Di Riccardo Dominici pubblicato il 14/04/06
Finalmente è arrivata la primavera, almeno così dice il calendario, ma nessuno da noi in Friuli se n’è accorto, infatti, di sera in casa mia accendiamo ancora il caminetto. Con la primavera si apre ufficialmente la stagione di pesca ed anche io ho partecipato al rito dell’apertura ma non al mattino perché ero impegnato in una partita di calcio, ma al pomeriggio. Le trote “pronto pesca” erano già state “spazzolate” dai così detti “prenditutto”, ma a me non interessavano, infatti sono partito alla ricerca delle mormorate. Per sapere come è andata vi rimando al racconto che troverete qua sotto.
Come dicevo, qui da noi fa ancora freddo e la stagione di pesca stenta a decollare, eccetto la pesca alla trota, il mal tempo imperversa con temporali e nevicate anche a bassa quota. Spero che il tempo metta giudizio e che la natura si risvegli. Voglio ringraziare per il bel racconto inviato Leonardo Belmonti, ed invito tutti voi ragazzi a fare altrettanto facendo partecipi delle vostre esperienze ed emozioni tutti i frequentatori del sito, ringrazio anche Roberto Cazzola, Roberto Granata ed Agostino Zurma per i bellissimi ed istruttivi articoli che ci hanno dedicato e sono sicuro ne seguiranno degli altri.
Approfitto per fare i miei auguri di Buona Pasqua a tutti, e… alla prossima.
L’apertura del 2006
Come ogni anno la pausa invernale serve per riorganizzarsi e per prepararsi ad una stagione, che si spera sensazionale. Il 26 marzo in Friuli si è aperta la pesca. Fiumi, laghi e torrenti sono stati presi d’assalto dai pescatori. Anche io, per il mio primo anno, ho fatto parte di questo gruppo di pescatori. Il freddo non è stato un mio amico e in Friuli, le rigide temperature continuano a farla da padrone. In questi giorni la neve è tornata a farsi vedere; le temperature si sono nuovamente riabbassate e la pioggia non poteva mancare.
Nonostante questo mix di condizioni ambientali, i pescatori e le catture non si sono fermate. Con questi presupposti si può solo pensare ad una stagione iniziata tardi ma anche ad una stagione, si spera, fatta di catture anche di taglia e di lunghi e divertenti combattimenti. Mi viene da ridere a pensare che siamo ormai da settimane in primavera ed il clima è sempre quello invernale. Il 26 marzo sono andato a pescare con mio padre in un torrente nuovo per me (il Leale, non ci avevo mai pescato prima d’ora). Come anticipato le sponde erano occupate da molti pescatori che tentavano di aprire le loro annuali catture.
Questo torrente, le cui acque vengono ingrossate dall’emissario del lago di Cavazzo (vicino a casa mia) s’immettono direttamente nel fiume Tagliamento. Da qui risalgono molte trote tra cui le tanto attese e ricercate mormorate. L’anno scorso questo torrente ha regalato molte catture tra cui una mormorata di 6 kg e altre catture oltre i 3 kg. Le tecniche praticate sono infinite: spinning, pesca col vivo o col morto, etc. e sono molto redditizie. Quel giorno sondo i punti più nascosti, ove le mormorate potrebbero rintanarsi, ma di loro non vi è traccia. Salgo il torrente fino ad uno sbarramento ed incontro molti pescatori che cercano la prima cattura stagionale.
L’ acqua, in questo tratto di fiume scorre veloce e pescare si fa sempre più difficoltoso. Le catture non mancano per quelli che pescano con la camola del miele, si tratta di iridee pronto pesca, ma io rimango a secco. Dopo due ore io e mio padre decidiamo di cambiare posto e di andare direttamente sul Tagliamento. Detto fatto ci spostiamo a valle di circa 5 chilometri e decidiamo di provare sotto il ponte di Cimano, il posto è occupato e allora andiamo oltre di circa un mezzo chilometro e cominciamo a pescare, niente di niente ed intanto si sta facendo buio. Improvvisamente sotto sponda vedo una bollata, lancio il mio cucchiaino e la prima trota dell’anno è presa. Continuo a lanciare ed in circa 40 minuti recupero altre sette iridee, nulla di particolare tutte sui 2, 3 etti, ma intanto mi diverto ed quello che conta.
Mi sposto ancora a valle e vedo una bella buca, qualcosa dentro mi dice che lì ci può essere qualche cosa di interessante, come ad esempio, ma è un sogno, una bella mormorata. Insisto per circa mezz’ora, facendo arrabbiare mio padre che mi sollecita a smontare tutto per andare casa, perché ormai sono le sette passate. Io faccio finta di niente, cambio il cucchiaino con un rapala affondante, ed insisto nella mia azione di pesca, improvvisamente durante un recupero uno strattone si fa sentire e dopo una decisa ferrata e un bellissimo combattimento, con il cuore in tumulto nella speranza che dall’altra parte della canna ci sia attaccato “il sogno”, ma non è così, una fario, che non è una mormorata ma a me va bene comunque, di circa 2,5 kg si è fatta fregare ed io la tiro a riva e mio padre scatta le foto. La fortuna era dalla mia parte e, per finire in bellezza, un’ altra trota sui 300 gr è arrivata, e così alle otto finalmente accontento mio padre.
Qui da noi le trote sono gli unici pesci che in questo inizio di stagione si riescono a prendere, a parte i black bass ed i lucci che pesca il mio amico Daniele, ma lui è un maestro. Altri pesci sono difficili da prendere per le condizioni dell’ acqua (ancora troppo fredda) e per le condizioni meteorologiche (sempre sfavorevoli ai pescatori). Ma la pesca non deve fermarsi e non deve cedere il passo a queste condizioni, anzi, la passione ci spinge a continuare a praticare il nostro bellissimo hobby, in qualsiasi momento e in tutte le condizioni.
Con costanza e con anche un po’ di fortuna, guai se manca, si possono fare anche catture notevoli com’è capitato a me pescando in una risorgiva la settimana successiva all’ apertura. Le condizioni meteo erano ancora sfavorevoli, ma, con molta fortuna sono riuscito a salpare una bella fario di circa 4,5 kg, e sempre all’imbrunire. Questi sono i premi per la costanza e la perseveranza di qualsiasi pescatore. Con queste condizioni (riguardanti la pesca) si può solo sperare in una stagione coi fiocchi, ricca di catture, divertimento, sfide, nuove esperienze e di nuove conoscenze.
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