Di Roberto Granata pubblicato il 03/04/12
La primavera ci regala tanti momenti interessanti per la pesca a spinning. Ciò è dato, logicamente, da diversi fattori positivi che spesso interagiscono tra di loro. Temperatura dell’acqua a valori ideali, aumento delle ore di luce, alternanza piuttosto frequente di giornate e periodi soleggiati o piovosi (con conseguenti variazioni di pressione ed umidità, due fattori importantissimi), primi temporali (idem come sopra ed ancora meglio) ed altro ancora. Tutto ciò, è vero, basta sicuramente a regalarci ottime pescate ma, secondo me, se vogliamo (oltre a migliorare ancora l’esito delle suddette pescate) capire meglio ciò che facciamo, con un occhio alla canna ed un altro ai pesci ed al loro comportamento, occorre tener presente alcuni ragionamenti, ed uno su tutti, che vuole poi essere il tema di quest’articolo: non tutti i pesci arrivano alla primavera nello stesso modo.
Tutte le specie, ed in particolare quelle “classiche” dello spinning, risentono certo del cambiamento in oggetto, ma in modo diverso. I motivi sono molteplici, e li vediamo subito prendendo in esame specie per specie.
LUCCIO
E’ uno di quei pesci che nel periodo precedente ha rallentato, ma non di certo sospeso, la sua “attività”. Ora si trova a dover “gestire” il suo immediato dopo-frega, in un contesto climatico ed ambientale che torna a stimolare in lui ogni tipo di istinto, compresi quelli precedentemente sopiti. Ciò si traduce nella possibilità, da parte nostra, di poter usare con successo svariate tipologie di artificiali, anche se quelli a forma (e movimento, s’intende) di pesce conservano ancora una piccola superiorità, sia perché nel periodo precedente era meno facile trovare prede in una data quantità, sia perché la riproduzione appena terminata lo vede bisognoso di recuperare energia.
BLACK-BASS
Ecco invece l’esempio di una specie che, nel periodo precedente, ha ridotto quasi totalmente la sua attività. Il motivo a mio avviso è piuttosto semplice: trattandosi di una specie alloctona, anche se ormai presente nelle nostre acque da molti anni, risente, e risentirà ancora in futuro, della differenza tra i luoghi in cui lo mise la natura e quelli dove l’ha messo l’uomo. Ma, passando al lato prettamente piscatorio, non tutti i mali vengono per nuocere anzi… Dopo un prolungato semi-letargo i “primi” black si rivelano meno schizzinosi che in altri periodi, e con un gran bisogno di immagazzinare energia, causa la precedente “carestia” e la futura riproduzione. Tre consigli su tutti: insistete in acque piuttoso basse; cercate di arrivare per primi agli spot ormai ridiventati “vergini” da mesi e non perdete i momenti precedenti i primi temporali.
CAVEDANO
Tanto furbo quanto onnivoro, questo ciprinide ha solo cambiato dieta ed abitudini rispetto al periodo precedente. Tra le abitudini che cambiano (e questo è un discorso valido per tutti i pesci “da spinning”) vi è un ritorno a percepire tutti gli stimoli provocati dagli artificiali, a differenza del periodo precedente, dove le basse temperature dell’acqua inibivano buona parte dei suddetti stimoli (come abbiamo visto per il luccio e come vale per molte specie). Anche per lui tre consigli: cominciate a preferire acque un poco mosse; insistete sugli orari prossimi al tramonto ma non pescate ancora a galla.
LUCIOPERCA
Anche questo “nuovo” e stupendo pesce, come abbiamo detto per il black, manifesta differenza di comportamento rispetto agli autoctoni, ed essendo in parecchie delle nostre acque da non molto tempo, ritengo che non pochi lati della sua vita siano ancora da scoprire.
Riguardo al periodo in oggetto, che non è da scartare, assistiamo però (caso direi infrequente se non unico nei predatori) a momenti meno felici rispetto al pieno del freddo, che ci regalava gli esemplari di maggior taglia, perdipiù con attacchi piuttosto decisi (altro caso piuttosto infrequente) all’artificiale di turno. Comunque, il lucioperca “primaverile”, va ricercato in acque piuttosto mosse o negli invasi delle briglie, dove comincia a smorzare la corrente, meglio se al tramonto (anche inoltrato) ma, a mio avviso, ancora nei pressi del fondo con recuperi lenti, anche se meno “blandi” di quelli attuabili nel pieno del freddo.
SILURO
Nel periodo freddo era molto difficile da ingannare con gli artificiali, ora cominciano le vere ostilità, ed in estate sarà ancora meglio, molto meglio.
Ora vale la pena di insistere soprattutto in due punti: i rigiri d’acqua presso le massicciate e, man mano che la stagione avanza, presso gli scalini (i famosi “piedi di terra”) lambiti dalla corrente.
TROTA
E per finire, la regina. Come arriva il nostro salmonide alla primavera? Ci arriva, passatemi il termine, un po’ “frastornato”, nel senso che ha dovuto fare i conti, oltre che col freddo e la scarsa quantità di cibo, anche con la riproduzione. Ed in parecchi ambienti i problemi sono tutt’altro che finiti, sotto forma di acqua di neve. Tutto questo significa che troveremo pesci dal comportamento un pò diverso a seconda del tipo di ambiente frequentato. Ottime chances si possono ora avere nelle risorgive che, logicamente, risentono in misura minore dei “problemi” sopra esposti. La mia preferita si trova un po’ lontanuccio, in Austria, ma ogni anno non manco di far visita alle sue stupende trote. Per saperne di più: www.trophyclub.it
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