Di roberto granata pubblicato il 20/03/25
(PRIMA PARTE)
Alcuni la ritengono quasi scontata, altri un po' meno ed altri ancora un dubbio amletico. Chi ha ragione? A mio avviso nessuno dei tre, semplicemente perché ognuno di loro ha qualcosa da "imparare" dall' altro. È chiaro che chi pratica la pesca a spinning da molto tempo avrà un'idea di base più solida ma che, attenzione, può venire smentita al primo recupero dell’artificiale scelto dall' altro dopo il suddetto dubbio amletico. Detto questo è giusto però avere delle idee fondate sull' esperienza perché, come recita il famoso proverbio, una rondine non fa primavera, ed i risultati sul medio e lungo periodo finiscono per dare ragione alle esperienze passate, perché è solo conoscendo il passato che possiamo cercare di predire il futuro. Vediamo allora di farci un'idea di base.
I FATTORI DA CONSIDERARE
I principali fattori di cui possiamo tener conto sono: la stagione, l'orario, l'acqua ferma o corrente, la specie che vorremmo insidiare, le condizioni meteo, il grado di limpidezza dell'acqua e le previsioni meteo. Ce ne sarebbero altri, ma credo che questi bastino per cercare di compiere una scelta oculata. In questa prima parte analizzeremo i primi tre.
LA STAGIONE
Aldilà delle scelte abbastanza ovvie (non userò un rotante tandem in acque ferme, gelide e profonde mezzo metro) e simili, globalmente i risultati suggeriscono l'uso di artificiali più votati ad indurre lo stimolo della fame nella stagione fredda (minnows, bucktail, shad e simili) che in fondo sono nomi che in italiano potremmo chiamare imitazioni più o meno fedeli di animali di cui i pesci si nutrono e, nelle stagioni calde e temperate, aggiungere a questi anche esche più disturbatrici come rotanti, chatterbaits ed anche esche prettamente di superficie come poppers, crawlers e simili. Quindi la temperatura dell'acqua elevata non fa scartare a priori le esche "invernali", ma ne aggiunge altre. Sarà lo stimolo a cui rispondono i pesci la chiave di lettura per una scelta oculata.
L' ORARIO
Discorso ovviamente legato alla stagione. Va comunque considerato a prescindere un fatto molto importante che, sebbene ovvio, ha un'importanza estrema. Dopo l'alba il pesce avrà davanti tutto il giorno, mentre dopo il tramonto avrà davanti tutta la notte. Bella scoperta? Sì, ma chi ci pensa nello scegliere l'artificiale? Poi, anche le ore di luce sono importanti. Poniamo un esempio: Quando le ore di luce sono poche (chiaramente nella stagione fredda) i predatori, sebbene inibiti dalla bassa temperatura dell'acqua, prima o poi devono pur attaccare qualche preda o qualche intruso. Quando? Semplicemente quando le ore di luce glielo permettono, non solo per la luce in se, ma anche per un seppur debolissimo aumento di temperatura dell'acqua. Infatti, perché in inverno sono da preferirsi i periodi perturbati, soprattutto se da diversi giorni? Perché riescono a rendere la temperatura dell'acqua meno proibitiva ed inoltre, sono apportatori di bassa pressione, condizione che stimola maggiormente i predatori all' attacco.
ACQUE FERME E CORRENTI
In acque ferme il pesce è di norma più sospettoso ed ovviamente a seconda della specie e dell'artificiale usato, può addirittura avere il tempo per "esaminarlo" o, comunque, per fiutare quel qualcosa che lo induce a non attaccarlo (esempio principe il black bass con esche mosse sul posto). In acque correnti invece, come amo spesso dire, vale spesso il "prendere o lasciare", per cui i predatori sono di norma, se non commettiamo grossi errori, meno sospettosi. Tenuto conto di ciò, la scelta deve sì tener conto della stagione e di quanto abbiamo visto e vedremo, ma soprattutto:
In acque ferme dell'impatto in acqua, sia nel lancio che, ancora di più, nel recupero. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, spesse volte l'uso di un'esca un po' chiassosa in acque ferme paga, perché il pesce ha pochi altri "rumori" attorno e può captarla per le vibrazioni che provoca. Quindi caduta in acqua un po' "soft" ma artificiali che "si sentono". In acque correnti invece il pesce ha molti rumori che lo circondano, per cui il fattore più importante nella scelta non sarà tanto la vibrazione dell'esca (che comunque conserva sempre una certa importanza) ma sarà usare la corrente come alleata quindi scegliere artificiali che ci permettono di "stare molto" sugli spot, che giochino con la corrente permettendoci recuperi che durino quanto vogliamo e stiano come e dove vogliamo. Tutto ciò ci dona spesso delle chances in più, ed il prendere o lasciare delle acque correnti, unito ad un artificiale che rimane più tempo del "normale" in acqua, diventa spesso anche un prendere e rilasciare (il pesce da parte nostra), il che è diverso.
Ho preferito, più che parlare dei singoli artificiali, descrivere le situazioni che inducono a determinate scelte, nella speranza di stimolare il pescatore stesso a "maturare" nella scelta. Ma ci sono altre cose importanti da dire, che vedremo nella "prossima puntata".
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