Tecniche

Mormore a beach ledgering

Di Michele Nardi pubblicato il 11/09/12

Con la stagione estiva ancora in atto, che come ci confermano gli esperti porterà ancora un lungo periodo di mare calmo, non dobbiamo farci trovare impreparati all’appuntamento più importante per la mormora, e cioè quello autunnale. Il miglior modo per divertirsi assicurandosi un discreto carniere è di tentarne la cattura in ultraleggero dalla spiaggia. Il problema che ci ha afflitto fino ad oggi è quello delle limitate distanze operative delle canne adatte a questa tecnica: le beach ledgering. Ora tutto è cambiato poiché esistono sul mercato attrezzi che ci permettono di pescare anche oltre i fatidici 100 metri con catture a ripetizione!

Già ai tempi delle prime “carovane” in Corsica, circa venti anni fa (che tempi ragazzi!), si discuteva appassionatamente sul fatto che il massimo della pesca alle mormore sarebbe stato quello di possedere una canna da beach ledgering che ci permettesse di posizionare le nostre insidie oltre i cento metri utilizzando un piombo di soli 70, 80 grammi: allora si che le mormore sarebbero arrivate grosse e numerose! Beh, pura fantascienza!
Con il passare degli anni tale rappresentazione mentale è arrivata all’orecchio dei costruttori di canne, ma solo oggi, dopo l’avvento di nuovi materiali (fibre aerospaziali), arrivano i primi modelli di canne ultraleggere con altissima capacità di lancio, e così finalmente in grado di soddisfarci in pieno. In questo periodo queste “mega beach” ad innesti (non sapremmo in quale altro modo definirle) vengono prodotte soltanto da tre o quattro aziende italiane e perciò la ricerca per chi volesse provarle è piuttosto semplice.
Pur essendo la canna l’elemento essenziale (la nostra catapulta) dobbiamo saper scegliere con cura anche tutto il resto ad iniziare dal mulinello da abbinare, che per forza di cose non potrà essere di taglia grande, per finire con il piombo, che dev’essere all’altezza della difficile strategia.

Le nuove (mega) beach

La prima cosa da sapere è che, se vogliamo superare realmente i cento metri lancio dopo lancio e non sporadicamente, possiamo affidarci soltanto ai modelli top di gamma e che non potranno essere telescopici in nessun caso, di fatto, se diamo una sbirciata al mondo dell’agonismo vedremo che le canne telescopiche montate sulla spiaggia sono sempre di meno, ogni gara le vede diminuire drasticamente e la domanda che a tutti sorge lecita è: perché?
Risposta: oggi c’è di meglio!
La nostra nuova beach ultraleggera non può che essere prodotta con materiali nobili, carbonio alto modulo o superiore ed essere in due o tre pezzi ad innesto (calibratura più fine di qualsiasi telescopica) con varie tipologie di cimino in carbonio pieno da adattare ai piombi utilizzati, oppure anche con cimino unico ma alquanto sensibile.
La potenza massima non dovrebbe superare in nessun caso i cento grammi (120 grammi al massimo) altrimenti addio beach (!) e addio ledgering! Le lunghezze confacenti sono la 4,20, la 4,50 e la 5 metri. Vediamo per quale scopo. Iniziamo dalla metri 4,20 dato che è quella considerata la misura standard per tutte le canne da spiaggia, invero, è la più maneggevole, leggera e permette distanze di assoluto rilievo. Dopo i nostri accurati test abbiamo riscontrato che la metri 4,50 (considerato che con queste “cannette” possiamo lanciare tutt’al più in side) è la misura che offre maggiore distanza in assoluto, e perciò non aggiungiamo altro.

La cinque metri è una misura sempre più richiesta, in modo particolare dal mondo agonistico.
La Fipsas con l’introduzione del nuovo regolamento tecnico agonistico permette l’uso di una sola canna in pesca di lunghezza massima cinque metri, pur mantenendo illimitato il numero delle canne di riserva, e con questo arriva l’esigenza di montare dei travi di lunghezza esasperata per mantenere sempre a tre il numero di ami in pesca (il massimo consentito), per di più, con cinque metri di canna i lanci non sono un problema e la lenza lavorando più rialzata dalla superficie del mare è maggiormente al sicuro quando ci sono alghe e sporcizia in sospensione.
Tale attrezzo può essere utile ovviamente anche nella pesca di tutti i giorni ma deve essere di calibratura molto fine altrimenti faremo più fatica a fendere l’aria, vista la lunghezza accentuata, ed i lanci si accorcerebbero notevolmente.
Un accenno per quanto riguarda i componenti (pomello, placca e anelli) è quello che Fuji come da tradizione gode della massima considerazione.
Aggiungiamo soltanto che una buona anellatura per una canna da beach ledgering (da non confondere con quella da surf) dovrà avere un diametro di partenza di 25 millimetri.
Questa misura infatti risulta perfetta per l’abbinamento con l’apposito mulo.

Mulo?

Si, ormai il mulinello lo chiamiamo tutti così perché oggi si tende ad abbreviare tutto, ma il motivo non è soltanto questo. Il mulo è un animale frutto dell’incrocio tra un maschio di asino e una femmina di cavallo: ne deriva un ibrido dalle dimensioni leggermente più piccole di un cavallo ma particolarmente resistente, tenace e forte.
E’ questo il motivo più importante di tale nomignolo, infatti, il mulinello ideale per questa tipologia di canne dev’essere di taglia media.
In pratica dovrebbe essere di misura standard compresa tra 4000 e 6000.
Purtroppo le misure standard oggi sono state stravolte inspiegabilmente proprio da chi le aveva dettate!
Questo dal momento che alcuni costruttori, con Shimano in prima linea, hanno stravolto quelle che una volta erano definite le misure di riferimento, contribuendo così a creare soltanto un enorme confusione.
In ogni caso il nostro mulo ideale non deve essere troppo pesante e neppure di dimensioni eccessive, come quelli da surf per interderci (non adatti), ma deve possedere ottima potenza di recupero ed una frizione anteriore molto docile: un vero concentrato di tecnologia!

Piombo fisso per volare lontano

Sull’importanza del piombo in fase di lancio non è mai stato scritto abbastanza per il semplice motivo che ancora non esistevano dei dati con un minimo d’affidabilità. Ebbene, ecco a voi questa primizia: un piombo leggero ha una velocità d’uscita mediamente maggiore di quella di uno pesante, di fatto, con 80 grammi si supera circa 400 km/h contro i circa 350 km/h di quello da 125 grammi.
Tenendo conto di tutto possiamo affermare che i piombi da usare devono essere certamente aerodinamici ma rigorosamente con il baricentro avanzato e scelti nelle grammature che vanno dai 60 ai 100 grammi. Per quanto riguarda i modelli specifici, vale a dire quelli che volano bene nelle basse grammature, c’è da dire che tra i tanti provati solo in tre hanno risposto al meglio e quindi si possono elencare: il Windy (Ultramarine), il Galileo e il Nardi X (Fonderia Roma).
Come sempre, una montatura che prevede il piombo fisso con i finali che volano al seguito è quella che ci darà maggiori distanze operative, ma attenzione: i pesci più spesso di quanto si creda si trovano proprio sotto i nostri piedi e quindi è importante sondare sempre le varie fasce di pascolo.

Calamenti ed esche

Un calamento classico da mormore interamente costruito con il fluorocarbon (del tipo più duro per il trave e di quello più morbido e leggero per i finali), piombo fisso e due finali lunghi da 90 a 120 centimetri andrà benissimo, e non saranno certo solo le mormore ad abboccare.
L’esca contribuisce molto ad accorciare la distanza di lancio e mai come in questo caso gli inneschi devono essere i più aerodinamici e leggeri possibili.
Nella ricerca della distanza estrema è opportuno montare un solo bracciolo che non superi il metro di lunghezza, munito di un piccolo verme fatto risalire completamente sul finale in modo da non creare nessuno sfarfallio durante l’arco di volo.
Vivamente sconsigliato l’uso di qualsiasi tipo di bait clip ad eccezione di quello realizzato con il filo idrosolubile.
Le varie arenicole, il muriddu, il mezzo americano, il coreano rosso e i vermi trovati direttamente sulla spiaggia (tipo la vermella della foto) saranno sempre le esche con maggior potere di richiamo. In alcuni casi possono funzionare anche le esche di pescheria tipo sarda e calamaro, ma ci vuole un pò di mare.
Se vi trovate a pescare in Sardegna o magari in Grecia non dimenticate il tremuliggione! In questi luoghi si trova in vendita abbastanza facilmente ed a prezzi veramente bassi.


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