Di sergio farina pubblicato il 16/01/19
Se avesse continuato a marcare la strada con i soliti sassolini bianchi con tutta probabilità il padre si sarebbe stancato di portare lui e i suoi fratelli avanti e indietro nella foresta ed ora la favola di Pollicino non esisterebbe. Certo il pane, rispetto ai sassi, è più comodo da sbriciolare e più leggero da trasportare, dopo averlo occultato in tasca, ma il pane, a fronte di innegabili vantaggi logistici, è un alimento che piace a tutti, e dico proprio a tutti, gli essere viventi: umani, altri mammiferi più o meno grossi, insetti, uccelli e… pesci. Che il pane sia una delle esche più antiche e più efficienti è risaputo, anche per la grande versatilità nella preparazione, pasture comprese, dove le diverse lavorazioni possono modificare sensibilmente la meccanica di ogni mix. Il pane è un richiamo immediato e questo per ogni genere di pesce, predatori compresi ed alzi la mano chi non lo ha mai innescato. Io stesso devo ad un fiocco di pane bianco il mio PB di pigo, ed ho detto tutto. Era una fredda giornata invernale, di quelle con la neve per terra e le mani rosse come il tip, quel tip immobile che non dava segni di vita pur avendo girato sull’amo tutte le esche al seguito. Poi un piccolo pezzo di pane da tramezzino, del tramezzino che era il mio pranzo, aveva girato la giornata. Proprio in inverno le valutazioni del pescatore nella preparazione di un mix da feeder deve tener conto, oltre ai soliti parametri, anche della variabile stagionale perché con il freddo i pesci, animali a sangue freddo, rallentano il proprio metabolismo ed un’offerta troppo ricca sia nelle quantità che nella composizione potrebbe sortire l’effetto contrario a quello sperato, voi vi mangereste una teglia di lasagne al forno bollenti in agosto con 40° gradi all’ombra? Ecco che una pastura troppo carica dal punto di vista nutrizionale potrebbe essere riconosciuta come difficilmente digeribile ed allontanare il pesce dalla zona di pesca. E’ vero che in inverno girano i pesci più grossi, ma sono sensibilmente meno numerosi e la zona di pesca deve essere tarata su necessità inferiori a quelle riscontrabili con la bella stagione. Imbandite quindi la vostra tavola sul fondo del fiume per i nostri ospiti pinnati ma fatelo con raziocinio. La comune mollica di pane usata proprio da Pollicino in inglese si traduce “crumb”, e la linea Supercrumb di Sonubaits si basa proprio su una miscela di pane macinato, cereali e spezie senza la fishmeal che caratterizza la linea più popolare di pasture Sonubaits. Sono pasture pensate per mantenere inalterato il potere attirante e olfattivo riducendo la parte nutrizionale del composto, facendo leva sull’appetibilità di quella che è una delle esche più antiche. La linea Supercrumb consta di tre tipologie di pastura: Bream, Lake e River, dal 2018 oltre alle varianti cromatiche tradizionali sono disponibili le aromatizzazioni nella versione “black”. In questo frangente poniamo la lente d’ingrandimento sulla River, che con l’avvicinarsi dell’inverno costituisce una delle carte più efficienti da giocarsi sul fiume. Il confezionamento è da Kg, la grana è medio-fine, il colore varia dal nocciola chiaro al nero della versione Black, questo per garantire al pescatore la massima liberta’ di scelta nel confezionamento di un mix che può, a seconda delle esigenze, spiccare o mimetizzarsi sul fondale. La base di pane macinato è arricchita da una miscela di cereali e spezie, dal gradevole odore pungente, per fornire la massima spinta olfattiva al composto. Molto buona la meccanica che consente di settare la bagnatura su diversi livelli di coesione in relazione all’uso e alle caratteristiche dello spot. Ovviamente la River può essere miscelata con una qualunque delle pasture Sonubaits per garantire la libertà di scegliere se aggiungere, e in quale percentuale, un’impronta più proteica al composto. Ultimamente ho trovato molto giovamento nell’aggiunta di 1/3 di farine a caratterizzazione proteica “carnivora”, prima fra tutte la Maggot Fishmeal ma anche la Worm Fishmeal e la Bloodworm Fishmeal. In fiume di piccola e media portata non c’è pesce che abbia resistito ad un cage feeder farcito con questa miscela con aggiunta di qualche bigattino: dai cavedani alle scardole, dalle breme ai gardon, passando per carpe e carassi, e questo senza flessioni nelle mangiate. Se volete emulare il buon vecchio Pollicino non abbiate timore di seminare sul sentiero del fiume le vostre “molliche”, sarete sicuri che i pesci troveranno sempre la via per arrivare sull’esca.
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