Tecniche

Zander Mania

Di Roberto Granata pubblicato il 08/08/13

Livrea stupenda, taglia interessante e comportamento spesso bizzarro. Cosa possiamo volere di più da questa “new entry” dello spinning? Che attacchi i nostri artificiali, naturalmente. Vediamo come fare.

 L'ATTACCO

Il modo in cui, nella maggior parte dei casi, questo percide se la prende con le nostre esche, è uno dei più seri problemi a cui andiamo incontro nella sua pesca. Infatti, a parte le (piacevoli) eccezioni dovute ai diversi orari ed alle diverse stagioni, il suo attacco, anzi, quelle ripetute “mordicchiate” che sovente sentiamo sulla canna, ma senza sentire il peso del pesce allamato, neanche (e soprattutto) dopo qualche ferrata a vuoto, può essere uno dei principali responsabili dei nostri fallimenti e delle nostre conseguenti scocciature. Ecco quindi una serie di consigli che, a mio avviso, migliorano la situazione.

–         Non perdete mai il contatto con l'artificiale.

–         Nel caso frequente di ripetute tocche nel medesimo recupero, può essere valida la tecnica dello “stop and go”. La ripartenza dell'esca può essere il momento fatale.

–         Attenzione agli ultimissimi metri di recupero.

–         Preferite canne rapide ma, allo stesso tempo, sensibili.

–         Se non si è molto avvezzi in questa pesca, è meglio scegliere un trecciato invece del monofilo.

GLI ARTIFICIALI

ESCHE MORBIDE

E' ormai risaputo che le imitazioni di pesci, nelle loro svariate tipologie hanno, nella maggioranza dei casi, una marcia in più. E' tuttavia importante scegliere il “pesce” giusto a seconda della situazione. Le soft baits  sono il massimo quando necessitiamo di movimenti adescanti su recuperi lentissimi; la loro peculiarità, infatti, è quella di funzionare (nel modo adeguato) al minimo colpetto di canna. Saranno perciò da preferire nella stagione fredda ed, in ogni caso, quando serve un' esca che stazioni “sul posto” lavorando, il più a lungo possibile. Si tratta tuttavia di artificiali non molto facili da usare bene, anche se forse non sembrerebbe, e ciò per due motivi:

1) La ridotta percezione durante il recupero. A differenza di un minnow con paletta, un rotante, uno spinnerbait ed altro ancora, questa “gomma” non dà praticamente nessun segnale sulla canna, se non il suo peso e la sua poca resistenza all'acqua. Occorre quindi farsi un po' di esperienza, ma la prima regola è proprio quella di mantenere sempre il contatto, anche e soprattutto in calata e sul fondo, dove possono avvenire fior di attacchi.

2)      L'assenza di ami in coda. D'altronde, se si vogliono ottenere certi movimenti, bisogna pur scendere a qualche compromesso! L'ovvio problema è che, nel caso di attacchi da dietro, soprattutto se portati in modo deciso, la nostra ferrata va a vuoto. E' una situazione meno frequente di quel che si pensi, ma non di certo inesistente; c'è di buono che nel periodo freddo, quando questi “gommoni” vengono impiegati molto spesso, il nostro zander attacca in modo più deciso.

ESCHE RIGIDE

Sempre parlando di imitazioni di pesci, il discorso è presto esaurito; minnows, crank, e simili trovano un valido impiego in tutti gli altri casi, dove non servono movimenti sul posto a velocità ridottissime, peculiarità tipiche della “gomma”. Se con le hard baits riusciamo poi, giocando con la corrente, ad ottenere un effetto simile, ben venga, visto che queste ultime hanno dalla loro una percezione in canna estremamente maggiore ed un'armatura senz'altro migliore.

ALTRI ARTIFICIALI

Le sorprese non mancano mai. Il “perca” più grande che io abbia mai catturato, di 94 cm, ha attaccato un rotante (Martin 20 gr) mentre tentavo il luccio. Ma, a ben guardare, non si tratta neanche di sorprese, perchè in certe situazioni rotanti ed ondulanti vengono attaccati con una frequenza quasi pari ai minnows e compagnia. Quali sono queste situazioni? Secondo me, come succede per ogni altro predatore, quando non è ( o non è solo) l'istinto della fame a prevalere. Quindi, a grandi linee, nelle stagioni meno fredde e negli orari meno “canonici” che, per il pesce in questione, sono quelli lontani dal tramonto e seguenti.

NON SOLO BUIO

Va bene che si tratta di un pesce “nuovo”, va bene che, come le altre “new entry” siluro ed aspio manifesta anche abitudini notturne, ma credo sia esagerato  pensare che le migliori opportunità si possano avere solamente col buio. Avremo senz'altro discrete chances col favore delle tenebre soprattutto dalla primavera inoltrata al finire dell'estate, ma il momento topico in assoluto, per buona parte dell'anno, si ha al tramonto un po' più inoltrato rispetto agli autoctoni che siamo (od eravamo purtroppo, in certi ambienti) abituati a pescare.

E PER CONCLUDERE......

Lo zander, ormai presente da diversi anni in parecchie delle nostre acque, sta addirittura vivendo un calo preoccupante in alcune di esse. Per lui come per altre specie si tratta, a mio modesto parere, di una “svolta epocale” da non sottovalutare assolutamente e della quale avrò modo di parlare in futuro. Per il momento divertiamoci con questo più che degno avversario dello spinning.

 

 

 


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