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Proviamo con lo spinning

Di Roberto Granata pubblicato il 25/11/05

Molti di voi bambini e ragazzi, che siete il futuro della pesca, iniziano le loro esperienze con una cannetta, un amo ed un bigattino. Lo sappiamo semplicemente perché siamo stati bambini anche noi, e ci ricordiamo anche che a quei tempi le altre tecniche ci sembravano difficili. Ma non è proprio così, ed allora ho pensato di darvi un piccolo aiuto, con qualche spiegazione il più semplice possibile, sul come “partire” per l'affascinante avventura dello spinning.

COSA SERVE?

  1. Una canna di circa due metri. L'importante è che sia nata per lo spinning. Non compratela a caso, ma fatevi consigliare dal negoziante. Non spendete grosse cifre. Ci sono canne economiche che vanno benissimo per iniziare.
  2. Un mulinello, di taglia 2000-2500. Anche qui non serve spendere molto, all'inizio. E' importante invece, per riuscire a lanciare bene, riempire la bobina fin quasi all'orlo (quasi completamente). Potete riempirla al di sotto con del vecchio monofilo, o con del filo di lana, e per gli ultimi 50 metri circa con del filo nuovo (ne parliamo subito).
  3. La lenza: come detto, ne useremo 50 metri circa sul mulinello e quello avanzato lo useremo per ricambio, non appena quello in bobina non sarà più perfetto. Lo capirete se non avrà più la “forza” di quando era nuovo, o se formerà più facilmente delle spire o dei grovigli. Sostituitelo spesso. Costa più la perdita di un artificiale (o peggio di un pesce) di una bobina di filo. Vi consiglio un diametro dello 0,20 se pescherete le trote in laghetto od i cavedani in fiume (ma non andateci mai soli, mi raccomando) o dello 0,25 se passate a pesci tipo il black-bass.
  4. Gli artificiali: non occorre una grande scorta per iniziare. Direi che qualche cucchiaino rotante del n. 2, qualche ondulante, un paio di minnows (pesci finti) uno galleggiante ed uno affondante, e per finire qualche imitazione in gomma (vermoni, pescetti e simili) possono bastare. Non recuperateli mai girando solo la manovella del mulinello, ma, mentre lo fate, date dei colpetti con la canna che ne varieranno il nuoto. Un consiglio, ma molto importante: cercate di “rubare il mestiere” ai pescatori più esperti, per capire come comportarvi e conoscere qualche buon posticino.

COME E DOVE SI PESCA?
Vi consiglio di farvi un po' di esperienza in luoghi non molto difficili, come, ad esempio, i laghetti artificiali, dove potrete divertirvi con le trote nel periodo autunno-inverno. Così la primavera seguente vi vedrà pronti per quel furbone del black-bass. Il laghetto con le trote vi sembrerà tutto uguale, ma non è così. Preferite lanci verso il centro, facendo scendere l'artificiale a qualche metro di profondità, all'inizio dell'autunno, e più tardi, quando le trote “sentono” la riproduzione, pescate sondando di più i sottoriva, e più in superficie.

Per i black, da Marzo-Aprile in avanti potete provarci negli stagni e nelle lanche. Avvicinatevi piano e nascondetevi bene, sono molto furbi. Dal nostro nascondiglio proietteremo un minnow od un vermone in gomma verso qualche ostacolo, come i banchi di ninfee o le cannette del sottoriva. Recuperate il minnow in modo un po' disordinato, variandone la velocità, la traiettoria e magari fermandolo ogni tanto per poi riprendere il recupero. Con il vermone recuperate più lentamente, con frequenti pause dove lo lasceremo scendere sul fondo, dove una volta arrivato, oppure appena lo risolleviamo, potrebbe avvenire l'attacco del black. In questi posti dove li pescheremo, potrebbe esserci anche qualche luccio. Se lo scoprite, montate un cavetto d'acciaio, e ricordate che con lui rendono molto bene anche i cucchiaini rotanti.

Recuperate piuttosto verso il fondo, piuttosto lentamente, e soprattutto con frequenti colpi di canna (non violenti) cercando di fare sfarfallare il rotante in tanti modi diversi, e mai facendolo girare in modo regolare. Ora siete pronti per provarci. Non demoralizzatevi se per qualche volta magari non catturerete, vedrete che prima o poi qualche bel pesce arriverà, e con lui una voglia matta di prenderne altri ancora più belli.
Ciao, ed in bocca... al pesce. 


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