Di Maurizio Biolcati pubblicato il 09/07/13
Sostanzialmente, anzi a tutti gli effetti il legering è una derivazione della classica pesca a fondo, una tecnica forse delle più antiche inventata dall’uomo.
La pesca a fondo che da molti è utilizzata come un ripiego, fino a poco tempo or sono, per questa tecnica, si utilizzavano, canne in fenolico (quando andava bene) con lunghezze variabili dal mt. 1,50 a mt.4.
In pratica ogni canna andava bene l’importante che l’attrezzo in questione,fosse robusto quanto bastava per scaraventare piombi secchi anche oltre i 200 gr. per contrastare le correnti del fiume, o per sopperire lunghi lanci in acqua ferma, utilizzando terminali dello 0.35, e ami dalle grandi dimensioni.
Solitamente erano appoggiate a delle forcelle di legno, o inserire nei classici piantoni in ferro, tocco finale il mitico campanellino appeso sul vettino, mentre a terra per concludere la graziosa cornicetta, il classico tollino traboccante di lombrichi, insomma per farla breve la classica “pesca del nonno”.
A questo punto molti di voi penseranno che Il legering un derivato della pesca a fondo, sia realmente una tecnica rudimentale e statica?
Il legering nasce in Inghilterra alla fine degli anni sessanta, tecnica per l’appunto derivante dalla pesca a fondo che vede in uno dei suoi tratti emblematici l’uso di pasturatori, si basa sull’utilizzo di appositi contenitori zavorrati ovvero pasturatori piombati,incredibile pensare che i primi, pasturatori utilizzati per questa tecnica di pesca furono dei bigodini, ma anche questo “magico scatolino forato” ne ha fatta di strada ora il mercato offre una svariata gamma di modelli,di forme e grammature.
Ma cosa serve il pasturatore? Questo contenitore in plastica forellato, una volta caricato nel suo interno di pastura o bigattini (o ambe due le cose) ,una volta sul fondo,rilascia in modo lento e progressivo una scia di larve e sostanze nutritive (pastura) a poca distanza dall’amo.
Questo modo di pescare permette di richiamare, grazie alla scia di dispersione delle micro particelle di sostanze alimentari e olfattive,(organolettiche) e quindi di radunare nelle immediate vicinanze dell’ esca molti pesci, il più delle volte questo richiamo (organolettico) induce il pesce alla frenesia alimentare.
In pratica il pesce abbandona ogni comportamento di prudenza e cautela entrando in frenesia o competizione alimentare con gli altri pesci,aumentando di fatto le nostre probabilità di cattura,tale tecnica consente di ottenere ottimi risultati sia in acqua dolce che in mare.
La stragrande maggioranza dei pesci si ciba grufolando sul fondo,alla ricerca di macroinvertebrati,o di ogni altro tipo di nutrimento, ecco perché il legering è una tecnica vincente.
Tecnica geniale e fondamentalmente semplice,anche il neofita che si cimenta in questa tecnica per la prima volta, ha altissime probabiltà di catture,
Inizialmente basta una attrezzatura base (senza spendere grosse cifre) una canna, un mulinello, alcuni pasturatori, il legering dimostra già così le sue alte potenzialità di cattura, in special modo se ci si dedica alla pesca del barbo. La dote più significativa del legering sta nel proporre in modo più naturale ed adescante possibile, le esche radenti sul fondo.
Questa tecnica contrariamente a quello che in molti pensano, non’è per nulla statica, certo può essere di attesa, ma comunque sempre molto brevi, o di ricerca, con un semplice e veloce gesto si sostituisce il pasturatore ,si può decidere quindi in ogni momento la strategia da adottare per la ricerca del pesce.
La scelta della grammatura della zavorra è quasi sempre direttamente proporzionale alla corrente del fiume, aumentando la zavorra l’esca rimarrà ferma sul fondo(azione di attesa),di conseguenza se si diminuisce la zavorra l’esca risulterà in leggero movimento sul fondo (azione di ricerca).
Contrariamente a quello che in molti pensano questa tecnica anglosassone,permette anche l’utilizzo di finali e ami diametralmente piccoli,tanto per intenderci monofili da mm.0,10 con ami del n.22, anche le dimensioni dei pasturatori se la situazione lo richiede come: piccoli specchi di acqua ferma, o corsi d’acqua con poca profondità,dove il pesce risulta essere molto sospettoso, si possono utilizzare pasturatori dal corpo ridotto con zavorre, particolarmente piccole e dal peso di 10 gr.
Anche le canne per questa tecnica si sono evolute sia strutturalmente, che dinamicamente, attualmente il mercato del settore sempre più interessato a questa tipologia di pesca,propone svariati modelli con differenti misure ed azioni,tanto per intenderci ci sono canna da legering per ogni situazione e tipologia di pesce.
Personalmente ritengo Il legering una tecnica di pesca dalle numerose sfaccettature potremmo definirlo un diamante, infatti questa tecnica, non è concepita, per il solo utilizzo, del pasturatore.
Tra le sue numerose sfacettature possiamo utilizzare la tecnica a piombo secco utilizzando canne sensibili da 10’ su dove monteremo piombini da gr.5 ,per catturare pesci dalle tocche impercettibili.
Oppure sempre a piombo secco utilizzando però canne più potenti da 14’-15’ (canne continental) con piombi da 100/150 gr. alla ricerca del pesce di taglia,come i barbi nelle correnti più veloci.
Che dire poi della tecnica in movimento in amo singolo o a tre ami, rivolta a ciprinidi ,salmonidi o a predatori come l’aspio.
Altra sfaccettatura è la pesca specialistica con canne da 12’ da 1,75 lbs 2,00 lbs utilizzando il method o flat method. con innesco di esche alternative come boiles pellets su hair rig, tecnica per la ricerca del pesce di taglia impostata sia in corrente che in acqua ferma.
E tutti questi saranno gli argomenti che se vorrete affronteremo insieme…..
Amo la pesca a 360°, ma questa tecnica di cui mi sono innamorato parecchi anni or sono(1979),da allora di strada ne ha fatta,imponendosi prepotentemente sul mercato,e acquisendo sempre più pescatori nelle proprie file,prendendo piede anche nel settore agonistico.
A ritroso nel tempo mi ricordo che era un classico,discriminare il legering , non a caso quando mi vedevano o ci vedevano sulle rive dei fiumi con quella esile cannetta ad innesti da 12’ (canna che Italia ai quei tempi era difficile da trovare) che si fletteva, per il peso di quello trano coso forato che penzolava dalla lenza madre, ci prendevano per marziani il piu’ dei casi il classico commento dei pescatori era in dialetto delle mie parti: “ l’è la pesca dei vecc”.
Ma già allora, con attrezzature “sui generis” si prendevano vagonate di pesci e che pesci! E guarda caso i commenti come d’incanto terminavano. .Legering semplice ed efficace.
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