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Meravigliosa Carinzia

Di Riccardo Dominici pubblicato il 21/06/07

Solitamente la mia azione di pesca si restringe alle vicinanze di casa (vi è una risorgiva e vi è un bel lago a pochi chilometri di distanza dalla mia dimora) ma quando c’è la disponibilità di mio padre si può fare una scappata ed andare a pescare nelle magnifiche acque austriache. Per la precisione, la zona da me frequentata è una vallata (la Rosenthaal o valle delle Rose) in Carinzia, la regione più a Sud dell’Austria, confina con la Slovenia e l’Italia, boschi incontaminati sono la gioia dei fungaioli, paesaggi da cartolina illustrata sono la gioia degli esteti, fiumi e 1200 laghi, si avete letto bene ben 1200 laghi con acque pulitissime, ricchissimi di pesce fanno la gioia dei pescatori e cosa importantissima la calda ospitalità è la gioia di tutti.
Come di consueto vado in Corinzia  per pescare nel suo fiume più importante (la Drava) ma durante la giornata del primo Maggio (festa del Lavoro) sono andato a pescare nel laghetto di Adriano Gargantini (il Kuker Au o meglio conosciuto come “ il laghetto delle tinche”).
Alle 8 della mattina eravamo da Adriano e, dopo aver acquistato i permessi ci avviamo sulle sponde del laghetto che dista una cinquantina di chilometri dall’albergo. La giornata non è delle migliori, il cielo e grigio e minaccia pioggia, la temperatura non supera il 12 gradi centigradi, ma ormai ci siamo e non saranno certamente quattro gocce di pioggia a fermarci.

Alle 10 arriviamo sulle sue sponde: dopo aver preparato le canne, due a carp fishing e due a ledgering e averle lanciate io e mio padre ci dedichiamo alla pasturazione. Fa freddo, mia madre decide di andarsene a fare una passeggiata, ed io e mio padre nell’ attesa che qualche pesce abbocchi ci addormentiamo. C’è un proverbio che dice che “chi dorme non piglia pesci” e noi potremmo aggiungere che: “chi dorme non piglia pesci e si prende il raffreddore”. Infatti verso mezzogiorno ci svegliamo tutti intirizziti, ma qualcosa è cambiato, le nuvole scorrono sopra la nostra testa, ma non sono più i nuvoloni carichi di pioggia del mattino, nono nuvole alte nel cielo, e c’è finalmente il sole, che comincia a scaldare. La temperatura si fa più mite, ed un clima simile favorisce il massimo relax, se a tutti questi ingredienti uniamo anche un pizzico di stanchezza si ottiene una miscela chiamata volgarmente “abbiocco”. Infatti io non ho resistito a questa miscela e mi sono riaddormentato ma sempre con un orecchio teso a percepire il suono dei segnalatori. Sono ormai quattro ore che sto aspettando, così decido che se il pesce non viene a me, andrò io da lui. Detto fatto, cedo le mie canne a mio padre, prendo una delle sue da ledgering  e decido di provare a pescare le carpe a vista.

Dopo aver innescato su un amo del 6 due cicchi di mais mi trasferisco in un piccolo restringimento del fiumiciattolo emissario del lago. La sua profondità e di circa 60 centimetri e le carpe scorazzano fra le legnaie.
Si vede passare carpe (specchi, regine), cavedani e alcuni barbi. Pasturo con due manciate di mais e deposito l’ esca proprio al centro e mi metto in paziente attesa.
In questi momenti è essenziale stare immobili e mimetizzarsi sulle sponde, preferibilmente seduti, con la canna in mano e guardare perennemente l’ esca. All’ improvviso sento mio padre chiamarmi, recupero la mia canna e corro come non ho mai fatto da mio padre. Lo ritrovo con la canna in mano, tutto effervescente che lotta con un pesce.
Preparo il guadino e lo metto in acqua, bagno il materassino, e dopo alcuni minuti si vede comparire la sagoma di un bel pesce che non ha alcuna intenzione di farsi portare a riva….a occhio la stimo sugli otto nove chili mentre mio padre esagerando la stima sui 13 chili.
Dopo averla portata sul materassino la slamo e la peso. La bilancia dà il suo verdetto: Kg. 12,520 chili, tara Kg. 1,5  peso netto Kg. 11,00.

Il pesce dopo essere stato fotografato viene subito rilasciato. Decido cosi di ritirare la canna che ho provato a lanciare lontano visto che non ha avuto nemmeno una partenza e la lancio quasi attaccata a un albero appena caduto che si trovava a circa 60 metri da me. Ci pasturo sopra con il lancia boilies e con la fionda alcune piccole palle di pastura, poi torno alla mia pesca a vista. Arrivato sul posto con mia grande sorpresa trovo alcune carpotte intente a mangiare i chicchi da mais. Allora deposito la mia trappola in prossimità della riva sotto i miei piedi e dopo pochi secondi una piccola carpa regina mangia la mia esca. Ferro con delicatezza e dopo un brevissimo combattimento la porto a guadino.
Chiamo mio padre e mia madre per le foto.
Non è grande ma molto bella, sarà all’incirca sui due chili e tiene sollevata la pinna dorsale quasi a mostrare il suo disappunto per essersi fatta catturare.
Dopo questa piccola, divertente ed importante (ho scapottato) cattura, torno nella vecchia  postazione, sfratto mio padre e non ho neanche il tempo di sedermi che la canna che avevo lanciato a fianco del albero parte, dopo una bella ferrata porto a riva una bella carpa.
Rilancio e la situazione sembra mutata improvvisamente, dopo oltre quattro ore di inutile attesa ora la partenze si susseguono, il sole sta riscaldando l’acqua e il pesce si è mosso le catture si susseguono incessantemente.
Perdo due carpe a causa di un terminale mal fatto così cambio. Ho avuto il piacere e la fortuna di catturare una discreta quantità di carpe, un cavedano di oltre due chili marchiato dai denti di un luccio ed un nasen.

Facendo un resoconto devo dire che è stata una giornata molto piacevole, le catture non sono mancate a dimostrazione che le acque della Carinzia e le riserve di Adriano Gargantini non tradiscono mai.

Ma la giornata mi riservava ancora delle sorprese. Decidiamo di fermarci a cena anche per stare un momento in compagnia di Erica, Adriano, Alberto, Francesco e del quinto componente la famiglia e cioè del mitico Ugo il loro bassotto. C’è anche Stefano meglio conosciuto come il “Muflone” esperto conoscitore di funghi e guida dell’albergo e punto di riferimento di tutti coloro che si dedicano alla raccolta dei funghi.
Sto dedicandomi con tutte me stesso alla “milanese” che ho nel piatto, quando Adriano Gargantini e si siede al nostro tavolo. Mi guarda e mi dice: “guarda che da luglio abbiamo bisogno di tè qua. Finisci scuola, fai qualche giorno di vacanza riposandoti e poi da Luglio vieni a darci una mano, quello che devi fare lo sai, e se sei contento di venire noi saremo più contenti di tè di averti con noi.
Questo modo di fare è tipico di Adriano, sono molto lusingato della sua offerta, per certi versi un sogno che si realizza, anche se i dubbi cominciano ad affiorare. Sò bene che non sarò in vacanza, che dovrò guardare gli altri pescare, girerò con il mio motorino da enduro ad accompagnare i clienti sulle varie postazioni di pesca, ma se la polizia mi ferma come farò con la lingua? Come farò con il Tedesco che ho appena cominciato a studiare? Mio padre dice che è l’occasione buona per imparare, oltre al Tedesco anche ad obbedire, mia madre dice che è l’occasione buona per imparare ad essere ordinato ed ad avere cura di me stesso, ed io cosa dico a proposito di tutto questo? Beh lasciamo perdere… Una cosa è certa, dubbi o non dubbi, tutto Luglio sarò da Adriano a vostra disposizione, una buona occasione per fare nuove esperienze e conoscenze.
Un caro saluto a tutti e arrivederci da Adriano per potersi divertire con la pesca e per rilassarsi con i meravigliosi paesaggi austriaci.
Per info:
www.trophyclub.it e tel. 00436645307670


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