News

Ledgering sulle sponde del Tevere

Di Samuele Maffei pubblicato il 17/05/10

Era una mattine di aprile quando, dopo essermi addormentato in macchina, mi risvegliai e mi trovai accanto a mio Padre mentre ci stavamo dirigendo sulle sponde del Tevere per affrontare una battuta di pesca a ledgering. Avevamo con noi due canne da ledgering con numerosi vettini di ricambio, un paniere con dentro tutto l’occorrente, dei picchetti per sostenere le nostre canne ed una sedia reclinabile. Prima di arrivare ci fermammo in un autogrill per fare colazione.  Ero molto eccitato anche se mio padre mi parlava del Tevere come di un posto molto generoso ma anche molto difficile. Soprattutto pescando a ledgering era importantissimo indovinare il posto di pesca, altrimenti si poteva rischiare di fare un “cappotto”. Comunque mio pade mi rassicurò che saremmo andati in una postazione che lui conosceva bene.

Arrivammo sul posto e papà mi fece notare che in quel punto la corrente faceva una specie di rigiro. Infatti le foglie e i piccoli rametti trasportati dalla corrente scorrevano verso valle per poi magicamente tornare indietro.  Era un buono spot dove sarebbe stato facile incontrare pesci affamati.

Iniziammo così a preparare le nostre canne


Fermiamoci adesso con il racconto e iniziamo a parlare un po’ di tecnica:


Per preparare una canna da ledgering nel fiume occorre:


-un tubicino anti - tangle (anti groviglio)

-un pasturatore di peso diverso a seconda della forza della corrente e delle condizioni di pesca

-una girella, meglio se di quelle micro

-un terminale non molto lungo (circa 30/40 c) di diametro che può variare dallo 0.12 allo 0.18

- un amo grande in base all’innesco, se si usano i bigattini va bene un 16 o un 18, se si usa il mais o altro si possono usare ami più grandi.


Preparazione:


-fare scorrere sulla lenza madre il tubicino anti tangle avendo cura di lasciare lo spezzone corto verso l’alto,

-legare sul filo la girella

- legare alla girella il terminale

- innestare il pasturatore sul moschettone presente sul tubo anti tangler

- innescare l’amo e riempire il pasturatore



Ricominciamo adesso con il racconto:

Montate le canne, prendemmo come riferimento dei punti fissi sulla sponda opposta, visto che non si poteva mantenere il famoso marker per segnalare il posto pasturato.

Mio padre innescò dei chicchi di mais sull’amo e inserì della pastura sul suo pasturatore a rete, mentre io decisi di pescare con i bigattini.

Lanciammo le nostre lenze e iniziò l’attesa.

Dopo un quarto d'ora mio padre con un cenno mi fece capire che aveva avuto un’abboccata.

Io ero molto emozionato e lo corsi subito con il guadino e così riuscimmo a mettere in nassa un bel carassio.

<< Si aprono le danze>> mi accennò dopo aver rilanciato la canna nel punto da lui prescelto.

 Subito dopo io mi voltai per andare sulla mia postazione. Mentre camminavo vidi che il mio cimino si muoveva in continuazione. Così inizio il mio primo combattimento. Chiamai mio padre che venne ad aiutarmi. Dopo un combattimento divertentissimo riuscii a portare a guadino un’ anguilla che a dir il vero mi faceva un po’ impressione (avevo solo 10 anni). La slamai e la liberai. Subito dopo aver rilanciato catturai un bellissimo carassio e poi una moltitudine altri pesci come carassi, breme e gardon. Quel giorno me lo ricorderò sempre perché fu la mia prima ed entusiasmante battuta a ledgering nelle difficili acque del Tevere.


Ciao ragazzi! Alla prossima avventura!


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: