Di Di Roberto Granata pubblicato il 10/07/23
Insomma... eravamo abituati bene. Quando è arrivata la primavera abbiamo potuto sbizzarrirci con i lucci del post-frega, coi primi black, con le trote meno soggette ad acque troppo fredde e con altre specie comunque ben disposte all'attacco. Ma quando arriva il vero caldo estivo la faccenda si complica. Questo non significa affatto che il suddetto periodo non sia proficuo, anzi, ma lo è fino in fondo se cambiamo "mentalità", se ci sappiamo adattare (lo fanno anche i pesci) al mutare delle condizioni, scegliendo i momenti, gli spot e gli artificiali consoni alla situazione.
QUANTO CALDO?
Durante la stagione estiva, di norma, si susseguono periodi (ovviamente) caldi, magari alternati con altri periodi (di solito di qualche giorno e non di più) più freschi, con pioggia o comunque con tempo stabilmente perturbato (escludiamo quindi i temporali improvvisi,che sono da non perdere e basta). Ebbene, durante il susseguirsi di queste condizioni, la temperatura dell'acqua potrebbe variare oppure restare al valore precedente, a seconda dell'intensità e della durata dei sopraccitati cambiamenti. Ciò influenza di molto il comportamento dei nostri amici predatori, perché:
1) Se la temperatura dell'acqua non cambia il pesce sarà più incline a comportarsi come nel periodo precedente e quindi (vedremo meglio il tutto prendendo in esame due specie) sarà opportuno anche da parte nostra "continuare" sulla precedente linea.
2) Se la temperatura dell'acqua dovesse cambiare la cosa più importante sarà essere pronti ad adeguarci, cambiando quando serve il nostro approccio.
LUCCIO
A mio avviso la differenza più marcata ora riguarda le acque ferme o correnti. Queste ultime, infatti, risentono meno dell'escursione termica e sono più ossigenate. Sarà più probabile quindi trovare l'esocide nei pressi delle cascate delle briglie, ma anche delle colature che possono sembrare di poco conto. Gli orari verso il tramonto appaiono migliori, ma non sono affatto escluse sorprese, soprattutto usando esche "disturbatrici", compresi i vecchi (chissà perché) rotanti ed ondulanti. In acque ferme, di solito più calde, forse nessuno proverebbe mai nelle prime ore pomeridiane ma, inaspettatamente, vi si possono trovare lucci spesso "ferocissimi", da insidiare con artificiali un po' "fracassoni", come poppers, od anche grossi minnows o bugtails coi quali, di proposito, creiamo vistose scie a galla, specie negli ultimi metri di recupero. L'attacco in piena superficie di un luccio (evento raro in altre stagioni) è qualcosa di indescrivibile.
BLACK BASS
Qui, visto che parliamo quasi esclusivamente di acque ferme, la differenza può esserci soprattutto in laghetti piccoli, ma il vero particolare a cui prestare attenzione è la presenza o meno di polle sorgive. Queste ultime si trovano più frequentemente (ma non è detto) nelle lanche a poca distanza da un fiume. In ogni caso i black del "caldo torrido", che usciti da poco dal periodo della frega si dimostravano ben disposti all'attacco, devono ora fare i conti col gran caldo e non disdegnano certo (specie quelli di buona taglia) di portarsi sul fondo in prossimità di queste polle di acqua più fresca. Quest'ultima condizione li può rendere più "attivi", ma occorre localizzare bene questi punti e, lo sappiamo, pescare in profondità i bass è meno divertente e più soggetto alla perdita dell'artificiale. È vero che negli anni si sono perfezionati e/o inventati nuovi materiali e nuovi inneschi, riducendo ma non certo risolvendo quello che ho sempre creduto.
IL BELLO ED IL BRUTTO
Gli artificiali antialga sono, a volte per forza di cose, anche anti-pesce. Ovviamente ciò non si può notare in una od in poche uscite (a volte sì), ma in periodi discretamente lunghi e con situazioni e pesci non sempre uguali. Ma se facciamo una media attacchi-slamature, questa pende a favore dei non antialga. Ovviamente il rovescio della medaglia sta nei punti che gli artificiali antialga possono raggiungere, sfavorevoli ed a volte preclusi agli altri ed, in taluni casi, al tipo di innesco, alla parte posteriore e spesso non solo (pensiamo all'innesco wacky) dell'esca, che le donano movimenti fantastici. Peccato che a volte si paghino.
Concludendo direi: Non perdiamo a priori questo periodo. È vero, dopo un paio d'ore magari sotto il sole e con temperature un po' fastidiose, chi non è davvero appassionato e quindi innamorato dello spinning potrebbe desistere. Ma noi siamo veri appassionati. Giusto?
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