Di Roberto Ripamonti pubblicato il 15/02/15
Esistono tanti argomenti di cui parlare quando due o più carpisti si incontrano e si scambiano le proprie opinioni sulla tecnica; tra questi uno che non troverà mai pace è certamente la diatriba tra l’uso di ami piccoli e quelli grandi. Personalmente ho cambiato idea varie volte anche se la scelta del compromesso è stata quella che più ho seguito. In realtà si tratta di un argomento che mi piace trattare perché è il pepe della nostra disciplina. Personalmente sono anni che vorrei mettere insieme un manuale di soli rig per cercare di mettere ordine sia a livello costruttivo che a livello di qualità di ferrata, tenuta e penetrazione ma, alla fine, recedo sempre da questa idea. In realtà, dopo aver speso anni a studiare le esche sono passato a cercare di catalogare i rig e la cosa mi pare riportarmi indietro agli anni in cui costruivo mosche artificiali e guardavo ammirato i cataloghi di Devaux, Lumini, Orvis o Chamberet.
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