Di Andrea di Schiavi pubblicato il 08/01/10
Finalmente il C.A.L.P
Volevo informarvi che a dicembre si è costituito il primo comitato nazionale in grado di unire l’Arci Pesca F.I.S.A (sez.ne regionale), lo Spinning Club Italia (sez.ni provinciali del Lazio), il Ledgering and Barbel Fishing Italia (sez.ne romana), il Tuscia Fly Club (Unpem) e la sezione laziale dell’Associazione Italiana Pesca - Ambiente (A.I.P.A) affinchè si possa cambiare lo stato delle acque e della pesca sportiva nella regione Lazio.
Come vedete si sono raccolte le più diverse tecniche di pesca e questo rappresenta un'assoluta garanzia d'imparzialità e serietà nell'affrontare i problemi legati al settore.
È stata dura, ma alla fine siamo riusciti a costituire il primo comitato regionale composto da associazioni di pescatori sportivi, il C.A.P.L, ovvero “Comitato Associazioni di Pescatori sportivi per la tutela delle acque e della fauna ittica del Lazio”
Hanno sottoscritto l’accordo alcune delle associazioni più importanti a livello nazionale ovvero: l’Arci Pesca F.I.S.A (sez.ne regionale), lo Spinning Club Italia (sez.ni provinciali del Lazio), il Ledgering and Barbel Fishing Italia (sez.ne romana), il Tuscia Fly Club (Unpem) e la sezione laziale dell’Associazione Italiana Pesca - Ambiente (A.I.P.A)
Questa organizzazione ha come primo obiettivo quello di controllare l’operato delle Istituzioni e degli organi che amministrano (ma siamo in Italia quindi gestiscono) le acque interne, costiere e comunque l’ambiente della regione Lazio.
Perché proprio i pescatori?
Semplicemente perché il pescatore con la sua costante presenza sul territorio e con la conoscenza dettagliata di tutte le specie ittiche presenti nelle nostre zone (e non…) è l’unico che riesce a focalizzare i problemi che riguardano il mondo acquatico e soprattutto a proporre delle soluzioni che realmente riescano a migliorare la situazioni delle acque e dell’ambiente in generale.
Molti ora penseranno che dietro la nascita di questo comitato in realtà ci sia un mero interesse di settore teso a salvaguardare questa categoria nascondendo il becero obiettivo con la propaganda ambientalista.
Sapete quali sono le battaglie più significative che questo movimento vuole portare avanti ? L’aumento delle misure minime per il prelievo del pesce, la creazione di vaste zone no kill (divieto di cattura) che permettano la riproduzione di determinate specie ittiche e soprattutto una modifica razionale ai periodi di divieto pesca che realmente tutelino la proliferazione delle stesse, in relazione al territorio in cui si trovano.
In pratica ci s’impegna per prelevare meno pesce possibile, preferendo a questo la qualità del pescato e soprattutto una cornice ambientale migliore.
I pescatori si sono evoluti. E’ passato il tempo in cui si vedevano signori di una certa età con attrezzatura spartana, canne di bambù e soprattutto con bustoni di pesce, incuranti del danno che provocavano all’ambiente ittico e soprattutto alle generazioni future.
Il pescatore moderno ha finalmente capito che solo preservando l’habitat potrà continuare ad esercitare la sua passione e il catch and release (cattura e rilascio) ormai è divenuta pratica diffusissima, anche perché nel ventunesimo secolo (almeno per la maggior parte di noi) non c’è più bisogno di trattenere il pesce per motivi alimentari.
Insomma, d’ora in avanti le Istituzioni potranno avvalersi del contributo di un gruppo qualificato e seriamente intenzionato a cambiare lo stato delle cose, per non ripetere gli errori già commessi in passato.
Andrea Di Schiavi
Portavoce del C.A.L.P
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