Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 03/11/18
Siamo giunti ormai agli sgoccioli di questa stagione piscatoria , alla vigilia cioè della pausa invernale quando il freddo si impadronirà di ogni ecosistema acquatico facendo sprofondare in una sorta di letargo vigile tutte le specie ittiche che lo abitano ( anche se il clima mite si sta protraendo in modo singolare ) ; biologicamente parlando , questo è un periodo molto delicato specialmente per le specie predatorie che mai come adesso devono darsi da fare per accumulare più sostanze proteiche possibili e far fronte al lungo periodo di austerità rappresentato dai mesi freddi . Tutti i pesci ittiofagi , nessuno escluso , ampliano le loro finestre di attività fintanto che la massa stabulante rappresentata da piccoli pesci quali alborelle , gardons , triotti , piccole scardole e quant’altro , consentono loro di compiere vere e proprie razzie all’interno dei banchi luccicanti manifestando una forma vera e propria di frenesia alimentare ; nemmeno gli episodi di cannibalismo verso individui giovani possono essere esclusi , e così rischiano di finire tra le fauci di grossi predatori anche piccoli ( e nemmeno tanto ! ) persici reali , cavedani , black bass , lucioperca e addirittura lucci . Questo situazione simile al “ si salvi chi può “ si impadronisce delle zone litorali di laghi , fiumi , cave , piccoli corsi di pianura , diffondendo il terrore nei folti banchi di pesce foraggio che devono organizzarsi giocoforza se vogliono vedere di nuovo l’alba . Logico e consequenziale pensare che per noi spinner questo rappresenti un vero e proprio momento magico nel quale realizzare copiose catture e perché no , anche la possibilità di conseguire la cattura della vita . Le prime gelate notturne esercitano una selezione naturale nei pesci facendo rimanere attivi solo gli esemplari di maggior mole che grazie alla loro massa corporea sono in grado di far fronte più efficacemente ai rigori del freddo . Il progressivo ridursi delle ore di luce , concentra e distribuisce l’attività dei predatori durante tutto l’arco della giornata , con una predilezione per le ore centrali , quando cioè il freddo allenta un po’ la sua morsa ; i grandi laghi , con le loro vaste profondità, permetteranno di qui a poco tempo di accogliere in banchi tutti i pesci , portandoli di fatto fuori dalla portata utile dei nostri amati artificiali . Questo “ magic moment “ risulta essere assai fugace purtroppo , quindi conviene essere pronti per affrontarlo nel migliore dei modi . Conscio di questa ghiotta opportunità , prendo a piene mani ciò che il marchio Rapture mi mette a disposizione per le mie uscite e mi organizzo per sfruttarlo al meglio ; pianifico una sessione diurna in una zona che , potenzialmente , potrebbe offrirmi persici reali , lucci , black bass e lucioperca e adeguo i miei materiali approntando due combo che mi possano garantire la copertura totale delle situazioni . La prima combo è composta dalla canna Delsol , una due sezioni da mt. 2,44 alla quale abbino il mulinello SX – 1 mod. 2000 caricato con un superfilo trecciato di spessore 0,12 mm al quale connetto un terminale in fluorocarbon di spessore 0,24 mm ; questa selezione la utilizzo per uno spinning leggero rivolto ai persici reali ed ai black bass . La seconda combo è costituita dalla ultra collaudata canna Intruder , una due sezioni da mt. 2,40 alla quale abbino sempre il mulinello SX – 1 , top di gamma Rapture , ma il mod. questa volta è il 4000 caricato con un braided di spessore 0,16 mm al quale vado a connettere un finale in fluoro di spessore 0,30 mm ; questa seconda selezione la indirizzo alla cattura di lucci e grossi esemplari di lucioperca . Così attrezzato parto e in una mezz’ora di auto raggiungo un’ampia insenatura naturale dove rive a canneto si alternano a spiagge sassose a fine granulometria e dove i materiali trasportati da un grande fiume alpino si depositano creando zone a basso fondale insieme a cadute improvvise di profondità , luoghi ideali per ricercare i nostri amati predatori . Il giorno feriale e l’ora assicurano la giusta tranquillità e la giornata insolitamente calda favorisce l’attività degli ultimi black bass che ancora si attardano nelle bassure in cerca di foraggio . Decido di iniziare utilizzando la Intruder perché in tale zona è probabile la presenza di qualche grosso luccio ; connetto al terminale un minnow di lunghezza 9 centimetri per 8 grammi di peso dall’assetto galleggiante , il Prey di Rapture ed inizio a perlustrare le zone più superficiali della colonna d’acqua in cerca di qualche bass aggressivo . I primi tentativi , pur scorgendo grazie alle lenti polarizzate alcune sagome scure sotto le barche ancorate , non danno alcun risultato così sono costretto a cambiare radicalmente approccio virando sull’utilizzo di un’artificiale che mi consenta di ispezionare gli strati più profondi ; opto per uno dei miei artificiali preferiti , lo spinnerbait , e connetto al moschettone uno Sniper Double Blade sempre di Rapture da ½ oncia al quale ho aggiunto , come mia abitudine , un trailer hook . Lancio e faccio affondare lo spinner fino al raggiungimento del fondo , circa un paio di metri , e lo richiamo con un recupero lento e regolare , facendogli sfiorare ogni asperità che il fondale presenta . Riesco solo ad incuriosire tre bass di medie dimensioni che seguono il mio artificiale fino alla fine della sua corsa senza però portare il tanto agognato attacco . Il livello molto basso del lago causato da una lunga situazione siccitosa che perdura dalle ultime piogge primaverili mi consente di percorrere a piede asciutto tutto il litorale fino al raggiungimento di un piccolo centro rivierasco dove a testimoniare la presenza di una trascorsa stazione per battelli è rimasto il vecchio pontile insieme ad alcuni pali di attracco ora in completo disuso . Questo spot mi ha consentito nel corso degli anni di conseguire ottime catture soprattutto di grossi lucioperca e di qualche bel luccio , ed ora sfido la sorte nella malcelata speranza di rinverdire gli antichi fasti ; la strategia vincente è quella di sfiorare con recuperi mirati i manufatti in legno dove , solitamente , trovano riparo i pesci predatori che tendono furtivi agguati alla minutaglia del luogo . Qui la profondità media è di circa cinque metri e grazie alla sensibilità dell’intera combo riesco a percepire perfettamente le traiettorie del mio artificiale ; con un lancio trasversale copro una distanza di circa venti metri e , giunto in prossimità di uno dei pali , alzo lo spinner dal fondo e riesco a vederne il luccichio attraverso l’acqua trasparente . Proprio in questo fugace istante un bel black bass affonda l’attacco e rimane vittima del trailer hook . La intruder compie a meraviglia il suo dovere e , come spesso avviene con il centrarchide , quello allamato si porta appresso tutto il banco composto da cinque esemplari che incuriositi dallo strano comportamento del loro simile , lo seguono fino a riva per poi fare ritorno nelle buie profondità del lago . Sono costretto , considerando la mia posizione sopraelevata rispetto al livello dell’acqua , a salpare il pesce facendogli compiere un balzo di un paio di metri ; lo afferro per la parte inferiore della mascella e , visto che non vi è presenza di anima viva e mi è impossibile farmi immortalare con il pesce , mi appresto a scattare qualche foto alla preda con ancora l’artificiale in bocca . Espleto velocemente questo rito e raggiungo una scaletta in cemento poco distante dalla quale ridono la libertà all’incredulo bass . I tentativi seguenti risulteranno infruttuosi tanto da indurmi , essendosi fatto quasi mezzogiorno , a cessare l’attività alieutica a favore di un pasto frugale innaffiato da una buona birra doppio malto consumati in un vicino pub proprio in riva al lago ; le due ore seguenti non sono proprio da prendere ad esempio nel manuale del perfetto lanciatore in quanto , aiutato anche dalla pancia piena , le trascorro sul sedile reclinato dell’auto che funge da letto improvvisato regalandomi un sonno tanto profondo quanto gradito . Al risveglio il cielo si è un po’ rannuvolato così decido di cambiare spot e con l’aiuto dell’auto raggiungo un lungolago che si trova a pochi chilometri da casa e mi garantisce un paio d’ore di pesca con l’attenzione rivolta ai persici reali , altro obiettivo ambito per la mia sessione diurna ; questa volta cambio completamente anche l’approccio ed estraggo dal vano bagagli dell’auto l’attrezzatura per uno spinning più leggero rivolto al predone tigrato . La canna prescelta è la Delsol sempre targata Rapture corredata dal mulinello SX – 1 taglia 2000 caricato con il trecciato di spessore 0,12 mm e l’artificiale principe per questa ricerca è il classico minnow adatto ad una pesca condotta negli strati superficiali dell’elemento liquido ; nella fattispecie si tratta del già citato Prey Minnow di Rapture , un pesciolino caratterizzato da guizzi molto adescanti ai quali il percide non sa resistere . La scelta è motivata soprattutto dal fatto che noto una massiccia presenza di piccoli gardons in superficie dove di tanto in tanto i persici compiono vere e proprie scorribande seminando il terrore . In questo spot mi trovo ad operare dall’alto in un settore litoraneo delimitato da parapetti metallici che danno direttamente sull’acqua creando comodi punti d’appoggio per l’azione di pesca ; decido di non lanciare a caso ma viceversa di attendere i fragorosi atti predatori dei pesci per depositare il mio minnow nelle vicinanze degli stessi . Il primo persico attacca il mio artificiale ad una decina di metri dalla riva ed impegna la mia Delsol che descrive una curva parabolica nell’assecondare le sfuriate di questo strenue combattente : lo salpo in breve tempo e gli scatto subito alcune foto prima di ridargli la libertà . Nel breve volgere di una mezz’ora ne ferro altri due più o meno della stessa dimensione ma ben presto il momento magico termina insieme alla breve ma intensa finestra di attività del predatore gregario . Continuo a pescare seguendo la strada litoranea fino a raggiungere una scala che mi porta su un pontile di attracco dal quale posso pescare allo stesso livello dell’acqua ; qui effettuo alcuni lanci a raggiera , ma purtroppo senza scorgere ulteriore attività superficiale dei predatori . Decido quindi di sostituire il Prey Minnow con un altro minnow Rapture ma dall’assetto affondante ed estraggo dalla mia tackle box un Trouter da diciotto grammi di peso che , dopo essere stato connesso al terminale , viene proiettato ad una trentina di metri al largo e fatto affondare fino a raggiungere il fondo . In uno dei recuperi effettuati dal pontile finalmente avverto un arresto brusco , quasi brutale , al quale rispondo con una pronta ferrata poderosa e profonda : la povera Delsol si incurva fino alla schiena e immediatamente capisco che questa volta non si tratta di un persico perché se così fosse sarebbe di dimensioni enormi . Più verosimilmente deve trattarsi di un luccio che , approssimandosi il crepuscolo , deve essere stato attratto vicino alla riva dalla presenza di un folto banco di persici reali , una vera leccornia ai suoi occhi . Regolo la frizione micrometrica del mio SX – 1 e cerco di evitare che il pesce vada ad interessare le sagole alle quali sono ancorate le barche nelle vicinanze ; non è impresa facile così decido di forzare il pesce per condurlo in una zona più sicura dove possa salparlo in maggiore tranquillità . L’esocide compie un paio di ripartenze e sono costretto a concedergli filo ( sto operando con una combo leggera ) fino a quando lo vedo presentarsi a galla con un classico salto che mette a dura prova la resistenza del terminale , considerando il fatto che ha inghiottito completamente il minnow ; sono momenti concitati durante i quali i pensieri spaziano accarezzando da una parte l’idea di concludere felicemente il combattimento e dall’altra esorcizzando la malasorte nella malaugurata possibilità che il pesce recida il terminale . Fortunatamente si avvera la prima ipotesi e così , grazie alla grande qualità del terminale in flluoro XPS di Trabucco estremamente resistente all’abrasione , posso tramite una classica presa opercolare trarre all’asciutto il pesce che ora si mostra in tutta la sua bellezza . Blocco subito un ragazzo che sta riponendo le barche nella vicina scuola di vela e lo esorto a scattarmi qualche fotografia prima di rilasciare il pesce ; fatico non poco ad estrarre il minnow con l’ausilio di pinze a becco lungo dalle fauci del predatore e sono costretto a recidere con le tronchesi le ancore per non danneggiare i delicati organi . Abbondante ossigenazione e via di nuovo in acqua . Spero tanto di non averlo danneggiato irreparabilmente , ma vederlo scomparire in profondità mi rincuora . Così , contemporaneamente all’oscurità , arriva il momento di porre fine alla mia uscita e tra me e me penso che un bass , tre persici reali ed un luccio possono considerarsi un bottino più che buono per questo spinning autunnale. Grazie lago !
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