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Due tipi di cappotto

Di Riccardo Dominici pubblicato il 21/12/05

In un mio precedente editoriale, avevo parlato delle emozioni che dà la pesca. In questo racconto voglio parlare di una emozione diversa, emozione diversa, ovviamente provata a pesca. Un martedì di settembre scorso, sono andato a pescare con mio papà in Austria per cercare di catturare i “GIGA-BARBI” in Drava. E’ una giornata fredda ed umida quando alle 8.00 del mattino siamo partiti per la diga di Grafenstain. La nostra troupe è composta da quattro persone: Patrizio Cardella, Franco Gioacchini, io e mio papà.

POL JuniorLa temperatura esterna è di 2° gradi e c’era nebbia bassa, il che sta a significare che dopo circa un’ora il sole avrebbe preso il sopravvento cancellandola. Alle 8.50 siamo sul posto e, dopo aver scaricato la macchina ed aver preparato le canne, si entra in pesca. Le condizioni, sia climatiche che dell’acqua non sono favorevoli; infatti due settimane prima la Drava era in piena e, la legna e le sterpaglie che l’acqua ha trasportato, si trovano più in alto di due metri del livello normale dell’ acqua.

POL JuniorQuest’ondata di piena ha purtroppo, ripulito il fondo del fiume mettendolo a nudo, ma questo lo avremmo capito solo alla fine della giornata. I pesci, data questa notevole forza dell’acqua sono sicuramente, stati trascinati più a valle ed adesso dovranno risalire mano a mano che il fondo potrà garantire abbondanza di alimento. Peschiamo con pasturatori pesanti da 180gr e da  210gr che, carichi di bigattini aumentano il peso di 30 grammi circa, questi sono pasturatori che non si trovano in commercio, ma vengono costruiti da Franco e sono necessari per pescare sul filo della corrente nella Drava.

POL JuniorNonostante la continua pasturazione di bigatti, i pesci non si fanno vedere e sentire sulla canna. Ma non è poi un grandissimo problema perché si trascorre il tempo parlando e discutendo di pesca, di calcio, di scuola, della vita quotidiana e ci scappa anche qualche pisolino. La temperatura comincia a salire ma i “cappotti” o meglio, i “giacconi”, non si tolgono ancora. La pasturazione avviene regolarmente fino a quando, dopo ore di attesa il primo pesce si presenta: è un nasen di ottime dimensioni che viene subito rilasciato.

POL JuniorSi ricarica il pasturatore e si rilancia; questa cattura ha fatto credere un po’ di più sulle speranze di catturare un barbo. Intanto mio padre ripeteva in continuazione: “dai che prima di sera un barbo lo prendiamo basta crederci.”. L’ attesa che arrivasse qualche altro pesce è enorme; tenete presente che ci sono ben sei canne in acqua. Io mi do sempre da fare, e in continuazione,  cambio i bigattini sull’amo e ricarico i  pasturatori, ma di  catture neanche a parlarne.

POL JuniorSaranno state le 15.00 quando la canna di Patrizio prende vita piegandosi vistosamente dando l’illusione dell’arrivo di un barbo; illusione che scompare dopo pochi secondi, infatti si tratta di un’altra bel nasen che veniva a farci compagnia in questa gelida, nonostante il sole, giornata autunnale ravvivata dalla piacevolissima compagnia. Questa cattura ci fà ben sperare ma e la seconda in sei ore di pesca. La speranza, la voglia, l’emozione, il desiderio di portare a riva almeno un barbo è enorme.

POL JuniorLa solita routine di recuperare le canne per caricarle con bigattini per poi tornare a rilanciarle, la speranza di catturare un pesce, è ormai diventata un irrefrenabile ansia che mi prende. Circa alle 18.00 Patrizio, Franco ed io abbiamo perso la speranza al punto che, Franco ha preso la macchina, si è portato dietro una canna e dei bigattini ed è andato a pescare ad un chilometro a monte di dove ci siamo posizionati a 200 metri dalla diga; ma per nostra sfortuna il risultato non è cambiato. Dopo circa 30 minuti Franco era di ritorno e proprio in quel momento, come una manna venuta dal cielo, la canna di Patrizio si piega molto bruscamente e quasi trascina il POD in acqua. Patrizio ferra con forza e dopo un intensa lotta riesce a portare a riva un bellissimo barbo di circa 3.5 kg.

La giornata “cappotto” si stava concludendo ma l’arrivo del barbo rallegrò comunque Patrizio ed io ero emozionato nel vedere la gioia di Patrizio. Io non avevo catturato nulla, però ero contento lo stesso, ed in macchina discorrendo con papà della giornata mi accorsi di essermi divertito comunque, di essere contento per la bellissima giornata passata in compagnia di papà, Franco e Patrizio e conclusi che anche un “cappotto” può avere dei risvolti positivi e compresi che la pesca non è solo catturare pesci, ma è anche stare in compagnia di persone che si amano e che si stimano discorrendo del più e del meno, ascoltando quanto di dicono le persone adulte che ti vogliono bene. Anche questo è la magia della pesca. 


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