ) con modelli più robusti ed affidabili onde evitare sciagurate perdite a causa di questi piccoli ma importantissimi particolari . Con entrambe queste famiglie di  artificiali sarà consigliabile un recupero abbastanza veloce con frequenti ricadute verso il fondo e conseguenti riprese durante le quali si verificheranno l’ottanta percento degli attacchi del salmonide che saranno violenti , quasi brutali e ai quali dovremo rispondere con una pronta e robusta ferrata . Il combattimento con simili pesci sarà quanto di più emozionante lo spinning in acque interne possa offrire : fughe rabbiose verso il fondale alternate a spettacolari salti fuor d’acqua metteranno a dura prova l’incolumità dell’intera combo regalandoci momenti indimenticabili di puro divertimento . Non può mancare in questa breve trattazione un accenno alle condizioni meteo e soprattutto al grado di luminosità delle giornate durante le quali andremo ad operare ; come tutti i pesci lucifughi , anche la trota Lacustre predilige cacciare in condizioni di luce fioca tipica dell’aurora o del crepuscolo . In caso di giornate perturbate le sue finestre di attività potranno protrarsi per tutto l’arco del giorno aumentando di fatto le nostre chances di successo . Concentrare quindi gli sforzi nei cambi di luce di alba e tramonto ci darà qualche possibilità in più di successo . Con scarsa luce utilizzeremo artificiali oro / nero o argento / nero , mentre in giornate luminose saranno le tonalità bronzo e rame ad avere le maggiore chances di successo . Una raccomandazione utile rimane quella di curare in modo maniacale i particolari e di azzerare , finchè  possibile , le percentuali di rischio in uno spinning difficile , di sacrificio che ci darà poche opportunità di cattura e per questo non potremo assolutamente permetterci di fallire . Dopo un numero imprecisato di lanci ed uscite a vuoto poter immortalare con una foto  un fascio di muscoli guizzanti e ritrovarsi un’impalpabile polvere d’argento sulle mani è una sensazione unica che ci farà trepidare fino alla prossima cattura .


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