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L'ABC della pesca a mosca - parte 3 di 3

Di Claudio Artirio (nick Claudio Xela) pubblicato il 13/09/07

Attaccati alla coda di topo,vanno collegati i finali, i quali si dividono in 2 tipi: conici o a nodi. I finali conici, sono fatti con filo di diametro decrescente già dal fabbricante. Se ne trovano di diversi tipi con diametri di partenza e di arrivo diversi in base alle situazioni da affrontare. I finali a nodi, invece si possono fare a seconda delle esigenze e all'esperienza dei pescatori in base ai pesci che si vogliono insidiare.
Si costruiscono con dei fili dal diametro diverso legati tra di loro.

Quando ho fatto il corso di pesca a mosca di Massimo Magliocco, ho avuto la possibilità di apprezzare i finali lunghi, nella fattispecie 5 metri, che poi ho abbracciato per usarli nelle mie uscite di pesca. Infatti, con un finale così lungo, si riesce con dei lanci specifici, a combattere il dragaggio della mosca sulla superficie dell'acqua, che è un fattore di disturbo notevole per i pesci. Si riesce a fare pescare la mosca per svariati secondi nel posto buono, senza che questa venga subito catturata dalla corrente. Una frase di Magliocco che mi e' rimasta impressa nella memoria è che racchiude in se la verità assoluta è la seguente: “Possiamo avere una mosca che imita perfettamente l'insetto del momento, costruita con i materiali migliori, ma se non si riesce a metterla nel punto scelto e nel modo migliore, non serve a nulla.” Detto ciò, si evince quanto la padronanza del lancio e della posa, sia una cosa fondamentale.

Per spiegare un minimo la tecnica di lancio, bisogna partire dall'impugnatura.
L’impugnatura, si possono racchiudere in tre tipi.
POL Junior Tecniche di pescaCLASSICA CON POLLICE - CLASSICA CON INDICE - AVVOLGENTE
La classica con il pollice, è quella che come dice la parola, una volta impugnata la canna, ci troviamo con il pollice in alto in posizione di spinta.
E' un'ottima impugnatura, che permette di fare una certa forza e di imprimere una buona velocità alla canna.
Per le canne con code pesanti, è l'impugnatura ideale.

POL Junior Tecniche di pesca

La classica con indice, e' quando al posto del pollice si trova l'indice.
Questa non è un'impugnatura consigliata, in quanto con questa postura, si ruota facilmente il polso.



POL Junior Tecniche di pescaPoi c'e' l'impugnatura avvolgente, che è la migliore, in quanto si impugna la canna il più in basso possibile, aumentando così la leva della canna e di conseguenza la velocità della coda. Si chiama avvolgente, perchè abbiamo le dita intorno al mulinello. La canna, va tenuta morbida in mano e non in modo "maschio". Si stringe solo quando si deve imprimere alla canna il momento spinta, cioè il momento in cui la coda che fino a quel momento è trascinata, con un incremento di velocità, passa davanti a noi. In realtà i momenti spinta, sono 2: uno in avanti e uno indietro.
Ora immaginiamo di avere disegnato un orologio nel muro e mettiamoci di fianco. Si parte da una posizione con la coda parallela al terreno, quindi a ore 9. Arriviamo fino a ore 12 trascinando la coda con un movimento che andrà accelerato progressivamente, poi si da il momento spinta, cioè un'accelerazione repentina, che ci porterà ad ore 13. Dopo di che si allunga il braccio verso l'alto. Questo movimento si chiama ammortamento. E' fondamentale per avere una coda pulita, senza punti morti.

Non appena abbiamo steso il braccio, torniamo indietro da ore 13 a ore 11, sempre trascinando in accelerazione molto fluida. Arrivati a ore 11, si da il momento spinta fino a ore 10 e si porta il braccio in posizione ore 9 portandolo in avanti come se dovessimo accoltellare qualcuno. Questo è quello che bisogna fare per effettuare dei bei lanci. La mano sinistra è quella che controlla la tensione della coda, e fa si che tra il mulinello ed il primo anello, non ci siano pance, che sarebbero deleterie. Quando si ha familiarizzato con il tutto,la mano sinistra, si usa per dare ulteriore forza alla coda trazionando al momento giusto. Un'altra cosa fondamentale è l'asse canna coda. Quando si fanno i falsi lanci, bisogna stare attenti a non fare un movimento a rientrare davanti e ad aprire dietro. Un esercizio molto utile è quello di mettersi di fianco ad un muro e con il dorso della mano aperta, si sfiora il muro stesso e andare da ore 9 a ore 13, senza staccare la mano dal muro.

Questa e' la linea che dobbiamo seguire quando siamo in pesca, stando attenti anche a non dare la "cucchiaiata e la scacciavitata" in fase di lancio. La faccia del mulinello non deve mai essere rivolta verso il terreno. Durante il momento spinta, si crea il LOOP, che di fatto è il motore del lancio.
L'ampiezza del LOOP è dato dalla differenza di quota della canna durante l'inizio del momento spinta e la fine dello stesso. Più il momento spinta è breve, più il LOOP sarà stretto e di conseguenza più veloce. Tutti questi movimenti, vanno fatti morbidi. Il LOOP deve viaggiare parallelo in 2 piani (quote) diversi, con la parte bassa che sarà ferma e la superiore in movimento, fino alla stesura completa che determinerà il lancio. Se in questa fase dessimo troppa forza al tutto, si avrebbe una caduta della parte alta della coda, con inevitabile groviglio. Specialmente alle prime esperienze, è utile dare un occhio a cosa fa la coda alle nostre spalle. Non dovrà mai cadere al di sotto della punta della canna e cerchiamo di tenerla parallela al terreno. Tra un falso lancio in avanti e uno indietro, dobbiamo cedere con la mano sinistra un po’ di coda.

Ma attenzione a non esagerare, altrimenti se diamo troppa coda, tenderebbe a cadere in avanti e ciò sporcherebbe l'azione di pesca. Si fanno pochi falsi lanci giusto per prendere la "mira", poi effettuato il momento spinta, quando la coda passa in testa alla canna, si lascia andare il tutto e si fa fare SHOOTING, cioè il lancio vero e proprio. Quando si lancia, bisogna ricordarsi di stendere il braccio in avanti parallelamente al terreno. In tutta questa fase, il braccio che impugna la canna, deve stare vicino al corpo. Se il braccio si allontana dal corpo, avremo il fenomeno del rientro in avanti, ed andrebbe ad influenzare tutto il nostro lavoro.


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