Itinerari Estero

Yellowknife: i Lucci del Canada part two

Di Roberto Ripamonti pubblicato il 10/08/14

parte due di due

Lucci ovunque e solo, lucci tanto da domandarsi di che cosa si nutrano visto che il pesce foraggio sembra non esistere ( in realtá ci sono coregoni, aspio a profusione ma non in acqua bassa).

I nostri amici mangiano tutto ciò che cade in acqua e le sanguisughe che qui sono grosse come un dito. Se poi un topolino o un anatroccolo decidono di avventurarsi in acqua, la loro nuotata dura lo spazio di un istante poi, un gorgo fragoroso e più nulla.

Possiamo immaginare la reazione ad uno streamer oppure un topo di gomma floater o a qualsiasi artificiale mosso con un minimo di fantasia, sia esso studiato per il luccio o inventato sul momento..

È una pesca in cui gli attacchi si susseguono al punto che si decide se togliere l'esca dall'acqua o ferrare...spesso non si fa in tempo.

Per trovare i veri lucci dobbiamo cercare baie più ampie e almeno due metri d'acqua e lavorare di tecnica sondando fondali, pareti di roccia dove grossi jig e testine piombate sembrano avere una marcia in più anche se le ferrate a vuoto sono tante.

Nel Great Slave Lake si pesca solo con amo singolo, tutte le ancorette sono rimosse e gli ardiglioni devono essere schiacciati pena....epena....2500-5000 dollari di multa, sequestro attrezzatura e revoca della licenza...al confronto  ai bracconieri italici danno quasi una pacca sulla spalla. Spero che i legulei leggano questo e i benpensanti, non lo commentino con sufficienza..anche se dubito in primis, che leggano per informarsi cosa accade nel resto del mondo, quello moderno e civile.

Non ci sono reti e l'economia si basa anche sui lodge di pesca e sull'affitto di barche e guide...ma guarda un po che novità!!

 

 Pesco con gomme da 25-30 cm che spariscono nella bocca di lucci da 60 cm dopo ripetuti attacchi che rendono l'azione spettacolare e continua. Nella mia barca si alternano nei giorni una serie di angler bravissimi come Yuri, Mario, Luca, Stefano e ovviamente Sergio che dirige, guida e,pesca. Ogni tanto arriva il bestione, l'over 100 cm che é il nostro target anche se devo aspettare la situazione che sognavo da tempo per fare la mia super cattura.

Over... cm....

Per le riprese delle mie Fishing Adventures scendo a terra armato di waders e rimango su una scogliera bassa vicino alla tana do un castoro per girare qualche sequenza da terra. Mi piace l'idea di ferrare e combattere un luccio senza l'ausilio della barca per cui mi porto 3 artificiali; un diver verde, uno slider verde charo e un jerk rosso insieme a due cavetti di scorta e il mio fedele 6500 vecchio di 10 anni caricato da treccia da 65 libbre per usarlo con una bella St.Croix stagionata.

Le riprese sono a carico di Francesco Colantoni che comincia a girare mentre partono i primi lanci verso il largo dove l' acqua é sui 2 metri. Al terzo giro di valzer arriva il primo luccio e da terra è altra cosa perché i salti si sprecano e lui arriva a tiro di presa mostrando i suoi 90 e passa centimetri. Sono chiaramente felice e per me potrebbe pure bastare perché il filmato é fatto ma, visto che la barca d'appoggio é lontana, continuo fino a sentire una grande botta e capire che qualche sommergibile, forse il castoro stesso, ha preso il mio slider verde.

Lo porto a me e lo blocco per scoprire che é semplicemente enorme!   Non ho un metro ma solo per curiosità lo misuro con la canna arrivando a un dito sotto il secondo anello...poi quando nuovamente in barca posso misurare scopro che é di gran lunga il mio nuovo record a 120 cm.

Il video diventa un qualche cosa di importante perché testimonia un luccio veramente di quelli che ogni amante di questo predatore vorrebbe prendere almeno un volta.

Continuiamo a pescare e le catture si susseguono a ritmi incredibili, l'uso di ami singoli senza ardiglione permette rilasci in acqua senza toccare il pesce e spesso, senza alcuna presa. Non ha alcun senso sollevare pesci a rischio di ferirli per cui, una pinza e via. Per la foto si aspetta il "metro e passa" ed allora si guadina con rete plastificata, si tIene sollevato il pesce e rapidamente si misura , fotografa e rilascia.

 

Flyfishing

A Yellowknife imparo una cosa importante, non dare retta ai moschisti puristi. Mi porto una canna coda 8 usata per i bonefish perché mi viene consigliata con forza. Appena inizio a pescare sul serio con streamer grossi mi rendo conto che serve una 10 con coda intermedia oppure una galleggiante con un tip affondante. Non é solo una questione di lancio con il vento teso ma, di controllo della preda quando di taglia. Il flyfishing in certe situazioni domina lo spinning tanto da avere un rateo di catture impressionante forse perché si riesce a "pettinare" il fondale con gli anti alga e gli attacchi sono formidabili. Credo di aver ferrato e combattuto oltre 60 lucci con la sola canna da mosca, per l'occasione arricchita da uno splendido Daiwa Appena regalatomi da Alessadro Galletti di Daiwa Italy.

Questi sono i giorni che trascorriamo in piena libertá, pescando senza pensare alle italiche miserie, ai rancorosi ometti che ti attaccano sui social definendoti ironicamente " imperatori della pesca",alle carpe definite alloctone per favorire qualche intrallazzo, al bracconaggio senza limite, ai pavidi che prima firmano leggi che penalizzano migliaia di appassionati e poi spaventati scappano chiedendo aiuto, ai tonni presi a decine e venduti senza pudore da chi dovrebbe essere d'esempio.

La mia quasi trentennale corsa nella pesca italiana é quasi arrivata alla fine ed ho perso la voglia di combattere per costruire una pesca nobile ed etica; tutto inutile e questa consapevolezza esplode dopo aver visto posti del genere e tanti altri nel mondo.

Non so se mai tornerò a Yellowknife perché ora ho in mente Alaska, British Columbia e un ritorno al paradiso Los Roques ma certamente, questo viaggio é tra quelli da non scordare mai.

 

 


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