Tecniche

Parola d'ordine: lentamente!

Di Roberto Granata pubblicato il 04/01/10

Ogni essere vivente, quando si trova a vivere in condizioni di freddo, è pressoché costretto a rallentare e/o modificare i suoi ritmi di vita. Sia che viva sulla terra, sottoterra o nell'acqua, le sopraggiunte condizioni (alias, la stagione invernale) lo porta ad un "modus vivendi" diverso. Vi sono animali che sono "costretti" a subire in modo marcato questa situazione ed altri meno, a seconda delle possibilità che offre l'ambiente in cui vivono, ma tutti, potendo, cercano di trarre il massimo profitto dall'ambiente stesso, per svernare nel migliore dei modi e con buone probabilità di successo. Pensiamo alle rane, che si rifugiano in piccoli buchi da loro stesse scavati, sotto la paglia o l'erba che funge da isolante termico. Anche l'uomo, che è un animale "evoluto", non sfugge a questa regola. Chiaramente rimedierà in modo altrettanto evoluto, stando più al chiuso col riscaldamento acceso, ma  ciò non toglie che la sua vita all'aria aperta sia più limitata. Questo discorso introduttivo dovrebbe già renderci chiaro come dovremmo comportarci andando a pesca. Il freddo, in particolare, rende ogni essere vivente meno propenso a movimenti veloci e tutto si svolge, come recita il titolo di quest'articolo, più lentamente. Vi sono tuttavia piccole differenze, nel modo di vivere, a seconda dell'elemento che circonda l'essere vivente preso in esame, ed a ciò giungiamo con un esempio molto semplice: noi umani viviamo circondati dall'aria e, quando si fa troppo fredda, ci rifugiamo come detto, possibilmente al caldo. Gli animali (sempre circondati dall'aria), quando non possono fare in qualche modo altrettanto, sono stati attrezzati dalla natura a cambiare il pelo o ad effettuare mutazioni simili. Quelli circondati dall'acqua, e quindi in particolare i pesci, cercheranno nell'ambiente che li circonda il medesimo scopo, ossia le condizioni a loro più favorevoli.

 

SPOT INVERNALI

La fauna ittica, nei frangenti descritti, tende a portarsi nei punti meno freddi e più convenienti. Quindi:

-          Negli invasi prediligerà il fondale, dove l'acqua è meno fredda che in superficie.

-          La presenza di polle sorgive è gradita ai pesci, che ivi trovano spesso temperature meno proibitive.

-          Anche nei fiumi e nelle rogge converrà insistere nelle più grosse e profonde buche. In alcuni di questi ambienti non si può parlare di buche grandi e profonde, in quanto la loro morfologia li porta ad avere acque con scarsa profondità. Insistete comunque nei punti con quel poco di profondità in più e, soprattutto, nei punti più calmi, dove la corrente è minore o, meglio ancora, quasi nulla.

-          Tutto ciò è valido quando i predatori sono, come si suol dire, poco o niente "attivi", ma vi sono situazioni nel corso dell'inverno dove, nonostante ogni condizione sembri avversa, i nostri si mettono comunque sul piede di guerra. Naturalmente conoscere, e soprattutto riuscire a captare in anticipo i segni delle condizioni positive che verranno di lì a breve, ci porta enormi vantaggi. Vediamo alcuni esempi.

 

LA RIPRODUZIONE

Nel periodo in oggetto, ne sono interessati essenzialmente la trota ed il luccio. La pesca alla trota è chiusa, ma nei laghetti privati, dove possiamo pescare, occorre sapere che, nonostante le acque fredde, la riproduzione tende a portare i salmonidi nel sottoriva, spesso anche negli strati superficiali. Per quanto riguarda il luccio, nonostante la deposizione delle uova e la relativa fecondazione si svolgano più avanti, le femmine già gonfie di uova hanno bisogno di nutrimento. Un grosso artificiale a forma di pesce, manovrato molto lentamente, può quindi interessare, nonostante le condizioni avverse, qualche grossa femmina. Meglio tuttavia scegliere qualche periodo dove anche il meteo ci viene in aiuto, come vediamo subito.

 

OCCHIO AL METEO

I cambiamenti meteo, nel periodo freddo, possono rivelarsi un'occasione midiciale, così come un fiasco. Tutto, o quasi dipende dalla temperatura dell'acqua. Se quest'ultima è sotto i quattro-cinque gradi, anche gli abbassamenti di pressione e compagnia vengono poco o niente avvertiti, o perlomeno non portano i predatori a "scatenarsi" come farebbero in altri frangenti. A ciò fa eccezione abbastanza spesso la lucioperca. In caso di temperature uguali o superiori a quanto indicato, da non perdere sono i due-tre giorni precedenti le nevicate, le piogge e le perturbazioni in generale. Tuttavia, se il cambiamento è netto (fenomeni piuttosto abbondanti) l' "attività" è decisamente superiore a quella che si riscontra, invece, se il cambiamento porta solo qualche giornata con innocue nubi passeggere.

 

ED INFINE . . . IL RECUPERO

Ho più volte definito il recupero l'azione più importante, il coronamento di tutto quello che, speriamo, abbiamo fatto finora per giungere al fatidico momento. Ora comincia la vera pesca, che nei periodi freddi va curata in modo particolare. Recuperi lenti, nei dintorni del fondo, se non addirittura a contatto col medesimo, sono ciò che spesso i predatori "infreddoliti" si aspettano. Questa lentezza, con frequenti pause, sarà sì condita da movimenti, ma mai veloci e molto "rocamboleschi", bensì piuttosto blandi. Tutto ciò impone, ancor più del solito, un costante contatto con l'artificiale. Perché? Perché non avremo forse numerosi strike, ma in quei pochi potrebbe esserci quello da brivido, come la stagione della quale abbiamo parlato.

 

 


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: