Di di Roberto Granata pubblicato il 17/01/24
PRIMA PARTE
Diciamolo subito: dietro quel bloccaggio spesso "anonimo" e per certi versi simile all'incaglio di un tronco (per un secondo o due), in verità c'é di più, molto di più, infinitamente di più. Ed aggiungo: se potessimo vedere ogni volta cosa può combinare (e spesso combina) un luccio intenzionato a prendersela con un artificiale, il dire che ci meraviglieremmo o rimarremmo senza fiato é ancora poco. Questo perché nella maggioranza delle situazioni non possiamo vedere i suoi comportamenti nei momenti che precedono l'attacco od, al limite, vediamo un lampo che si materializza ed è già attaccato all'artificiale, oppure nascosto (questo lo scopriamo dopo) nei paraggi, od ancora che se la svigna senza replica alcuna.
IL LUCCIO SBAGLIA MOLTI ATTACCHI
Nonostante l'esocide vanti una velocità molto elevata nel suo scatto, vanta anche un triste primato nello sbagliare il bersaglio del suo attacco. Questo, oltre ad essere un dato scientifico, é un comportamento che gli assidui pescatori di lucci, e soprattutto quelli che li insidiano in determinati contesti (in lago dalla barca, in acque molto limpide e/o nei piccoli ambienti) conoscono bene. Personalmente ho dedicato parecchi anni alla pesca del luccio ma, circa una decina di anni fa, mi ero dato più massicciamente alla pesca del black bass. Questo perché nelle rogge da me abitualmente battute vi era stato un forte calo, ed in alcune di queste la totale sparizione, dei miei amati pesci con il becco d'anatra. Ma, negli ultimi 2-3 anni ho riscoperto alcuni ambienti che non frequentavo da parecchio tempo e che, oltre ad ospitare ancora una buona quanto inaspettata presenza di esemplari, mi permettono di osservare bene i comportamenti di questi ultimi in tutte le fasi nelle quali vengono interessati. E, credetemi, si scoprono fatti al limite dell'incredibile, ai quali credo solo perché negli anni lo avevo immaginato ed a volte dedotto. Ma poterli osservare sempre o quasi rivela comportamenti davvero particolari. Quindi entriamo nel dettaglio.
ATTACCO "CLASSICO"
Possiamo parlare di attacco "classico" quando il luccio é fermo e nascosto ed, al passaggio dell'artificiale, sceglie il momento per il suo scatto fulmineo e lo attacca. I consigli che mi sento di darvi nel caso non rimanga allamato sono:
1) Mantenendo i nervi saldi, continuate il recupero non velocemente ed in modo variato.
2) Restate concentrati per un eventuale nuovo attacco che, nel medesimo recupero ,abbastanza spesso si può manifestare subito dopo.
3) Cercate di non celare la vostra presenza negli ultimi metri di recupero.
I LANCI SUCCESSIVI
Se il luccio non si é "fatto vedere", i lanci successivi sono molto importanti perché può essere nascosto nel sottoriva, tra rami, scalini, manufatti e/o quant'altro. Quindi é basilare:
1)Evitare movimenti bruschi e scegliere quella che riteniamo essere la traiettoria migliore nel recupero.
2) Cercare di capire, se non lo abbiamo visto nel precedente recupero, dove é più probabile che sia nascosto.
3) Una sana "manovra dell'otto" non é affatto obsoleta, anzi, spesso é risolutiva.
ALTRIMENTI?
L'esocide può anche non aver inseguito dopo il fallito attacco, ed essere rimasto dove questo si é verificato. In questo caso sarebbe opportuno:
1) Ripetere alcuni lanci in quel punto, magari partendo con un lancio a lato di due-tre metri rispetto al medesimo punto. Questo per (magari) evitare di lanciargli in testa e spaventarlo.
2) Sono utili anche dei lanci a raggera intorno al punto in questione.
3) Valutiamo, se non avviene niente, di cambiare artificiale.
ATTACCO DOPO UN INSEGUIMENTO
Quando possiamo vedere il luccio che, con l'artificiale a diversi metri da noi inizia il suo inseguimento e lo continua senza decidersi all'attacco, il discorso si puó complicare. Al di là degli ovvi motivi (il pesce di avvicina sempre piú a noi, l'esca può raccogliere qualche erba, i nostri benché minimi movimenti o la nostra ombra lo possono far desistere dall'inseguimento), cose che per quanto possibile cercheremo di evitare, vediamo alcuni accorgimenti per cercare di risolvere la situazione.
1) Nel migliore e più facile dei casi basta aumentare la velocità di recupero. Siccome il caso appena descritto non capita certo sempre, é consigliabile, durante l'inseguimento, alternare diversi "trucchetti", ad esempio:
2) Rallentare il recupero per poi riaccelerarlo all'improvviso, stando però attenti a non perdere il contatto con l'artificiale nei rallentamenti, cadute o sfarfallamenti che siano.
3) Amplificare questo stile di recupero negli ultimi metri e, nel caso di uno o piú lanci successivi partire sempre "lunghi" da dove vediamo o crediamo di trovi il pesce.
Ma le sorprese non sono affatto finite, e vedremo il tutto nella seconda parte.
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