Tecniche

Black di fine estate

Di Roberto Granata pubblicato il 22/08/10

Dopo il caldo opprimente del pieno dell’estate, dove i black, e soprattutto quelli di taglia, diventavano un poco apatici e catturabili in determinate situazioni, assistiamo ora ad un periodo nettamente migliore, che si protrarrà fino alla fine, o quasi, della loro “attività”.
Era da tempo che non parlavo di boccaloni in questa sede, e quale occasione più propizia di questo periodo, dove questi consigli diventeranno utili (lo spero) per avere partita vinta con esemplari un po’ di tutte le taglie, ben propensi all’attacco in virtù di svariati motivi?
Vediamo quindi cosa succede al bass che ha appena “finito le ferie” e che già pensa al futuro, quando pian piano la vita si farà più dura anche per lui.

COL GRAN CALDO . . .
Terminata la frega, il nostro centrarchide si trova a fare i conti con le temperature dell’acqua che via via vanno sempre aumentando, fino a raggiungere il picco in concomitanza col periodo più torrido dell’anno. Dette temperature si mantengono più o meno tali fino all’arrivo di qualche periodo perturbato (da non intendere esclusivamente come sinonimo di piogge) che le attenua un poco. I black che hanno terminato le fatiche riproduttive hanno sì bisogno di nutrirsi e di esternare altri istinti ma, viste le condizioni inibitive che abbiamo appena visto, saranno un po’ costretti a farlo in determinati orari (in genere non quelli centrali della giornata) e, perdipiù, spesso portati a rifugiarsi in strati d’acqua inferiori. Secondo il mio modesto parere è quindi sbagliato pensare che l’estate sia sempre sinonimo di pesca a galla che, seppure anche a mio giudizio più divertente, rischia però in questo circoscritto periodo di risultare meno o per niente redditizia.
Abbiamo preso il discorso un po’ alla larga non a caso, ma per introdurre quello che ci aspetta in seguito, e cioè importanti cambiamenti che ci porteranno di nuovo ad una pesca negli strati superficiali, con boccaloni meno schizzinosi, tra l’altro in una fascia oraria molto più ampia.

DOPO IL GRAN CALDO . . .
Il periodo del quale parliamo ora si protrarrà, anche se con alti e bassi peraltro poco significativi, fino alla fine dell’ “attività” del black, quando comincerà a fare davvero troppo freddo (attenzione, soprattutto nell’acqua). Questo pesce, sia per le condizioni precedenti non sempre ottimali, che per quelle che seguiranno (che sono convinto capti con netto anticipo) ci fa ora vivere momenti davvero d’oro.
Vediamo dunque come comportarci al meglio con una pesca che, comunque, si presenta meno difficile che in altri periodi e situazioni.

GLI ARTIFICIALI
I bass più propensi all’attacco hanno, evidentemente, meno bisogno di essere stimolati e convinti con esche manovrate “sul posto” come potevano essere gli worms nel pieno del caldo. Ora inseguono e scattano eccome, lasciando spazio a minnows, soprattutto galleggianti, ai jerk (che sempre pesci sono) di misura non esagerata e ad artificiali simili.
Ma anche i suddetti worms ed altre “creature” strane non sono certo da scartare, magari recuperati invece che mossi semplicemente sul posto.

ATTREZZATURA ED ACCESSORI
Visto che da un po’ non parlavamo di black, diamo ancora uno sguardo alle “armi” migliori per averne ragione, soprattutto in previsione dell’incontro con qualche soggetto super.
Canna: Io resto dell’avviso che, indipendentemente dell’esca usata o della tecnica praticata, una buona canna da black non deve essere molto rapida.
I motivi li conosciamo: apparato boccale fragile ed attacco lento, specie con esche mosse sul posto. Una canna troppo rapida ci fa quindi rischiare una ferrata anticipata ed, ammesso che quest’ultima vada a buon fine, una maggior percentuale di slamature. Di conseguenza anche la lenza andrà scelta, a mio avviso, tra i monofili e non tra i trecciati.
Ed il fluorocarbon, virtualmente “invisibile”? Sappiamo che quando un predatore insegue un artificiale ha ben altro per la testa che notare la nostra lenza (fino ad un certo limite, s’intende), ma quando la medesima è attaccata ad un qualcosa che “gira per mezz’ora” con frequenti pause nei paraggi di un black restio all’attacco, allora una lenza dalle ridotte visibilità ha ragione di esistere. Tra gli accessori utili menzionerei al primo posto (non solo ora, ma tutto l’anno) un buon paio di occhiali polarizzanti ed un cappellino con una lunga visiera. Sarebbe infatti pressochè inutile indossare occhiali che “bucano” perfettamente l’acqua e renderli praticamente inutilizzabili causa il sole od il suo riflesso che entra da tutte le parti.

QUALCHE CONSIGLIO IN BREVE . . .
-    I black, nel periodo in oggetto, tendono preferibilmente a stazionare nei sottoriva, ancor più che in altri momenti.
-    Anche i periodi stabili sono piuttosto prodighi di catture. Non perdete comunque gli “ultimi” temporali, anche se la differenza di resa non è così marcata come nei periodi precedenti.
-    I boccaloni sono ora un pochino meno sospettosi e schizzinosi, ma non per questo dobbiamo dimenticare un avvicinamento cauto ed una buona osservazione preventiva del luogo di pesca. Ciò che a mio avviso dobbiamo tralasciare (sempre nella pesca al bass) è invece la fretta di lanciare, magari alla cieca.
Via, quindi, con gli “ultimi” black.


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